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Milan, Higuain non basta: per essere da Champions serve un top a centrocampo
Tuttavia non sarei sincero se accettassi di accodarmi a tutti quelli che, solo in forza di questi due acquisti, vedono un Milan già attrezzato per raggiungere la Champions League. Per me non è così. O, per lo meno, non è ancora così.
Per arrivare tra le prime quattro della serie A o, addirittura, vincere l’Europa League (altra strada gaudiosa per raggiungere la massima competizione continentale per club), Leonardo deve regalare a Gattuso almeno un paio di centrocampisti di qualità.
Oggi, in un ipotetico 4-3-3, in mezzo al campo verrebbe piazzato Biglia con a destra Kessie e a sinistra Bonaventura, mentre Locatelli, a lungo sul piede di partenza, farebbe la riserva. Detto che Montolivo è, di fatto, fuori rosa, la prima considerazione plausibile riguarda il numero assolutamente insufficiente di elementi che non va messo in subordine al rendimento.
Un’estate fa MIrabelli e Fassone lavorarono alacremente per prendere Biglia dalla Lazio. La sua stagione, però, ha aperto molti dubbi sia sulle qualità del giocatore, sia sulla sua tenuta fisica e mentale. Da quando si è trasferito al Milan, l’argentino (che dopo il Mondiale ha lasciato anche la Nazionale per manifesta inadeguatezza) è apparso l’ombra del giocatore che, pur non eccezionale, sapeva dare i tempi di gioco nella Lazio. Per me quel giocatore - ripeto, buono non fenomenale, tanto che Lucas Leiva ha saputo far meglio di lui - non esiste più. Si è inabissato tra guai fisici e timidezza tattica. Ripartire da lui e non - faccio solo un esempio - da Badelj, che il Milan aveva in pugno, è stato e sarebbe un grave errore.
Ora, per correggerlo, bisogna andare sul mercato e fare un’operazione intelligente, seguendo le indicazioni e i bisogni di Gattuso. Quanto a Kessie e a Bonaventura mi aspetto molto di più rispetto all’anno passato. Al primo, forte e possente, bisogna insegnare che il calcio non è solo corsa. Al secondo che i passaggi a vuoto, cioé la discontinuità, sono nemici della crescita. Bonaventura ha 29 anni, è giocatore fatto, il punto è stabilire se si può puntare su di lui per sfondare il buon livello e raggiungere l’ottimo. I mezzi giocatori - sia detto senza offesa - non solo non fanno la differenza, ma non sono minimamente funzionali alle grandi squadre. Cioé quello che il Milan vuole diventare.
Leggo che potrebbe arrivare Bernard e mi sorprendo. Primo, perché, strutturalmente parlando, è poco più di un peso mosca (164 centimetri per 60 chili). Secondo, perché è un trequartista che, come minimo, non serve nel 4-3-3. E, ove mai Gattuso decidesse di schierarlo, mi sembra che Calhanoglu abbia tutte le caratteristiche per farlo al meglio.
Ripeto. Per me, al Milan, mancano un paio di centrocampisti e, principalmente, uno dei due che possa fare il centrale. Ma non è l’unico nodo da sciogliere. Chi sarà il portiere titolare? Reina è arrivato dal Napoli con la promessa e la convinzione di essere il numero 1. Donnarumma, che doveva essere ceduto ma nessuno pensava mancassero le offerte, non può fare la panchina, pena l’ulteriore deprezzamento del suo valore già abbastanza ridimensionato. Personalmente non avrei dubbi. Offrirei uno dei due al Chelsea, accontentandomi di sciogliere un nodo intricato e, se partissse il più giovane, rallegrandomi di alleggerire il monte ingaggi.
E’ chiaro che, a questo punto del mercato e dopo una stagione modesta, per Donnarumma non si possono chiedere più di 30 milioni. Però essi rappresenterebbero comunque un introito e una plusvalenza consolanti.