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  • Milan, è grande non chi non cade ma chi sa rialzarsi: con questo Pioli 'camaleonte' lotterai fino alla fine

    Milan, è grande non chi non cade ma chi sa rialzarsi: con questo Pioli 'camaleonte' lotterai fino alla fine

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    15 punti in 6 partite con mezza squadra rinnovata e con un profondo turnover già applicato sono un ruolino di marcia eccellente per il Milan di Pioli. Peccato che nel mezzo ci sia quello stramaledetto derby che aveva addensato nubi nere sulla panchina del tecnico rossonero e sul rendimento della nuova edizione della sua squadra. Certo non si può far finta che non ci sia stato e che non passerà alla storia. Ma altrettanto indubbiamente bisogna riconoscere che il tecnico rossonero è stato bravo ad andare avanti dritto per la propria strada e che abbia limitato il più possibile gli strascichi di quella serataccia. Dopo il derby infatti il Milan ha dominato il Newcastle in Champions League e ha ripreso a vincere in campionato tenendo il passo proprio dei cugini, anzi addirittura agganciandoli dopo solo due partite. Partite in cui oltretutto, il Milan ha fatto molto meglio dei rivali.

    Pioli si è lasciato alle spalle la crisi post derby cambiando pelle, atteggiamento tattico e modulo in tutte le partite. Ma la cosa più sorprendente è stato il tourbillon di giocatori utilizzati, andando a ripescare anche risorse cadute nel dimenticatoio e facendo debuttare giovanissimi o oggetti quasi misteriosi. Altri avrebbero cercato di cambiare il meno possibile per ritrovare le certezze dopo la cinquina del derby e invece Pioli non ha cambiato la strategia iniziale, che era quella di coinvolgere il maggior numero di giocatori possibili per far in modo di trarre nuove energie fisiche e nervose a ogni partita e tenere tutti dentro al progetto in previsione della parte clou della stagione. Tutte cose che l'anno scorso non erano state fatte e infatti il Milan aveva accusato un vistoso calo a gennaio e aveva terminato la maratona stagionale con il fiatone.

    La vittoria di Cagliari da questo punto è stata emblematica: Pioli ha scelto di schierare la difesa titolare dandosi così la possibilità di giocare una partita d'attacco, tenendo la linea alta e un costante possesso palla. Un Milan molto diverso da quello che aveva vinto contro il Verona pochi giorni fa. In questo modo il tecnico rossonero ha accorciato il campo e ha favorito le trame offensive dei "nuovi" lanciati nella mischia, semplificando anche il debutto dal primo minuto di Adli, che peraltro non ha del tutto sfigurato. La squadra ha dimostrato grande tenuta psicologica poiché non si è scomposta dopo il siluro di Luvumbo (Sportiello non esente da colpe dato che era sul suo palo, ma poi si sarebbe riscattato nella ripresa) e ha continuato a giocare allo stesso modo completando la rimonta già nel primo tempo. A dire il vero sui gol di Okafor (non male la sua prestazione) e Tomori (elemento irrinunciabile in questo Milan) sono stati determinanti gli errori del portiere cagliaritano Radunovic. Nella ripresa il primo timbro rossonero di Loftus-Cheek ha dato poi la possibilità a Pioli di sublimare la sua apoteosi del turnover facendo giocare Musah nel suo ruolo, scaldando Leao in vista della Lazio e sperimentando addirittura Romero che sembrava desaparecido. Il messaggio è chiaro: tutti devono essere coinvolti nel progetto di questa stagione, un progetto che va avanti con forza e convinzione nonostante i 5 gol nel derby. Proprio la capacità di voltare pagina e andare avanti è stata la miglior dimostrazione di una nuova mentalità da "grande" e la certezza che questo Milan potrà lottare per il vertice fino alla fine del campionato.

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