Marisa Raciti: 'Umiliata e offesa da quella maglietta. Stato impotente, Renzi e Grasso nemmeno una telefonata'
"Ieri sera mi sono sentita umiliata perché è stata offesa la memoria di mio marito: è stata indossata una maglietta che inneggia all’assassino di un poliziotto. Tutti hanno visto la prepotenza di questa persona, ma poi che è successo? Io ho pieno diritto, adesso, di avere risposte dalle Istituzioni. Lo Stato ieri era presente allo stadio nelle massime espressioni, e che ha fatto?. Lo Stato deve essere forte e non debole e ieri c’è stata l’espressione evidente della sua impotenza".
E poi ancora: "Non c’è stato un altro caso Raciti ma c’erano i presupposti affinchè questo accadesse, perché la violenza c’è stata e io, dopo avere seppellito mio marito, che ha lasciato una moglie e due figli, non voglio vedere altri servitori dello Stato cadere vittima della violenza. È ora che qualcuno ponga fine a tutto questo, ma non a parole...
Sono molto amareggiata e addolorata, umiliata e offesa. Indignata. Sono indignata. Mio marito era un servitore dello Stato che ha indossato la divisa a 19 anni, con onore. È morto così, con quell’onore. E non si deve dimenticare. Nessuno si deve permettere di umiliare quel sacrificio e disprezzare i poliziotti che ogni giorni escono da casa senza sapere se torneranno. Ieri ho visto la debolezza dei vertici dello Stato nel vedere quell’individuo sugli spalti a dettare legge. E con quella maglietta in mostra sugli spalti, che portava la scritta di un assassino. Nessuno ha detto niente: una vergogna. Mia figlia Fabiana mi ha detto che è stanca di vivere in questo paese, vuole andare via dall’Italia. Non è giusto subire sempre. Eppure il premier Matteo Renzi era lì all’Olimpico a vedere la partita. E allo stadio c’erano anche il presidente del Senato, Pietro Grasso e altri vertici dello Stato. Non ho ricevuto nessuna telefonata di solidarietà, se fosse scappato il morto sarebbero corsi ai funerali. Io sono onorata di essere stata la moglie di Filippo Raciti: voglio rispetto per la sua memoria".