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    Maida: Roma, 3 batoste fanno una prova

    Maida: Roma, 3 batoste fanno una prova

    Il mio fornaio di fiducia è ancora una volta il termometro della situazione: oggi, dice tagliando un pezzo della sua meravigliosa pizza croccante, non si parla di calcio. E’ un romanista di vecchia data. Ha partecipato ad alti (pochini) e bassi (tantini) con punte di estremo masochismo come la colletta del Sistina quando non c’erano i soldi per andare a giocare a Vicenza. Presto passerà, come è sempre stato dopo i rovesci anche grotteschi che una squadra ciclotimica regala ai suoi tifosi tanto per metterli alla prova.

    E’ inutile cercare motivazioni tecniche, presunti errori di Garcia, piedi molli di Pjanic, impresentabilità di una difesa che sta facendo ridere l’Europa, che pure avrebbe altro a cui pensare: 16 gol incassati in 5 partite sono davvero qualcosa su cui meditare, ma venire a capo del problema secondo me è praticamente impossibile. Intendiamoci. Il Barcellona ne aveva fatti quattro al Real, a casa Bernabeu, e quindi non si capisce lo stupore davanti alla sestina inflitta alla Roma da Luis Enrique, che deve avere provato un piacere particolare ricordando quelli che a Roma lo trattarono da scemo del villaggio.

    Ma se tre indizi fanno una prova, allora c’è sotto qualcosa d’altro. Nelle ultime stagioni la Roma ha beccato sette gol dal Manchester United, sette gol dal Bayern e adesso sei dal Barcellona. Da Spalletti a Garcia, nessuna squadra del continente presenta un curriculum così inquietante. Naturalmente si può perdere, ci mancherebbe, ma questi tracolli psicofisici nascondono un malessere che è forse figlio del benessere. Roma è troppo bella, troppo intrigante, troppo seduttiva per non lasciare il segno sui suoi ospiti e perfino sugli stanziali che pure dovrebbero avere addosso gli anticorpi per evitare di crollare. Quando Rugantino canta il suo inno al ponentino, tra romanticismo e complicità, non pensa certo alle formule di campo e tanto meno alle incazzature di Sabatini. Adesso processate pure chi volete, ma ricordatevi di chiudere le finestre.

    Enrico Maida

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