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Milan, Ibrahimovic e Fonseca: la cronistoria del rapporto
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DERBY DECISIVO
Nel corso degli scorsi giorni, dalla società era filtrato con determinazione un pieno sostegno a Fonseca: la volontà comune, infatti, era quella di lavorare assieme per uscire da una situazione di crisi. La sfida, giocata e persa malamente (non tanto sotto l’aspetto del risultato – 1-3 – quanto sotto il profilo del gioco mostrato al Mezza) contro il Liverpool, ha creato una spaccatura decisa con i tifosi, mai stati totalmente convinti della scelta del club di affidare il nuovo corso rossonero all’ex tecnico del Lille. Quella di domenica sera contro l’Inter sarà una partita chiave per Fonseca: in caso di sconfitta potrebbe arrivare l’esonero del tecnico portoghese. Le voci sui successori si rincorrono, da Sarri a Terzic, passando per Allegri e Conceicao, ma decisiva sarà, oltre alla stracittadina, l’opinione del senior advisor di RedBird Zlatan Ibrahimovic. Ed è qui che vogliamo concentrarci: quale scelta verrà presa, ma, soprattutto, come si è evoluto il rapporto tra l’ex stella svedese e Fonseca?
PRIMA FASE: IL CAMBIO DI ROTTA E IL SOSTEGNO
Partiamo dall’inizio. In primis, nelle idee della proprietà e della dirigenza rossonera, Julen Lopetegui era il candidato numero uno a prendere il posto di Stefano Pioli, separatosi dal Milan al termine della stagione precedente. Contatti, scelta presa, contratto pronto, ma dai tifosi sale una voce: Lopetegui non è il profilo adatto a riportare il club meneghino in vetta al calcio italiano ed europeo. L’accordo salta, la tifoseria chiede Conte, ma il board rossonero vira con decisione su Paulo Fonseca, adatto per stile di gioco, presenza, stile di comunicazione e abilità nella crescita e nel lavoro dei giovani talenti. E così Fonseca arriva, in solitaria, a Milano: c’è la firma su un accordo triennale, c’è la presentazione e la stima di Ibrahimovic. In conferenza stampa, il senior advisor elogia la scelta intrapresa: “Il nuovo allenatore del Milan sarà Paulo Fonseca. Abbiamo studiato bene attraverso i criteri, cosa cerchiamo e cosa vogliamo. Abbiamo scelto lui per portare la sua identità ai giocatori che abbiamo. Vogliamo un gioco dominante e offensivo. Dopo 5 anni volevamo qualcosa di nuovo. Abbiamo studiato come allena, come gioca, come preparare le partite. Vogliamo portare qualcosa di nuovo a San Siro. È l’uomo giusto, siamo molto fiduciosi”.
SECONDA FASE: IL MERCATO PER L'UOMO GIUSTO
E’ l’uomo giusto. Dalle dichiarazioni di Ibrahimovic si delinea un quadro preciso: il mercato ci ha raccontato come Fonseca fosse la prima reale alternativa, ma il senior advisor ha sempre specificato come il lusitano sia stato una scelta ponderata, valutata e presa insieme al direttore tecnico Geoffrey Moncada e all’amministratore delegato Giorgio Furlani. Il Milan, dopo gli anni insieme a Pioli, era perfettamente a conoscenza (oltre che cosciente) di cosa volesse e di cosa puntasse a diventare e tornare. Calcio spumeggiante, proposta offensiva e ritorno al successo. Nulla di più chiaro. Il mercato, di conseguenza, è stato impostato sotto gli spunti e i punti di vista plurimi delle figure dirigenziali e del capo tecnico Fonseca. Varie le riunioni, anche alla presenza di Gerry Cardinale, che non ha mai fatto mancare il proprio sostegno ai suoi uomini, dal campo ai vertici societari. E le direzioni che il calciomercato prende per il Milan ne sono la diretta conseguenza: c’era la necessità di ottenere una punta e arriva Morata (poi anche Abraham), serviva un’alternativa a Calabria e arriva Emerson Royal, c’era bisogno di un mediano di sostanza ed ecco che Fofana. In più Pavlovic, roccioso centrale che puntella un reparto difensivo che necessitava un rinforzo. Tutto a regola d’arte, no?
