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    Milan fuori dall'Europa: dalla poca credibilità ai debiti, le ragioni dell'Uefa

    Milan fuori dall'Europa: dalla poca credibilità ai debiti, le ragioni dell'Uefa

    Il Milan non demorde, non molla, e ricorrerà al TAS di Losanna per provare a rientrare in Europa League e ribaltare quella che è stata la decisione della UEFA. Sky Sport riporta alcune delle motivazioni della sentenza dell’UEFA: “Il piano aziendale si basava su ingenti redditi derivanti dal business cinese, che sono notevolmente diminuiti dal primo piano aziendale all’ultimo piano aziendale presentato in un periodo inferiore a un anno, il che ha avuto un impatto notevole sulla credibilità delle informazioni presentate dal club e la fiducia che il club possa effettivamente raggiungere i risultati previsti”. Proseguono poi le motivazioni. 


    RIFINANZIAMENTO - “Vi è una grande incertezza sul rifinanziamento dei debiti del Milan, considerando che in caso di mancato pagamento dei debiti a tempo debito, tutte le azioni saranno trasferite a Elliot. Ci sono molte domande riguardanti il rifinanziamento ancora senza risposta”. 


    POCA CREDIBILITA’ - Il Milan ha invocato una violazione del principio di parità di trattamento con altri club (…). La Camera Giudicante rivela che in questo caso non è solo la dimensione del deficit in quanto tale, ma il significativo deficit di pareggio, insieme con i dubbi sulla credibilità del business plan, che ha motivato la decisione di rifiutare un accordo transattivo”. 


    PROVE DEBOLI - “Contestando i dubbi espressi, più in particolare per quanto riguarda il successo dell’attuazione della strategia del club in Cin, l’effettiva realizzazione dell’operazione di rifinanziamento relativa ai debiti e un possibile cambio di proprietà del club con le conseguenze che ne derivano, il Milan non è stato in grado di produrre prove convincenti a supporto delle proprie argomentazioni”. 


    SOSPENSIONE - “Una sospensione potrebbe essere appropriata nel caso in cui la divergenza della deviazione accettabile sia tale da poter essere corretta entro un lasso di tempo definito, in base a un piano aziendale che sia credibile e ragionevole e nel caso in cui la gestione del club abbia dimostrato con le sue azioni un chiaro impegno a rendere il club conforme al requisito di pareggio. Tuttavia per ragioni già esposte (…) quando analizza le considerazioni della Camera d’inchiesta nella valutazione delle possibilità di un accordo transattivo, la Camera di giustizia non ritiene che ciò sia il caso”. 


     

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