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  • Furia Conte: parlerà prima del Napoli e ne avrà per tutti, compreso Lucescu

    Furia Conte: parlerà prima del Napoli e ne avrà per tutti, compreso Lucescu

    Antonio Conte non parla. In pubblico. Lo farà, con ogni probabilità, prima dell’incrocio al vertice con il Napoli, ma fino a quel momento toccherà ad altri diffonderne i pensieri. In privato è tutta un’altra storia. Con i suoi giocatori e con i dirigenti il tecnico bianconero è un fiume in piena, prossimo a esondare. Perché di questa settimana non gli è piaciuto quasi nulla. Non la sua squadra, troppo a lungo sofferente contro lo Shakhtar di Mircea Lucescu . Non le successive punture di spillo del tecnico romeno, che pur riconoscendo alla Juve una grandissima intensità, ha puntato l’indice sulla qualità della manovra bianconera: «In attacco sono ripetitivi, fanno sempre la stessa cosa e non cambiano». Men che meno la sentenza del Tnas, subita e obtorto collo accettata. L’unica nota positiva, è che in due casi su tre c’è il tempo per ribaltare giudizi e risultati. A dicembre Lucescu potrebbe essere costretto a rimangiarsi le parole incautamente spese dopo la sfida d’andata e lo Shakhtar rendersi conto che quando si tratta di chiudersi e ripartire in Italia non si accettano lezioni da nessuno.


    NESSUNO SCONTO - Ma l’Ucraina è lontana, anche cronologicamente. Così, in un curioso incrocio del destino, tocca proprio al Siena subire la rabbia del tecnico che l’ha riportato in A in quella controversa stagione che a distanza di oltre un anno ancora campeggia nei titoli di notiziari e giornali. Il ritorno in panchina avverrà il 9 dicembre a Palermo ma per certi versi è al Franchi che Conte può lasciarsi alle spalle i veleni che hanno caratterizzato la sua lunga estate. Una cosa è certa fin d’ora, oggi pomeriggio non ci sarà tempo per le rimpatriate e per i buoni sentimenti. Antonio Conte non è intenzionato a fare sconti, la sola parola gli provoca l’orticaria di questi tempi. Non li concederà ai suoi giocatori innanzitutto, perché i cali di tensione in questo inizio di stagione ci sono stati anche prima dell’esordio casalingo in Champions e proprio non gli sono piaciuti. Anche se i risultati li hanno mascherati. La Juve del primo tempo a Marassi, in balia del Genoa, o quella vista per gli interi 90 minuti al Franchi (quello fiorentino) sono precedenti evocati più volte a Vinovo negli ultimi giorni. Come la parola stanchezza, spesa con troppa facilità da qualche protagonista, quasi i doppi impegni settimanali fossero un’eccezione e non una regola per chi indossa la maglia bianconera.


    FURIA BIANCONERA - Lo scorso anno fu 1-0, gol di Vucinic a suggellare una partita brutta ma condotta con autorevolezza dalla Juve. Oggi ci si aspetta un match diverso. Paradossalmente meno maturo e più grintoso, com’è nella natura dei due allenatori e nella logica delle cose dopo una settima così. La Juve si presenta con un triangolino sulla maglia che tutto riassume. Insomma, i bianconeri arriveranno a testa alta, come il loro tecnico fa e pretende. E che tutto accada proprio a Siena può rappresentare la chiusura del cerchio per Conte. La cui furia d’ora in poi potrà essere circoscritta all’ambito più naturale, il terreno di gioco. Da cui lo dividono poche settimane e una sentenza che resta una ferita. Il che lo rende ancora più temibile. 


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