Milan, cosa c'è dietro la fatica di De Ketelaere: Charles e Pioli non si capiscono
MENO PRESENTE? MENO BRILLANTE? - Prendiamo ad esempio i minuti finali di Cremonese-Milan. Cosa si aspetta uno da De Ketelaere in questo frangente, quando Kalulu converge verso il centro e gliela passa, tutto solo soletto?
Si aspetta qualcosa di analogo allo strappo visto contro il Bologna, quella volta che Charles, con prontezza, soffiò il pallone a Schouten e puntò dritto per dritto la linea difensiva che scappava, per poi scaricare a Leao il suo primo assist.
No. Oggi De Ketelaere è meno ‘sveglio’, forse anche meno brillante fisicamente. Prima controlla e poi pensa. Non attacca il pallone e lo spazio con la stessa prontezza e determinazione. Qui un trequartista che riceve questa palla già orientata dal passaggio di Kalulu non può tornare indietro.
Non può non assumersi questa responsabilità al Milan, specialmente con tutte quelle assenze importanti e contro un avversario del genere. C’è qualcosa che non va in questa rinuncia alla giocata.
In questa delega perenne.
Nel prosieguo dell’azione, ecco un altro sintomo: la palla di Bennacer che, con Leao dall’altra parte, finisce a Lazetic e non ancora al belga, quando magari stavolta toccava proprio a lui provare a fare la differenza sulla sirena.
PERCHÉ CON CDK IL MILAN SEMBRA PIÙ PIATTO? - De Ketelaere si va a mettere di spalle più spesso che Brahim Diaz, e questo accade un po’ per caratteristiche un po’ perché nell’ultimo anno al Bruges il belga giocava praticamente da prima punta, col suo metro e novanta d’altezza. Era Noa Lang che arretrava più volentieri a prendere palla fronte alla porta, in maniera cioè più simile al Diaz di Pioli. Ed è questo forse il motivo per cui a volte il Milan con De Ketelaere appare più piatto là davanti. Soprattutto perché poi, ribadisco, Charles oggi non esige il pallone quanto dovrebbe esigerlo un giocatore che vuole fare la differenza. Non fiuta aria di mismatch laddove il mismatch di fatto esisterebbe.
E così, tra un Leao e un Messias, tra un Tonali e un Giroud, le partite gli scivolano addosso, e tutti noi restiamo sempre più delusi.