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  • Milan, cosa c'è dietro la fatica di De Ketelaere: Charles e Pioli non si capiscono

    Milan, cosa c'è dietro la fatica di De Ketelaere: Charles e Pioli non si capiscono

    • Luca Bedogni
      Luca Bedogni
    Doveva migliorare, trasformare, o anche solo potenziare tatticamente il Milan, invece sta deludendo e basta. Franco Ordine ha scomodato pure Dante per De Ketelaere (“quando entra sembra che debba attraversare una selva oscura”). Già, quando entra… Difatti ormai De Ketelaere è quasi un cambio, uno che sale dalla panchina. Neanche contro la Cremonese Pioli gli ha dato fiducia dal primo minuto. E badate, è dal 1 ottobre che non succede in campionato. Un po’ troppo, credo, e probabilmente questo è stato uno sbaglio. Non che il ragazzo lo meritasse più di tanto, le sue prestazioni sono andate impoverendosi dalla partita col Sassuolo in poi. Aveva fatto bene le prime tre, soprattutto con Udinese e Bologna. Dopo si è perso, effettivamente. Ma è stato anche sfortunato. Il giorno del suo esordio, fateci caso, Brahim Diaz è uscito dal campo con gol e assist rubandogli involontariamente la scena. E più avanti, appena De Ketelaere ha mostrato qualche vaghezza di troppo e per di più si è infortunato, per fortuna del Milan Brahim Diaz si è fatto trovare di nuovo pronto. Non solo, ha segnato addirittura alla Juventus un gol spettacolare, e poi una doppietta al Monza. Tutte cose normali e positive per i rossoneri, ma che forse hanno contribuito a generare confusione nelle gerarchie e soprattutto nell’inserimento tattico di De Ketelaere, che evidentemente richiede un processo di trasformazione collettivo non automatico. Di fronte a ciò, per il momento, Pioli ha ritenuto più conveniente tornare al Milan di Brahim Diaz piuttosto che continuare a esplorare quello di De Ketelaere. Comprensibile. D’altra parte De Ketelaere non ha fatto molto per convincere Pioli a insistere. Anzi, si è andato quasi nascondendo dietro ai movimenti richiesti. Adesso gli manca proprio il desiderio dello spunto. Si mimetizza anonimo in un gioco che non lo cerca neanche più come protagonista. Forse deve solo sbloccarsi, fare anche lui questo benedetto gol.      

    MENO PRESENTE? MENO BRILLANTE? - Prendiamo ad esempio i minuti finali di Cremonese-Milan. Cosa si aspetta uno da De Ketelaere in questo frangente, quando Kalulu converge verso il centro e gliela passa, tutto solo soletto?

    Milan, cosa c'è dietro la fatica di De Ketelaere: Charles e Pioli non si capiscono

    Si aspetta qualcosa di analogo allo strappo visto contro il Bologna, quella volta che Charles, con prontezza, soffiò il pallone a Schouten e puntò dritto per dritto la linea difensiva che scappava, per poi scaricare a Leao il suo primo assist.

    Milan, cosa c'è dietro la fatica di De Ketelaere: Charles e Pioli non si capiscono

    No. Oggi De Ketelaere è meno ‘sveglio’, forse anche meno brillante fisicamente. Prima controlla e poi pensa. Non attacca il pallone e lo spazio con la stessa prontezza e determinazione. Qui un trequartista che riceve questa palla già orientata dal passaggio di Kalulu non può tornare indietro.

    Milan, cosa c'è dietro la fatica di De Ketelaere: Charles e Pioli non si capiscono

    Non può non assumersi questa responsabilità al Milan, specialmente con tutte quelle assenze importanti e contro un avversario del genere. C’è qualcosa che non va in questa rinuncia alla giocata.

    Milan, cosa c'è dietro la fatica di De Ketelaere: Charles e Pioli non si capiscono

    In questa delega perenne.

    Milan, cosa c'è dietro la fatica di De Ketelaere: Charles e Pioli non si capiscono

    Nel prosieguo dell’azione, ecco un altro sintomo: la palla di Bennacer che, con Leao dall’altra parte, finisce a Lazetic e non ancora al belga, quando magari stavolta toccava proprio a lui provare a fare la differenza sulla sirena. 

    Milan, cosa c'è dietro la fatica di De Ketelaere: Charles e Pioli non si capiscono

    PERCHÉ CON CDK IL MILAN SEMBRA PIÙ PIATTO? - De Ketelaere si va a mettere di spalle più spesso che Brahim Diaz, e questo accade un po’ per caratteristiche un po’ perché nell’ultimo anno al Bruges il belga giocava praticamente da prima punta, col suo metro e novanta d’altezza. Era Noa Lang che arretrava più volentieri a prendere palla fronte alla porta, in maniera cioè più simile al Diaz di Pioli. Ed è questo forse il motivo per cui a volte il Milan con De Ketelaere appare più piatto là davanti. Soprattutto perché poi, ribadisco, Charles oggi non esige il pallone quanto dovrebbe esigerlo un giocatore che vuole fare la differenza. Non fiuta aria di mismatch laddove il mismatch di fatto esisterebbe.

    Milan, cosa c'è dietro la fatica di De Ketelaere: Charles e Pioli non si capiscono

    E così, tra un Leao e un Messias, tra un Tonali e un Giroud, le partite gli scivolano addosso, e tutti noi restiamo sempre più delusi. 

    Milan, cosa c'è dietro la fatica di De Ketelaere: Charles e Pioli non si capiscono

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