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    Maida: Florenzi troppo forte per l'Italia

    Maida: Florenzi troppo forte per l'Italia

    Fa un certo effetto ascoltare le parole di Walter Sabatini quando descrive le virtù di Florenzi definendolo addirittura superiore a Dani Alves nel ruolo di esterno destro. L’elogio, per altro meritatissimo, non tiene conto che questo ruolo è figlio dell’emergenza che ha messo fuori combattimento prima Maicon, estroso titolare con mille acciacchi e poi Torosidis in attesa di lanciare in orbita un diciottenne nigeriano potenzialmente fortissimo di nome Nura (ricordatevi questo nome). Florenzi si è adattato con grande spirito di servizio dimostrando di essere un tipo di giocatore praticamente universale che qualunque allenatore vorrebbe avere in organico. Un classico  tappabuchi capace di interpretare praticamente tutti i ruoli non escluso quello del portiere se ci fosse da far fronte a un’espulsione.

    Naturalmente Florenzi è molto di più. E’ l’uomo che segna un gol da dedicare alla nonna, con tanto di corsa a scalare la tribuna, così come è il prestigiatore che inventa la favolosa palombella che lascia di stucco il Barcellona. E’ il ragazzo che a 24 anni si vede consegnare la fascia di capitano della Roma, l’ennesimo capitan futuro, e poi si dimostra capace di segnare e far segnare grazie a piedi educatissimi. In definitiva un giocatore unico nel suo genere: per quanto mi sforzi di ricordare tra le mille partite viste in tutto il mondo, non riesco a trovare qualcuno che possa somigliargli. Un campione universale, forse un precursore del calcio moderno, ammesso che esista.

    Eppure, fateci caso, la sua presenza fissa in Nazionale è tutt’altro che scontata. Per il ruolo di esterno destro Conte sembra preferire soluzioni diverse, anche a centrocampo, una volta garantito il recupero pieno di De Rossi e Marchisio, pare esserci uno spazio molto ristretto. Il più forte calciatore italiano non ha la maglia azzurra garantita per colpa della sua disponibilità. Non deve prendersela perché prima di lui in altro fuoriclasse romano venne escluso dalla Nazionale. Si chiamava Fulvio Benardini, un autentico signore nel calcio e nella vita, rimasto impassibile quando Vittorio Pozzo motivò così la sua mancata convocazione: .

    Enrico Maida
     

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