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Milan, Kalulu: 'Pioli è speciale, Ibra mi è stato dietro dall'inizio. Per lo scudetto ho imparato i cori'
L'AFFETTO DEI TIFOSI - "Mi chiedono sempre autografi e selfie fuori da Milanello? Sì, è sempre un piacere. Ho un rapporto molto bello con i tifosi: sono molto affettuosi. Quando senti che la gente ti ama, sei sempre più felice".
CASA A VARESE, NON A MILANO - "Già in Francia vivevo in una città tranquilla. Mi piace tanto stare a casa e ho scelto un posto tranquillo che è anche più vicino a Milanello, così anche quando mi devo svegliare la mattina faccio presto. Milano? Si per me è una città in cui c’è tutto come se fosse una capitale, tra negozi e ristoranti. Quando hai bisogno di qualcosa, a Milano la trovi".
ROGER MARTIN, SUO ALLENATORE NELLA SQUADRA DEL QUARTIERE DI SAINT-PRIEST - "Lui mi ha insegnato tutte le basi, la visione del calcio: più verso l'intelligenza che sulle capacità fisiche. E’ stato molto importante per me. Quando torno lo vado praticamente sempre a trovare. Adesso è tifoso del Milan: gli ho regalato una tuta e ogni volta che può la mette. Lui è orgoglioso di me, ha sempre avuto fiducia".
FAMIGLIA DI CALCIATORI - "Anche Joseph, il più piccolo, gioca a Saint-Priest adesso: siamo tutti calciatori. I miei genitori hanno puntato tanto sulla scuola. Io ero bravo in classe, ero un buon studente. Loro hanno voluto che arrivassimo fino alla maturità francese ma anche per noi e il calcio hanno fatto tutto. Li ringrazierò per sempre. La mamma si emoziona di più, mio padre è più razionale".
HOBBY - "Io sono molto casalingo. Amo fare tante cose e se esco e solo per fare una cosa, non esco a caso: devo avere un obiettivo. Quando esco mi piace andare a comprare vestiti o al ristorante alla sera. In Francia mi piaceva tanto andare al cinema: mi piacciono tutti i film Marvel e anche l’Universo DC. A casa guardo le serie tv: le due che bisogna vedere per forza sono Game of Thrones e Vikings".
RAPPORTO CON GLI ANIMALI - "A casa della mia famiglia ho un cane che si chiama Caesar: molto forte ma se non ti conosce… fa come me con gli attaccanti".
POSSIBILITA' DI AVERE UNA FAMIGLIA - "Ora sono libero: per me l'amore non è una cosa che si cerca ma che arriva. Sicuramente mi vedo come padre e vorrei avere una famiglia. Tra poco mio fratello avrà una figlia e si vede che è una cosa molto bella. Devo essere il miglior zio del mondo: sarò uno zio che le darà tutto. Ho un gruppo Whatsapp con i miei familiari: si parla di tante cose, non solo di calcio, ci diamo consigli. Il non vederli, come accadeva prima, è strano... Un po' mi manca. Non sono ancora riusciti a venire a San Siro; loro lo vedono pieno, è incredibile, quest'anno provo a portarli...".
'CHI RISCHIA VINCE' IL MOTTO DEL PADRE, E' ANCHE IL SUO? - "Sì, è naturale per me. Già venire al Milan, in generale, è un rischio; poi, sul campo si rischia tanto anche per il nostro tipo di calcio. Poi ci penso io a recuperare? Noi lo facciamo per spettacolo, per far divertire la gente. Da quando sono qui, sono cresciuto più veloce rispetto al solito".
QUANDO HA CAPITO CHE AVREBBERO VINTO LO SCUDETTO - "Il derby di Giroud ha cambiato tante cose, avevamo un ritmo incredibile... Ma anche a Roma con la Lazio, quella con la Fiorentina, ma anche un po' prima... Io lo avevo detto in famiglia: noi avevamo cambiato il morale verso le partite, potevamo vincere contro chiunque, anche giocando meno bene del solito arrivavamo all'obiettivo; sentivi che l'avversario aveva un po' più di timore. È vero che è facile dire queste cose dopo, ma io lo sentivo già da prima...".
FESTA SCUDETTO - "Veramente incredibile. Tutti dicono che quando sei giovane non senti che hai vinto lo scudetto, ma quando ho festeggiato con tutta la gente ho detto: 'Ma no, abbiamo fatto una cosa molto importante'. Ho imparato tutti i cori dei tifosi, perché dallo stadio sentivo solo come una musica...".
PIU' FACILE CAPIRE LE SCONFITTE ORA? - "Quando perdi ti devi fare una domanda: cosa ho sbagliato? Cosa ho fatto di male? E devi avere la forza di ricominciare. Il tuo orgoglio è toccato, quindi cerchi riscatto. Ok va bene, ho sbagliato, ma poi vado a dimostrare a tutti che era solo un caso e che sono più forte".
TESTA MOLTO ALLENATA - "Sì. Lo so che lo devo dimostrare sempre... Bisogna dimostrarlo sul campo. È lì che si vede il vero me stesso, c'è l'adrenalina".
PIOLI - "Il primo allenatore ha sempre un posto speciale. Io lo stimo tanto, anche per i valori che dà al gruppo. Lui vuole che facciamo sempre di più. Siamo un bel gruppo, tutti ci vogliamo bene".
IBRAHIMOVIC - "Lui, sin dall'inizio, voleva sapere chi fossi, era curioso. Mi stava dietro, mi dava consigli, rispetta il mio lavoro. Mi dice di avere fiducia sul campo".
DOVE VUOLE ARRIVARE - "Voglio arrivare al livello top, senza limiti. Sono convinto di potercela fare. È solo l'inizio ora, tra 10 anni potrò dire di averlo detto...".