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    Milan, meglio quarti che terzi. Nonostante Pioli, la stagione non è finita

    Milan, meglio quarti che terzi. Nonostante Pioli, la stagione non è finita

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Il Milan è fuori dalla Champions League, anche se per ragioni di audience e interessi assortiti si parlerà per 15 giorni di possibile impresa e di spiraglio ancora aperto. Balle confortate dall’aritmetica e non dalla logica, quando il calcio è molto più logico di ciò che si racconta. A questo punto, però, meglio quarti che terzi, meglio fuori dall’Europa che ancora dentro l’Europa League. Sia utile in questo senso ricordare l’esito recentissimo delle stagioni 2020-21 e 21-22, con Inter e Milan sempre quarti nel girone e poi campioni d’Italia.

    Il fallimento c’è già, ma la stagione non è finita. Nonostante Pioli e la schizofrenia tecnica delle sue scelte, basti pensare a come ha gestito in questi mesi la linea mediana, già prima dell’ecatombe di infortuni, col cambio di modulo nella stagione meno adatta per farlo, l’unica in cui non c’era il vero regista e abbondavano i giocatori offensivi.

    Pioli s’è creduto troppo bravo senza esserlo davvero, colpa di chi gli ha attribuito più meriti di quelli che aveva dello scudetto, e colpa e sua per averci creduto, smarrendo l’umiltà che ne aveva caratterizzato tutta la carriera. Quando l’umiltà è un grosso pregio, non un difetto. L’arroganza di cambiare ruolo ai calciatori, di pensare ai terzini mediani o agli esterni che fanno le mezze ali, come contro il Dortmund. La giovane freccia Bynoe-Gittens e il suo allenatore Terzic ringraziano. L’arroganza di pensarsi migliore di Leao, la vera chiave vittorie più grandi. Palla a Leao, lo schema scudetto.

    Meglio quarti che terzi dovrebbe valere anche per quelli che, plagiati dai ragionamenti da commercialisti dei padroni del Milan, credono che possa essere importante proseguire il percorso in Europa League. Perché la coppa del giovedì vale qualcosa solo se la vinci, altrimenti è solo tempo perso (e punti persi in campionato). Senza impegni infrasettimanali, arrivare quarti sarebbe sicuramente più facile e quindi i commercialisti potrebbero subito pensare agl’incassi della prossima Champions e magari ad altri 6/7 milioni di attivo di cui farsi vanto. Un tempo contavano le medaglie del campo, oggi ci si lustra con le partite doppie del bilancio.

    Il lavoro dei trombettieri di corte è sempre più difficile, perché ormai le responsabilità è tempo di darle a qualcuno e non c’è sempre un avventato colpo di tacco di Leao da additare come causa di una mancata vittoria. Chi non ha comprato un centravanti? Chi ha preso Pellegrino come unico rinforzo di difesa? Chi ha speso 28 milioni per Chukwueze, che ancora in Spagna non ci credono? Chi ha avuto in dote 120 milioni di rinforzi e nemmeno te ne accorgi? Ci sarebbe l’alibi degl’infortuni, ma di quello nemmeno si può parlare troppo, perché finirebbe per ritorcersi contro Pioli e i suoi collaboratori e contro chi lascia stare ciascuno al proprio posto. O vogliamo pensare che sia solo sfortuna? Fino alla prossima velina.
    @GianniVisnadi
     

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