Meno tre alla chiusura del mercato e il top player per la Champions resta una chimera. Parliamoci chiaro, in Italia il Milan parte nettamente favorito. Quello che ci si aspettava da Galliani era il grande acquisto per essere competitivi anche in Europa. Ma al momento gli indizi sono chiari: non arriverà più nessuno.

Se Mexes e Taiwo sono ottimi colpi a costo zero, se El Shaarawi è un ingaggio in ottica futura, se Aquilani a sei milioni di euro può essere un affare, pesa come un macigno sul mercato del Milan il clamore sollevato dagli annunci sul presunto Mister X e trasformatosi poi in imbarazzante silenzio: la montagna ha partorito il topolino e continua a mancare un giocatore in grado di cambiare il volto alla squadra nelle sfide che contano. Ebbene, il campione non c'è e con ogni probabilità non ci sarà. Riciclare Kakà sarebbe solo un palliativo. Con effetti più mediatici che di campo.

E allora che deve fare il Milan? Se soldi e occasioni sul mercato scarseggiano, si può giusto appigliarsi a Ibrahimovic. L'unico in rosa in grado di vincere le partite da solo (non contiamo Thiago Silva, ma solo per questioni di ruolo). Lo svedese però soffre di mal d'Europa, come molti dei suoi compagni. Lo avevamo scritto tempo fa: i rossoneri non hanno un attaccante con score da bomber in Champions. E a metà campo Aquilani può essere solo un buon rinforzo, non la panacea di tutti i mali.

Insomma, o Galliani regala un colpo di coda finale da numero uno o il destino del Milan in Europa sarà simile a quello degli ultimi anni. A meno che qualcuno a Milanello non abbia trovato il modo di rompere la maledizione di Ibra. Perché se il fenomeno di Malmoe fosse quello del campionato, allora...