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    Lippi: 'Mio padre non tifava Juve, ho chiesto permesso sulla sua tomba prima di firmare. L'Italia del 2006...'

    Lippi: 'Mio padre non tifava Juve, ho chiesto permesso sulla sua tomba prima di firmare. L'Italia del 2006...'

    Marcello Lippi, storico ex-allenatore della Juventus e della Nazionale Campione del Mondo nel 2006 ha presentato a Che Tempo Che Fa, programma condotto da Fabio Fazio il suo docu-film "Adesso vinco io - Marcello Lippi". Tantissimi i temi trattati, dall'esperienza in bianconero alla Nazionale, alla Cina, passando anche per il suo modo di allenare.

    IL GRUPPO - "Ho sempre voluto trasmettere ai miei giocatori questo messaggio: si va in campo per vincere, non per fare bella figura. Imparare a perdere è importante, ma se ti rendi conto di avere a disposizione giocatori importanti devi trasmettere loro fiducia e fare capire loro che possono vincere tutte le competizioni a cui partecipano". 

    LA SCELTA DI ANDARE CINA - "Non posso nascondere che la scelta sia stata anche economica. Imparare il cinese è impossibile. Nel 2012 sono andato in Cina perché dal punto di vista economico era un'offerta eccezionale. Inutile farci giri intorno, il discorso era quello. Il Guanghzou era una delle migliori squadre cinesi, abbiamo vinto tre scudetti e una Coppa d'Asia alla fine. Xi Jinping nel 2019 ha voluto che ci fossi anche io al Quirinale nella sua visita. Io non me ne sono accorto, mi hanno raccontato che nel corso della visita ho dato una pacca sulla spalla a Xi".

    LA JUVE - "Quando ho firmato con la Juventus sono andato sulla tomba di mio padre. Lui non era molto juventino, gli ho dovuto chiedere il permesso". 

    ZIDANE - "Zidane è stato uno dei migliori della storia, dal punto di vista tecnico il più bravo di tutti. Era eccezionale, ha fatto parte di una Juventus che ha vinto tutto. Un ragazzo straordinario, e un grandissimo calciatore".

    LA NAZIONALE DEL 2006 - "Ho sempre creduto nella vittoria, trasmettendo ai giocatori la mentalità di voler vincere. Noi eravamo convinti di farcela, io ero convintissimo. Ho cercato di convincerli tutti e ci sono riusciti. Nella mia vita ho avuto due cose straordinarie: la mia famiglia e la Coppa del Mondo vinta in Germania".

    ANEDDOTI MONDIALI - "La semifinale contro la Germania? Non passava neanche una nocciolina nella nostra difesa... E allora mi sono detto: mettiamo quattro attaccanti, e vediamo chi la vince. Prima del rigore finale contro la Francia ho pensato prima di tutto agli occhiali. Sapevo che mi avrebbero abbracciato, ci vedo poco e mi sarebbero caduti. La sera stessa sono stato da solo in camera con un sigaro, come da mia abitudine. Mi sono rivisto la partita, da solo".

    IL MARE - "Lo guardo tutte le mattine, è la cosa più bella che ci sia. Ne sono innamorato, ci abito davanti, il mare è la mia vacanza. Quando voglio fare una passeggiata vado al mare". 

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