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    Milan, la rivoluzione copernicana di Fonseca: dentro chi ha voglia, per non buttare via la stagione

    Milan, la rivoluzione copernicana di Fonseca: dentro chi ha voglia, per non buttare via la stagione

    • Alessandro Di Gioia
    Dentro chi ha voglia, per non buttare via la stagione. La rivoluzione copernicana che Paulo Fonseca sta iniziando ad attuare in casa Milan parte da prodromi ben chiari e si manifesta nel corso di cinque mesi burrascosi e complicati, nei quali l'allenatore portoghese però si è sempre distinto per la limpidità, la sincerità e la voglia di non mandarle a dire: anche se le verità che ha rivelato hanno qualche volta fatto storcere il naso ai calciatori e forse minato la serenità del gruppo. Ma il diktat che l'ex Roma si è imposto, con il beneplacito della società, spesso ritenuta assente ma forse connivente alla delega dei pieni poteri esecutivi nelle mani del tecnico, è ben chiaro: cambiare le cose, una volta per tutte. 

    TUTTI IN DISCUSSIONE - Le parole rilasciate nella conferenza odierna ne sono l'ennesima e tracimante testimonianza, una volta ancora: "Io sono ritornato indietro al tempo in cui non ero qui. Le ultime dieci partite dell'anno scorso e ho visto che si dicevano le stesse cose: non è cambiato. Non si può dire che è solo quest'anno".  E allora, nella prima intervista nella quale Fonseca ammette che l'obiettivo scudetto è quasi certamente sfumato, via ai cambiamenti: nessuno è più saldo è sicuro, tutti sono in discussione e la priorità verrà data a chi corre e dimostra di tenere alla maglia, soprattutto in un'occasione particolare come la celebrazione dei 125 anni del club, in scena domani sera a San Siro contro il Genoa.

    DENTRO I GIOVANI - Non è un caso che nella formazione che affronterà i liguri spicchino due ragazzi d'oro rossoneri, protagonisti nella tournée estiva del Milan, il momento in cui probabilmente il calcio di Fonseca è emerso maggiormente, nel corso della sua avventura in panchina: dentro Alex Jimenez e Mattia Liberali, da terzino sinistro, al posto dell'irriconoscibile Theo Hernandez, e sulla trequarti, al posto dell'infortunato Yunus Musah, senza dimenticare il "solito" Franceso Camarda, pronto a subentrare dalla panchina. Anche qui, pochi dubbi nel discorso dell'allenatore: "Siamo andati in USA con 15 giocatori e tanti ragazzini. E' andato tutto molto bene, ma non c'erano i nazionali. Sono arrivati otto giorni prima della prima di campionato. Non è in otto giorni che si può cambiare tutto. Dopodiché è stato difficile allenare perché si gioca ogni tre giorni". 

    TRA SENATORI E CAPITANI - La difficoltà nel rapportarsi con i cosiddetti senatori ed abituarli a un cambiamento radicale, dopo tanti anni con il vecchio allenatore, è lampante e traspare anche nelle parole sui capitani, dei quali ha sostenuto la gerarchia senza però condividerla: probabilmente Fonseca si aspettava maggior aiuto e malleabilità da parte della vecchia guardia. Che però non sono arrivati: allora il tempo della pazienza è finito e il club ha confermato l'appoggio ai cambiamenti e alla coerenza del portoghese, a costo di esclusioni e delusi eccellenti.

    STAGIONE DA NON BUTTARE - Anche perché la stagione del Milan dovrà confluire in un difficile inseguimento ai primi quattro posti, per il quale serve fame e voglia di sacrificarsi e non per forza nomi eccellenti ma imborghesiti, per diverse motivazioni. Una rivoluzione che deve avvenire per il bene del Milan: evitarla significherebbe rischiare di buttare via totalmente la stagione e ripresentarsi a settembre con i soliti atavici problemi.

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