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Marino scrive per CM: 'La telefonata bollente tra Marotta e De Laurentiis'
“Non gioca, ma vale!” questo è il clamoroso paradosso che, subito dopo Capodanno, ci proporrà la prossima fiera calcistica di Milano. Un paradosso solo apparente, però, perché, dalla parte del talentino Rugani, ci sono validissime attenuanti per non giocare alla Juve, avendo davanti dei mostri sacri di esperienza e bravura, come i tre granatieri Barzagli, Bonucci e Chiellini,
D’altra parte, ad esclusione, forse, della sola Inter, tutte le attuali potenziali pretendenti di classifica allo Scudetto, non hanno un reparto difensivo così solido, strutturato e ben assortito come la Juventus, dove uno giovane e forte come Rugani, giocoforza, diventa una riserva dall’irrisorio minutaggio.
Ecco perché il telefono di Beppe Marotta, in questi giorni, per colpa di Rugani, sembra un tizzone ardente e la segreteria telefonica mette in lista d’attesa Sabatini e Pradè, perchè è passata la prima chiamata, quella di Aurelio De Laurentiis, che guadagnò la pole position nella trattativa tre settimane fa.
Una telefonata, quella del produttore cinematografico, che gli addetti ai lavori ben informati definiscono dai toni quasi appassionati, preludio di una imminente “proposta indecente”, da formulare se Marotta, non avesse immediatamente chiuso le orecchie, trincerandosi dietro la logica incedibilità momentanea di Rugani, forse non irrevocabile per i motivi di cui parleremo.
D’altra parte, non c’è una sola ragione per cui il manager bianconero, tra i più esperti e scafati in circolazione, ad un mese e mezzo dall’inizio della finestra di mercato, con tante partite ancora da giocare, debba cominciare ad ascoltare offerte per un giocatore così richiesto. Da qui fino a Gennaio, Rugani, per “colpa” o per “merito” del giudice sportivo o del medico sociale, potrebbe anche improvvisamente tornare utile alla Juventus ed esplodere ai livelli di cui è portatore sano di potenzialità.
Ma torniamo alla telefonata di De Laurentiis. Il mio ex presidente, se Marotta gli avesse concesso lo spazio, con il suo modo, a volte, provocatorio e diretto, probabilmente gli avrebbe detto: “A Peppì … li vuoi venti milioni per Rugani?”. Questo perché il Dela, su Rugani, è caldo davvero, anzi bollente, infiammato a dovere da mastro Sarri, che di Daniele è il vero mentore.
La iniziale e logica chiusura di Marotta, non è bastata, né basterà a fermare il presidente partenopeo che, come è solito fare con i migliori registi ed attori da ingaggiare per i suoi film di Natale, continua e continuerà un corteggiamento incessante sulla Juve e sul calciatore. Il buon Giuntoli, delegato a marcare costantemente i dirigenti bianconeri e Rugani, quasi ogni mattina augura telefonicamente il buongiorno a Fabio Paratici e misura certosinamente la temperatura in casa bianconera, pronto a riferire a De Laurentiis. Il ds napoletano, naturalmente, non trascura neanche l’agente di Rugani, quel Davide Torchia, ex portiere dalle scapole alate, bravissimo manager, con un impareggiabile fiuto per i giovani calciatori in procinto di esplodere.
Torchia, due anni fa, fu intermediario sagace, tra Empoli e Juventus, del riscatto definitivo di Rugani da parte di Marotta, conclusosi, con un gradissimo affare del club bianconero, per la modica somma di quattro milioni. Ottimo, quindi, il rapporto di Torchia con i dirigenti juventini, ma ancora di più con Maurizio Sarri. L’allenatore napoletano, è stato sempre stimato dall’ex portiere del Brescia per l’opera di esponenziale crescita del suo assistito e sostenuto in Società, grazie al rapporto di grande amicizia, intrattenuto dall’agente con il presidente Corsi, durante la sua esperienza empolese. Logico, quindi, che Napoli sia la destinazione prediletta di Daniele Rugani, con poche speranze per le altre pretendenti.
Proviamo, così, a prevedere gli scenari futuri.
La Juve giudicherà il giocatore incedibile, probabilmente, fino a Natale.
Se, all’arrivo delle festività, le apparizioni in prima squadra di Rugani saranno proporzionali al minutaggio attuale, in casa juventina si dovranno fare, come è giusto che sia, ragionamenti diversi, cominciando, magari, anche ad ascoltare i pretendenti dell’ottimo Daniele. Difficile che il forte difensore accetti di parlare di prestiti con interlocutori interessati solo alla politica dell’usa e getta. Sarà allora che, se De Laurentiis formulerà quella proposta indecente che avrebbe voluto gridare a Marotta tre settimane fa, la Juventus comincerà a riflettere seriamente.
Una plusvalenza economica di almeno sedici milioni, che produce una liquidità di venti, magari accompagnata da altri tre o quattro milioni di bonus raggiungibili, per un giocatore in esubero, farebbe barcollare chiunque.
Attualmente, la Juventus, ha immediato bisogno di completare la coraggiosa e necessaria rifondazione della squadra, iniziata la scorsa estate, rinforzandosi da metà campo in su (Lavezzi-Soriano). Il reparto difensivo, al momento, giocando a quattro, è già ben assortito, tanto da concedere a Rugani solo una manciata di minuti. Quella immediata ed imponente liquidità, immessa dal Napoli nei forzieri bianconeri, permetterebbe, ai manager juventini, di rifinire la squadra, nel segno dell’equilibrio economico finanziario, tanto caro agli azionisti.
Per il Napoli, invece, l’affare Rugani rappresenterebbe un investimento intelligente, in grado di rinforzare la rosa dei titolari, nel difficile, ma non impossibile, percorso verso lo Scudetto ed anche verso la più abbordabile futura Champions League.
Pierpaolo Marino