TERZA FASE: UN AVVIO DIFFICILE
Il mercato termina, la stagione inizia, dopo un pre-campionato che ha dato segnali positivi quanto importanti lato gioco e qualità espressa. È un bel Milan, quello visto in America contro Manchester City, Barcellona e Real Madrid. È un Milan che gioca bene, che mostra una filosofia convincente e offensiva e, soprattutto, è un Milan che vince. Ma, come detto, l’annata prende ufficialmente il via: sotto 0-2 in casa alla prima, pareggio in extremis contro il Torino. Sconfitta a Parma, pari all’Olimpico con la Lazio con tanto di caso mediatico cooling break (protagonisti Leao e Theo Hernandez), sosta nazionali, prestazione superba a San Siro col Venezia, sconfitta amara in Champions, fischi, rischio esonero e un derby che si avvicina sempre di più.
QUARTA FASE: TRE EPISODI CHIAVE
E in queste settimane, dall’idillio iniziale, qualcosa tra Ibrahimovic e Fonseca è mutato. Citiamo tre episodi, come riporta anche La Gazzetta dello Sport: vigilia di Milan-Torino, Ibrahimovic chiama la squadra a raccolta e parla ai giocatori, ma senza la supervisione del tecnico portoghese. Ma non solo: Fonseca, in conferenza stampa, parla di "mercato per me chiuso", ma il senior advisor di RedBird, alla presentazione di Fofana, è di un’altra opinione: "L'allenatore fa l'allenatore, la società fa il resto. Non abbiamo bisogno di altri acquisti. Con questi quattro nuovi abbiamo raddoppiato le alternative e poi c'è Milan Futuro. Questi quattro acquisti erano già obiettivi ancora prima di scegliere l'allenatore. Il mercato chiude quando dico io che chiude. Siamo al giorno 6 su 7". Il settimo giorno, alla fine, regala un’alternativa a Morata nel profilo di Tammy Abraham, ma Fonseca perderà Saelemaekers, pedina funzionale al suo gioco, apprezzata e difesa per lunghi tratti nel corso dell’estate. Ultimo, ma non ultimo, passiamo alla vigilia di Milan-Liverpool, dopo la vittoria sul Venezia: Ibra, dopo essere tornato dalle due settimane lontano dalla squadra, riparla alla squadra per sapere come sta andando con il tecnico portoghese, ribadendo un aspetto fondamentale. Il capo è e rimane lui.
QUINTA FASE: DAL "COMANDO IO" AL SUMMIT
Arriviamo agli ultimi episodi, tutti accaduti nel corso di poche ore. É il pre-partita di Milan-Liverpool e Ibrahimovic chiarisce a Sky Sport la sua posizione nella catena alimentare rossonera: "Quando Leone va via i gatti si avvicinano, quando Leone torna i gatti spariscono. Non mi riferisco alla squadra, ma a chi ci sta attorno e il livello è troppo basso. Io mi sto concentrando sul lavoro. Dal primo giorno che sono entrato sono sempre stato presente e quando non ci sono sono presente lo stesso. Il mio ruolo è semplice, comando io, sono io il boss e tutti quanti lavorano per me. So che Boban non l'ha capito, ma ora glielo ridico: comando io. Io lavoro e si lavora in silenzio". Varie le risposte alle critiche ricevute nella settimana precedente: da chi lo accusa di un’assenza ingiustificata a chi non ha compreso che ruolo abbia all’interno del mondo Milan, il messaggio è chiaro e limpido: Ibrahimovic è il capo, comanda lui e, anche quando non c’è, la sua presenza si fa sentire. Un chiarimento necessario, parole che arrivano a pochi minuti da una sfida che sarebbe stata decisiva, in positivo o in negativo per la stagione rossonera e, specialmente, per Fonseca. L’incontro, è noto, è andato a terminare sotto la pioggia di fischi e di cori della tifoseria meneghina. Testa bassa, il Milan non esce dalla crisi e il derby è alle porte. Ed è qui che nasce l’ipotesi, sempre più accreditata, di esonerare l’ex Lille e affidarsi a una nuova guida tecnica. La dirigenza del Milan, infatti, guidata proprio da Zlatan Ibrahimovic ne ha parlato a lungo all'interno della pancia di San Siro nel post partita della sconfitta subita contro il Liverpool per 3-1 all'esordio stagionale nella nuova Champions League, un ko che ha riaperto la crisi all'interno dell'ambiente. Il Senior Advisor del Fondo RedBird per il Milan Zlatan Ibrahimovic, il direttore tecnico Geoffrey Moncada e l'amministratore delegato Giorgio Furlani decidono dunque di soffermarsi nella pancia dell'impianto del Meazza per un lungo vertice sul futuro del Milan e dell’allenatore ex Roma, un summit terminato circa 35 minuti dopo la mezzanotte. Da okay, è l’uomo giusto a un destino che sembra ormai segnato. Fonseca e Ibrahimovic, storia di un rapporto che vivrà una sesta fase: sarà l’addio? Al derby contro l’Inter il compito di rispondere a questo quesito.