Milan, dietro Bee c'è la Doyen
Milan, spunta pure il fondo: ecco Doyen insieme a Bee. Nella cordata del thailandese c'è Nelio Lucas, uno dei re delle 'terze parti'. Come scrive il giornalista Carlo Laudisa sulla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, spunta un nome noto nella (per ora) misteriosa compagnia che appoggia mister Bee Taechaubol nella scalata del Milan berlusconiano. Si chiama Nelio Lucas, il gestore del fondo d’investimenti Doyen Sports, il colosso che da anni è al centro del mercato, con il finanziamento di operazioni che hanno fatto la fortuna, in particolare di Porto e Benfica. Il manager portoghese già nell’estate del 2013 era stato accostato ai colori rossoneri: in quei caldi giorni di luglio fece notizia il summit di Taormina con Adriano Galliani, tutti ospiti del presidente del Catania Pulvirenti e del suo vice Cosentino. Seguirono altri faccia a faccia con l’a.d. rossonero a Forte dei Marmi e a Milano. E quei ripetuti incontri fecero pensare a un avvio di collaborazione che, in realtà, poi non è mai nato. I rapporti personali sono evidentemente buoni, ma il Milan ha sempre tenuto lontano ogni associazione come la Doyen, anche perché le norme italiane non ammettono il coinvolgimento dei fondi.
DA MILANO A DUBAI - Ma lo scenario attuale ha contorni nuovi, visto anche che il contesto in cui mister Bee sta gestendo la sua trattativa con i vertici di Fininvest ha le fondamenta all’estero. Con più precisione negli Emirati Arabi, a Dubai, porto franco per eccellenza del mondo arabo. E a quelle latitudini mister Bee può operare in tutta tranquillità nella selezione dei partner migliori per il finanziamento dell’ingresso in casa Milan. L’impressione è che il broker thailandese abbia raccolto importanti manifestazioni d’interesse, ma aspetti il momento giusto per calibrare il peso dei soci che verranno coinvolti strada facendo. Intanto la cordata rappresentata dal thailandese fa i conti con il patto di riservatezza stretto dopo l’intesa di massima che prevede un ingresso immediato con una quota intorno al 30% con un esborso immediato tra i 200 e i 250 milioni. Questo è il momento in cui tocca ai professionisti gestire la due diligence indispensabile per la disamina finale. È una fase delicatissima. Ciò nonostante è confermato che gli uomini di mister Bee abbiano preso contatto con Paolo Maldini per sondarne la disponibilità e valutare il suo ruolo nel nuovo corso.
FRONTE CINESE - Non è un caso, però, che quasi in contemporanea in questi giorni sia emersa la figura di mister Pink, il magnate cinese, accreditato di mire non meno ambiziose sul club di via Aldo Rossi. Sono in ogni caso momenti delicati. Da Fininvest ormai i contatti sono stati ammessi a denti stretti, sebbene sia stata netta la precisazione che Silvio Berlusconi non intende privarsi della maggioranza delle azioni. Un particolare significativo per leggere in anticipo le prossime mosse. Sin dal primo momento, infatti, dall’entourage di mister Bee è filtrata l’intenzione di programmare una graduale crescita della partecipazione azionaria. Con l’obiettivo di salire alla maggioranza (e più) in non più di un triennio. Ma tra Arcore e dintorni sino a che punto intendono soddisfare quest’aspettativa? Il fronte interno non è insensibile a questo tema. Per esempio Barbara Berlusconi è da mesi in prima linea per il progetto del nuovo stadio, tutto rossonero. Il nuovo alleato, chiunque esso sia, supporterà questo progetto?
COS'E' DOYEN - Dalle miniere vere a quelle del calcio: sede a Malta, affari dappertutto. Il fenomeno Doyen ha tentacoli dappertutto. E non a caso è leader mondiale nel ramo sportivo dei fondi d’investimento. Ma è bene sapere che la capo-gruppo nasce con interessi nel settore minerario ed energetico: ambiti ricchissimi, con utili record da reinvestire al meglio. Nasce così la costola della Doyen Sport Investiments che in appena un decennio scandaglia i vivai sudamericani e genera profitti considerevoli. Ora come ora le stelle di casa sono Falcao, Brahimi, Kondogbia, Rojo, Castaignos, Tadic, Mangala, Leandro Damiao ed Ebecilio. Ma l’elenco si allungherebbe di molto, considerando i calciatori in procura, a cominciare da Morata.
BUSINESS - È ampia l’attività del fondo rappresentato da Nelio Lucas. Il core business è rappresentato dal controllo dei cartellini dei calciatori attraverso il riconoscimento di ricche percentuali nella rivendita. Ma è molto diffuso anche il soccorso ai club più indebitati con prestiti consistenti. Nel suo momento di maggior crisi proprio l’Atletico Madrid ha avviato il proprio risanamento grazie all’aiuto della Doyen. E in situazioni simili si sono ritrovati sia il Porto che il Benfica. E non è un caso che in Portogallo la società che ha sede legale a Malta ha piazzato i colpi migliori. Negli ultimi tempi la Doyen ha fatto capolino anche in Olanda e Francia, ma con risultati meno soddisfacenti. Di sicuro Lucas negli ultimi due anni ha pianificato lo sbarco anche in Italia, scontrandosi, però, con la rigidità delle nostre norme.
FIFA CONTRO TOP - Aggiungiamoci la recente crociata promossa dalla Fifa contro le Top, abbreviazione di Third Owner Part (proprietà di terze parti). La discesa in campo di Blatter segue l’ormai nota allergia ai fondi del suo rivale Michel Platini. Insomma, sono tempi duri per gli investitori che intendono agire ai margini dei club. Eppure il mondo del calcio resta diviso sull’argomento, nonostante le disavventure dei club sudamericani che negli anni hanno visto prosciugato il loro patrimonio tecnico. Il tourbillon di vendite, infatti, non è mai bastato a sanare i loro conti. Invece molti di quei trasferimenti hanno arricchito i loro finanziatori più o meno occulti. Ciò spiega l’offensiva concertata di Fifa e Uefa che temono l’egemonia dei temuti terzi incomodi. La questione è apertissima. Anche per questo Doyen (e non solo) va a caccia di nuove opportunità. Magari anche più sofisticate.