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    Milan: un fondo USA tra Bee e Lee

    Milan: un fondo USA tra Bee e Lee

    In casa Milan tiene banco la questione societaria. Come si legge sul Corriere della Sera, ieri gli uomini di Bee Taechaubol hanno fatto visita allo studio legale milanese dove sono custoditi tutti i documenti e le carte del club rossonero. La cordata guidata dal broker thailandese continua a studiare i conti della società, in attesa di formalizzare a maggio la propria offerta al presidente Silvio Berlusconi. 

    IL 'CUMENDA' - L'alternativa cinese è rappresentata da Richard Lee, uomo d'affari di Hong Kong che settimana scorsa è stato ad Arcore: "In Italia ho il titolo di commendatore - ha dichiarato a La Repubblica -, amo il vostro Paese e la sua gente. Voglio essere un piccolo ponte sulla Via della Seta tra la mia terra natale e l'Italia sia per il business, sia per gli scambi culturali. Io e Berlusconi abbiamo la stessa visione delle cose, in questa fase non posso aggiungere altro". 

    TERZO (IN)COMODO - Il Corriere dello Sport scrive che, fra i due 'litiganti' Mister Bee e Mister Lee, potrebbe spuntare come terzo incomodo (gradito al Milan) un fondo americano, che sarebbe l'unico soggetto veramente in grado di garantire a Berlusconi l'immediato intervento (200-250 milioni di euro) necessario per poter ripianare i debiti e affrontare il prossimo calciomercato estivo. 

    GRANA STADIO - Tuttosport si concentra invece sulla questione legata al nuovo stadio di proprietà: stop, mancano le coperture. In attesa della decisione da parte di Fondazione Fiera su chi vincerà il bando per la riqualificazione dei padiglioni 1 e 2 dell'ex Fiera Campionaria, in ambito immobiliare iniziano a circolare seri dubbi sulla fattibilità del progetto rossonero per la realizzazione dell'impianto al Portello, a pochi metri dalla sede. Il costo dell'impianto, stimato intorno ai 300 milioni di euro, e l'assenza di un piano immobiliare ad esso correlato (abitazioni per uso privato) sarebbero i principali dubbi che il mercato del real estate sta muovendo verso il progetto del Milan, con le banche che difficilmente potrebbero aprire un finanziamento così ampio senza determinate garanzie. In alternativa i rossoneri tengono aperte le piste relative all'ex dogana di Milano-Scalo Farini e, in seconda battuta, all'area dell'Expo all'interno della cittadella dello sport tanto cara a Maroni. 
     


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