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    Milan, Theo Hernandez si è spento: i numeri non mentono

    Milan, Theo Hernandez si è spento: i numeri non mentono

    • SG
    "Mai arrendersi!", scriveva qualche giorno fa Theo Hernandez sui suoi social nel post partita di Napoli. La tentazione per il terzino rossonero potrebbe nascere, vedendo i numeri di una stagione che è iniziata sottotono per uno come lui. Cardine, trascinatore, punto di forza e vice capitano, il Milan ha bisogno di ritrovare il vero Theo. Il suo rendimento è un tema a Casa Milan e, per la seconda volta consecutiva, ne ha parlato anche Pioli in conferenza. "Se riuscissimo a dare ognuno di noi l'1% in più allora potremmo raggiungere veramente un livello molto alto. Migliorare passa dal giocare le partite con mentalità e dal prendere scelte logiche". Un messaggio, senza nominarlo, anche al suo treno mancino.

    NUMERI - A 26 anni, Theo pare involuto dopo stagioni esaltanti. Timido, nervoso e distratto, il francese non aveva mai segnato così poco, a questo punto della stagione, con la maglia rossonera. È fermo a una rete, al Torino, in 11 presenze tra campionato e Champions mentre il contatore deve ancora partire per gli assist. Nella passata annata era già a 1 gol e 1 passaggio vincente e, proprio contro l'Udinese, la prossima avversaria, aveva realizzato dal dischetto. I numeri parlano chiaro. Da 6,35 del 2019 e 2020 a 6,37 del 2021, finendo a 6,44 del 2022: la sua media voto è sempre stata in crescita, fino all'inizio di questa stagione. Per la prima volta infatti non raggiunge il 6 e si ferma a 5,93. In calo anche la media dei tiri totali (1,1 contro 2,6 dell'anno scorso), dei tiri in porta (0,3 contro 0,5), dei tocchi in area avversaria (2,3 contro 6,7) e dei duelli vinti (3,4 contro 6,1). Contro il Napoli però, pure in una prestazione anonima, il terzino ha realizzato 4 passaggi chiave, più di chiunque altro in campo, creando 4 occasioni da gol per i suoi. Un piccolo segno di rinascita. Ma quali potrebbero essere i motivi della crisi?

    MODULO - La più immediata tra le possibili risposte alla fatidica domanda sta nel cambio di modulo. Per la prima volta infatti il Milan si sta esprimendo, pur sempre con la fluidità tipica del gioco di Pioli, con un 433, con il quale Theo non è ancora entrato in sintonia. L'amato 4231 gli lasciava più spazi nei quali buttarsi e gli concedeva più libertà di spaziare nel campo. La fatica con il nuovo modulo nasce soprattutto dalla presenza di una mezzala sinistra, Reijnders perlopiù, che si trova a pestare le sue stesse zolle. L'olandese finisce per essere un ostacolo e limita le combinazioni una volta letali con Leao. Theo trova meno spazi per sovrapporsi e meno campo da poter percorrere nelle sue ormai proverbiali incursioni centrali. In più il Milan sta sviluppando un gioco più di palleggio con maggior possesso palla e utilizza meno l'arma del contropiede, in cui lui eccelle. Lo strumento che spesso faceva sì che gli fossero perdonate quelle magagne difensive di troppo, coperte dalla sua esuberanza in attacco.

    MANCANZE - Non solo tattica e tecnica però. Il calo delle sue prestazioni può essere spiegato anche dalla mancanza di un sostituto che possa farlo rifiatare. Mentre i più maliziosi collegano la sua peggior stagione con l'addio del suo sponsor maggiore, quel Paolo Maldini che tanto l'aveva voluto e che ora ha lasciato il club.

    FUTURO - Un altro aspetto da considerare nel suo momento no è il nervosismo che spesso ha palesato. Sono già cinque le ammonizioni raccolte nelle sue prime sei gare in A, troppe se le si paragonano alle sette rimediate nell'intera passata annata. È forse lì che il francese deve ritrovarsi. Eppure non ci sono problemi dal punto di vista contrattuale: il suo futuro pare blindato. Theo Hernandez e il Milan sono legati da un contratto fino al 2026. L’idea e la volontà comune è quella di onorarlo, con un'ipotesi di rinnovo che c’è, anche se non è ancora partita una trattativa vera e propria. Se ne parlerà più avanti, in Primavera, quando l'inizio zoppicante potrebbe essere solo un vecchio ricordo. 

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