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    Marocco, da Benatia a Ziyech e Harit: la ricetta di Renard per i Mondiali

    Marocco, da Benatia a Ziyech e Harit: la ricetta di Renard per i Mondiali

    • Alessandro Cosattini
    Il Marocco arriva ai Mondiali in Russia col 42esimo posto nel ranking Fifa guidato dalla Germania Campione del Mondo in carica. La squadra allenata da Hervé Renard non partecipava ai Mondiali dal lontano 1997/1998. Il miglior risultato raggiunto in una Coppa del Mondo sono i gironi: la squadra marocchina non si è mai qualificata alla fase a eliminazione diretta. Nel palmares del Marocco c’è una sola Coppa d’Africa, nel 1975/76. Nel 2003/2004, invece, è arrivato un secondo posto alle spalle della Tunisia. 

    PERCORSO - Il Marocco si è qualificato ai Mondiali grazie al primo posto nel Girone C di qualificazione. Tre vittorie e tre pareggi in sei partite, zero le sconfitte. 11 i gol realizzati, ma soprattutto 0 quelli subiti sono valsi al Marocco il primato nel gruppo davanti alla Costa d’Avorio, al Gabon e al Mali. Decisivo il 2-0 nel match finale proprio contro la Costa d’Avorio, grande esclusa dai Mondiali tra le squadre africane. 

    STELLE - Il giocatore più rappresentativo di questo Marocco è sicuramente Mehdi Benatia, difensore centrale della Juventus campione d’Italia. Hakim Ziyech è il gioiello della squadra: talento cristallino classe 1993 di proprietà dell’Ajax e seguito da vicino dal direttore sportivo della Roma Monchi. Occhio ad Amine Harit, classe 1997 dello Schalke 04 che ha totalizzato 3 gol e 7 assist in 31 partite di Bundesliga: è seguito dalle big d’Europa. Il Marocco di Renard è un mix vincente tra esperienza e gioventù.

    GIRONE - Sulla carta il Marocco è spacciato nel Girone B: Spagna e Portogallo sono sicuramente le favorite per il passaggio del turno. La squadra allenata da Renard, però, vuole insidiare le due grandi per provare a raggiungere il secondo posto nel raggruppamento. L’Iran è sicuramente la squadra meno attrezzata delle quattro. Primo match proprio contro l’Iran, per dare subito un segnale forte: dopo le sfide con Portogallo e Spagna. 
     

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