Milan, un mercato "Made in Italy" è prioritario. Le liste sono già un problema
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PROBLEMA LISTE - Sia in Serie A che in Champions League, infatti, vige da tempo l'obbligo della compilazione delle celebri "liste". Sostanzialmente è un elenco dei giocatori da comunicare a inizio anno (modificabile prima di ogni giornata per il campionato e solo dopo i gironi per la coppa) e che sono schierabili e convocabili per le partite ufficiali. Le regole sono simili anche se hanno diverse differenze. In entrambe però c'è la possibilità di occupare 4 slot con calciatori formati nei vivai italiani e altri 4 con giocatori formati nel proprio vivaio. In Serie A in questo calcolo non rientrano i giocatori under 22.
LA SITUAZIONE ATTUALE - La situazione attuale per quanto riguarda la Serie A è chiara: il Milan si sta "giocando" e non sta utilizzando ben 4 slot. Sono infatti 2 i giocatori formati in casa, Davide Calabria e Matteo Gabbia, e sono 2 i calciatori formati in club italiani, Marco Sportiello e Alessandro Florenzi (tra l'altro entrambi out a lungo). I vari Terracciano, Torriani, Zeroli e Camarda, essendo Under 22, non rientrano in queste liste e non occupano alcuno slot.
LA SITUAZIONE A FINE ANNO - 4 slot liberi che a fine stagione potrebbero diventare addirittura 6. La situazione di Davide Calabria è ancora in bilico dato che il contratto è in scadenza a fine stagione e non è in programma il rinnovo, perlomeno non alle cifre chieste da lui. Stessa situazione di Alessandro Florenzi, che oltre all'infortunio al crociato che lo sta tenendo out quasi per tutta la stagione, avrà anche lui un contratto in scadenza a fine anno che non sarà salvo sorprese rinnovato.
MADE IN ITALY - È per questo che il Milan oggi più che mai sarà costretta a guardare ad un mercato "Made in Italy" e non italiano in senso assoluto. La priorità dovrà essere quella di acquisire quanti più giocatori possibili, a prescindere dalla nazionalità, ma che abbiano all'attivo almeno 3 anni di formazione fra i 15 e i 21 anni, nei settori giovanili dei nostri club. Viceversa, se vorrà fare ancora un mercato con vista sull'estero dovrà gioco-forza sacrificare e quindi vendere, qualcuno degli stranieri già presenti in rosa.
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