Malagò: 'Se condizionato Tavecchio può lasciare. Nuove indagini anche dalla Fifa'
Non c'è pace per Carlo Tavecchio. Il nuovo presidente della FIGC, finito sotto la lente di ingrandimento della Uefa per le dichiarazioni razziste pronunciate davanti all'assemblea della Lega Nazionale Dilettanti, sta preparando la sua difesa. Ma dalle pagine del Corriere della Sera arriva l'intervista del presidente del Coni, Giovanni Malagò, che svela un clamoroso retroscena sul futuro di Tavecchio: "I problemi conseguenti alle parole di Tavecchio sono stati davvero tanti. Mi aspettavo l'inchiesta da parte della Uefa, avevo ricevuto segnali in questo senso. E non mi sorprenderei se si muovesse la Fifa e sulle prese di posizione dell’Associazione calciatori anche la procura federale".
Non un buon inizio per la nuova FIGC con Tavecchio che potrebbe anche prendere una nuova e clamorosa decisione: "L’ho sentito, gli ho parlato, sta preparando la sua difesa, mi è parso sereno, sta lavorando molto. Ma aggiungo che se il neopresidente federale dovesse sentirsi condizionato da certi eventi, tipo quello dell’Uefa, o da altre manovre, da pressioni di parte, corporative, non mi stupirei affatto se facesse un passo indietro e rassegnasse le dimissioni. In un lungo colloquio, prima della sua elezione, Tavecchio mi ha parlato del suo programma, della sua forza elettorale, anche in modo convincente. Aggiungendo che se non fosse stato in grado di operare per il bene del calcio si sarebbe dimesso. Ribadisco, se questi ultimi avvenimenti dovessero condizionare lui e la sua azione, Tavecchio lascerebbe".
Un programma, quello di Tavecchio, che però soddisfa Malagò: "E' un programma coraggioso. Ma deve dimostrare di non essere, mi si permetta questa immagine, un re travicello. Quando mi confrontai con lui, mi confidò l’intenzione di ingaggiare Conte. Gli replicai che avrebbe avuto il mio consenso, Conte è un vincente, aggiungendo però che ci sarebbero state delle difficoltà sull’ingaggio. Mi spiegò che le avrebbe affrontate e risolte, rispettando quei limiti economici e finanziari che guidano una Federazione. Ha mantenuto la parola coinvolgendo in modo creativo aziende private. E, conoscendo Conte, stiano tranquilli i puristi, non si farà certo condizionare dallo sponsor. La mossa Fiona May? Quando Fiona ha chiesto la mia opinione, le ho detto di accettare solo nel caso di un ruolo preciso, operativo. Sulla discriminazione territoriale, invece, è stata presa una saggia decisione comunicata malissimo, come se adesso si potesse insultare il prossimo a seconda della sua provenienza, che sia Milano, Roma o Napoli. In realtà scatterà una differente sanzione, più mirata, chirurgica e non solo a danno delle società e degli altri tifosi che nulla c’entrano".
La chiusura va al rapporto con il governo Renzi, forse distante dal mondo dello sport: "Assolutamente no. Renzi è partecipe e rispettoso, insieme al sottosegretario Delrio, delle esigenze e dei problemi dello sport. Anticipo che abbiamo studiato un format innovativo molto importante per la crescita sociale e sportiva del nostro Paese. Vogliamo definire in fretta il progetto scuola e sport".