Lucescu:| 'Conte è arrabbiato con me, ma lo stimo'
Intervista all'allenatore romeno dello Shakhtar Donetsk.
Lucescu: "Mazzarri attento, la Juve se ne va...".
"Conte è arrabbiato con me, ma io lo stimo molto. I bianconeri sono una squadra forte, con qualche difetto tattico. Marchisio giocatore raro".
Mircea Lucescu, per caso Mazzarri le ha chiesto come si fa a mettere tanto in difficoltà la Juve?
(ride) «Lasciamo stare. Qualcosa ho detto, ma pare che Conte se la sia presa. Ho letto che vuole farmi rimangiare quelle parole, ma io in realtà ho una grande stima nei suoi confronti».
Nemmeno un accenno?
«Ora no, magari dopo il match di ritorno. Il lavoro non è ancora terminato...».
A parte gli scherzi, che idea si è fatto della Juve, è una squadra di assoluto livello internazionale?
«Su questo non è dato dubitare. E' una squadra ben costruita, con valori. Non è una squadra vecchia, ha margini di miglioramento e buoni equilibri».
Fare i complimenti all'avversario non guasta mai.
«Ma è la verità. Aggiungo che i bianconeri corrono tantissimo e hanno un notevole spirito di squadra. Al tutto si aggiungono due fenomeni».
Pirlo c'è di sicuro.
«E Buffon. Quando giochi al loro fianco è impossibile non dare tutto. Tanta professionalità in campo e fuori ti porta all'emulazione. Questa è la Juventus».
Avranno pure dei difetti.
«Sul piano tattico, avendo un modulo preciso, sono obbligati a seguire certe traiettorie di gioco».
Suona bene, ma non è mica tanto chiaro.
«Ripassi dopo il match di ritorno e potrò essere più esplicito».
Vabbè, personalmente ci ha colpito una cosa. La Juve globalmente quella sera percorse dieci chilometri più di voi, ma francamente nessuno allo stadio ha avuto quella sensazione. «E' che abbiamo fatto correre molto la palla. Oltretutto giocando in casa gli uomini di Conte sono stati obbligati a uscire per fare un pressing molto alto. Dovevano partire a una decina di metri dalle nostre fonti di gioco, non era un pressing corto. Comunque la Juve corre davvero molto, le assicuro».
Il Napoli può metterla in difficoltà?
«Penso anch'io che in Italia la squadra più attrezzata per dare fastidio alla Juve sia il Napoli. Per certi versi è sorprendente, perché li bianconeri hanno speso molto per arrivare dove sono. Certo se la Juve dovesse vincere chi la fermerebbe più? Mazzarri lo sa, per cui penso che assisteremo a una partita molto tesa».
La carta di Mazzarri si chiama Cavani. E' lui lattaccante più forte del campionato italiano?
«Sì, Napoli è davvero un ambiente speciale per gli attaccanti. Hanno sempre avuto dei fenomeni là davanti e Cavani allunga la lista».
Juve e Napoli adottano la difesa a tre, che in Europa usa poco.
«Il modulo di gioco è relativo. Mi creda, contano di più i rapporti tra i giocatori. Le fortune della Juve ad esempio nascono proprio dalla difesa, dallo spirito con cui Barzagli, Bonucci e Chiellini giocano, dal loro muoversi sapendo che possono rischiare qualcosa grazie alla copertura degli altri due. Loro si sentono, anche senza parlarsi troppo e rispettano alla perfezione i principi di gioco del loro tecnico. Non so però cosa succederà quando uno dei tre dovesse passare la mano».
Tra Marchisio e Vidal chi le piace di più?
«Marchisio ha sicuramente qualcosa in più. I due sono eguali nel sacrificio, ma Marchisio è raro per come sa proporsi. Nessuno può pensare che lui sta arrivando, fino a quando non se lo trova addosso. E' uno di quei giocatori che possono sorprenderti. E in qualche modo è un conduttore di gioco, nel senso che correndo mette i compagni nella condizione di cercarlo».
Di Vucinic?
«Che con il Montenegro non ha giocato la sfida con l'Ucraina, quindi sarà a posto con il Napoli...».
Veramente pare sia febbricitante.
«Ah, può darsi».
Lo sa che la Juve segue i suoi talenti da parecchio tempo. Da ben prima che il sorteggio di Champions vi mettesse gli uno contro gli altri.
«Fanno tutti così. Anche il Barcellona, l'Inter. I grandi club sono dappertutto. Sono ragazzi che abbiamo preso quando avevano 18-19 anni, sono cresciuti gradualmente, hanno iniziato a competere a livello internazionale e hanno imparato a vincere».
Il difficile è individuare il talento.
«Senza talento nel calcio non si vince. Per vincere nel calcio hai due strade: o ci arrivi comprando molto se hai i mezzi per farlo, oppure devi cercare giocatori complementari (testuale, il romeno parla un italiano strepitoso, ndr) tra loro. In questo caso più che i soldi, hai bisogno di tempo. Però quando arrivi è difficile che ti ricaccino indietro. Puoi perdere un paio di giocatori, ma lo spirito di squadra resta».
Dopo il pareggio della Juve a Stamford Bridge e quello vostro allo Juventus Stadium vi sentite i favoriti del girone?
«No, però stiamo limando gli errori del passato. Sbagliamo sempre di meno e siamo più rispettati. Infatti stanno diminuendo anche gli errori degli arbitri nei nostri confronti. E' un fenomeno assolutamente normale nel calcio professionistico, dove la sudditanza psicologica esiste, eccome».
Tornando ai suoi gioielli, chi è quello a cui si sente di pronosticare il futuro più roseo?
«Adesso qualcuno ha scoperto Teixeira, che fino a qualche mese fa era uno sconosciuto. Willian è già un giocatore completo, Douglas deve crescere ancora. Ma se devo fare un nome dico Fernadinho. Sono meravigliato del fatto che non sia titolare fisso nel Brasile. Credetemi, lui vale Pirlo».
Sabato sera ci sarà un suo osservatore allo Juventus Stadium?
«No, me la registrerò in televisione. L'osservatore l'ho mandato a Tottenham-Chelsea, un passo per volta. Così ho costruito il mio Shakhtar».