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    Jacobelli: né Tavecchio né Albertini, Malagò pronto a fare commissario Figc

    Jacobelli: né Tavecchio né Albertini, Malagò pronto a fare commissario Figc

    Giovanni Malagò è sempre più vicino a diventare commissario della Figc. Se l'11 agosto, in sede di votazione per eleggere il successore di Abete, una o più Leghe si spaccheranno e si registrerà una situazione di manifesta ingovernabilità o dalle urne scaturirà un presidente dimezzato, il presidente del Coni prenderà in mano la situazione e interverrà direttamente per mettere in riga il mondo del calcio che, con la presidenza Tavecchio, spalleggiato da Carraro, Galliani, Lotito e Macalli, non potrebbe mai cominciare la sua rifondazione, ma farebbe un salto nel Mesozoico.

    Del resto, a calciomercato.com, il capo dello sport italiano l'aveva detto sin dal 5 luglio scorso, quando, nel quartier generale del Coni, aveva rilasciato l'intervista escusiva a Guglielmo Stendardo, difensore dell'Atalanta.

    Era la prima volta che un presidente del Coni si concedeva al taccuino di un calciatore professionista di serie A in attività. Malagò dixit: "Nel calcio stiamo vivendo una  fase storica: vedremo ciò che succederà l'11 agosto con le nomine federali. In materia ho idee molto precise. Non andrò contro le norme e contro  i regolamenti: non perchè non abbia il coraggio che credo di aver dimostrato di possedere, ma perchè va rispettata l'autonomia della singola disciplina sportiva. Il principio vale per il calcio come per le altre federazioni. Ma sarò pronto a intervenire qualora si rendesse necessario, come prevede il mio compito di vigilanza".

    E' passato un mese, durante il quale è successo di tutto e durante il quale, ogni volta che Tavecchio ha aperto bocca, si è dato una martellata sui denti.

    Dai giocatori "che mangiavano le banane prima di venire in Italia" alle donne calciatrici "che si pensava fossero handicappate", giù giù sino al "sono stato trattato peggio del killer di John Kennedy", affermazione pronunciata ai microfoni del primo canale della Radio di Stato.

    Un altro, al posto di Tavecchio si sarebbe sotterrato o, quantomeno avrebbe ritirato la candidatura a diventare il capo di una delle federazioni sportive più importanti del pianeta, anche se il suo peso politico, negli ultimi quindici anni, è progressivamente sceso al livello delle Cook, isole deliziose, ma calcisticamente non influenti.

    Al punto che, la settimana scorsa, durante il faccia a faccia nella Palazzina H del Foro Italico, Malagò ha provato a sondare il terreno per capire se Tavecchio volesse farsi da parte, di fronte alla rivolta dei tifosi sul web, all'indignazione di Fifa e Uefa, al disastro d'immagine procurato al calcio tricolore, alla levata di scudi di una parte del mondo politico, al progressivo sfaldamento della sua candidatura (da 18 sì e 2 no, in Lega A ora siamo scesi a 11 sì e 9 no; in B il Brescia si è sfilato; in Lega Pro, ufficialmente sono tutti con Tavecchio, in realtà diconon che l'11 agosto sarà la festa dei franchi tiratori). Macché.

    E allora, Malagò ha deciso: per evitare che il calcio vada nel pallone, è pronto a intervenire. Intanto, dall'Asia, Andrea Agnelli ha dato un'altra mazzata a Tavecchio: " Non c'è nessun piano né un'idea condivisa sulla direzione che il sistema dovrebbe prendere. Alle elezioni della Figc si presenta un candidato che parla di giocatori che mangiano banane, invece che delineare le sue proposte per farci progredire".

    Parole sante, come quelle pronunciate stamane dal presidente del Coni nell'intervista rilasciata a Marco Mensurati per Repubblica: "Il commissariamento sarebbe un'ipotesi positiva. Da questa storia, che ormai è diventata un  thriller, mi aspetto un finale a sorpresa. Magari entro l'11 agosto, magari subito dopo. Di certo il calcio italiano va resettato. Tutto quello che sta succedendo mi imbarazza moltissimo. Il programma di Tavecchio è coraggioso e innovativo. Io però gli ho detto che non riuscirà ad attuarlo. Gli ho detto che ha troppe cambiali da pagare. Gli ho detto che le sue idee non sono conciliabili con queste cambiali. Lui mi ha giurato che non ha vincoli con nessuno, stiamo a vedere. Per ciò che riguarda Albertini, la sua candidatura e la sua vittoria sarebbero di per sé una grande novità. Ma ritengo difficile il suo successo".

     Calciomercato.com l'ha detto sin dalla sera del 24 giugno, subito dopo le dimissioni di Abete in calce all'eliminazione dell'Italia dal mondiale: ci vuole un commissario per spazzare via questo sistema decrepito. E Malagò è l'uomo che può farlo.

    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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