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Leao e Fonseca, la loro storia al Milan a colpi di dichiarazioni e incomprensioni
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Per il suo numero 10, Paulo Fonseca ha avuto sempre “un occhio di riguardo”, come conferma la sequenza di dichiarazioni che hanno avuto Leao come protagonista. Anche il classe '99 ha avuto modo di parlare del suo allenatore, ma a far parlare sono stati principalmente i comportamenti, i volti ed i gesti. Che, fatti in una certa maniera e con un determinato tempismo, assumono un significato ulteriore.
Cominciamo da Parma-Milan, la partita che segna il primo ko della nuova gestione, portandosi dietro bruttissime sensazioni per la povertà della prestazione offerta dai rossoneri. Nello specifico, Leao gioca una brutta partita, con poca determinazione e, stizzito per i fischi dei suoi tifosi, li zittisce al momento dell'assist per il temporaneo 1-1 di Pulisic. A fine gara, Fonseca non fa sconti ai suoi giocatori, ma certi riferimenti alla scarsa fase offensiva è un messaggio indiretto all'attaccante: “I problemi non nascono a centrocampo, ma più avanti. E' impossibile vincere le partite se si difende in un certo modo: la squadra non difende né collettivamente, né individualmente”.
Nella trasferta successiva, a Roma contro la Lazio, Leao (e Theo Hernandez, ndr) viene spedito in panchina a scopo punitivo. Poi entra sul punteggio di 2-1 per i biancocelesti e firma la rete del definitivo pareggio. Ma, a far parlare, è la clamorosa protesta in mondovisione di Leao e Theo che, in occasione del cooling break del secondo tempo, si estraneano dal resto del gruppo e ignorano le indicazioni del tecnico. Che, nel post-gara, prova a far rientrare il caso: “Ho parlato in settimana coi giocatori e hanno accettato la scelta. Io ero concentrato sul gruppo, non ho nemmeno visto che erano dall'altra parte del campo”.
Passano due settimane di sosta e il Milan si ripresenta in campo, vincendo facilmente col Venezia. Leao realizza due assist, esce dopo un'ora e non è esattamente il ritratto della felicità. Fonseca lo abbraccia e lo rincuora, ma le dichiarazioni di fine partita sembrano un manifesto della volontà dell'allenatore di imporre regole chiare nello spogliatoio: “Le scelte che faccio sono sempre per il meglio della squadra, se penso che Theo e Leao non debbano giocare allora loro devono capirlo, così come hanno fatto”.
Il Milan sembra essere uscito dal suo momento di crisi e contro l'Inter conquista un successo per certi versi inaspettato, con una prestazione di squadra finalmente convincente. Nella quale si ammira la prima versione del 4-4-2, con Morata ed Abraham in tandem in attacco. E' soprattutto il loro atteggiamento in fase di non possesso a risultare determinante e, nelle parole di Fonseca, non si trova menzione del sacrificio di Pulisic e Leao, esterni a tutta fascia: “Morata arriva più facilmente avanti, è un giocatore che va avanti e indietro, ma il ruolo e la struttura è stata la stessa. Ovviamente è stato importante essere vicino ad Abraham, anche lui ha fatto un gran lavoro”. Quello che non si sottolinea è che, pochi istanti prima della rete decisiva di Matteo Gabbia, Rafa Leao esce dal campo e contesta la sostituzione.
Una situazione che passa in secondo piano dopo una vittoria tanto bella e attesa e così, seguendo lo slancio del derby, i rossoneri si sbarazzano agevolmente pure del Lecce nell'impegno successivo. Leao risulta tra i migliori in campo e Fonseca non manca di evidenziarlo: “Leao non ha il 50% di allenamento fatto. Ha giocato tanto l’anno scorso, ha avuto la Nazionale, è arrivato senza fare niente durante l’estate: ha bisogno di tempo per stare fisicamente bene. Io con lui ho sempre avuto un rapporto vicino, con una relazione aperta. Gli ho sempre detto che è un grandissimo giocatore ma adesso deve imparare ad essere un giocatore di squadra, che lavora per la squadra, che fa tanto per la squadra. Oggi ha fatto un grandissimo assist ma quello che mi piace di più è che aiuta di più a difendere, io penso che adesso è già diverso. Perfetto? No, non lo è. Lo fa sempre? No, ma lo fa tante volte. E questo per me è molto importante e valuto questo sforzo”.
Per la prima volta da inizio stagione, Paulo Fonseca elogia in maniera convinta quello che in campo dovrebbe essere uno dei suoi leader tecnici naturali. E, pochi giorni più tardi, alla vigilia di Bayer Leverkusen-Milan è Rafa Leao per la prima volta a spendere frasi significative verso il proprio connazionale: “Appena arrivato il mister è arrivato e mi ha convocato nel suo ufficio ma non per parlarmi di gol o assist, ma per stimolarmi a diventare un giocatore più completo – ha spiegato Leao ai giornalisti presenti in sala stampa -. Mi ha detto che vuole vedermi più concentrato nel lavoro difensivo, perché questo aiuta ad essere un giocatore migliore”.
Il Milan perde in Germania e inizia ad emergere il rovescio della medaglia del nuovo sistema di gioco, che richiede ai giocatori di maggior estro un dispendio di energie per fare la fase difensiva che toglie lucidità negli ultimi 30 metri. Una situazione che, a tratti, si riproporrà nell'ultimo match contro la Fiorentina (indipendentemente dall'assist per Pulisic) e porta Fonseca a sostituire nuovamente Leao. La sfortuna vuole che pochi minuti dopo Gudmundsson sorprenda i rossoneri e il cambio spedisce l'allenatore sul banco degl imputati. “Il cambio di Leao è stata una mia decisione: con Okafor volevo più profondità”, il commento dell'ex tecnico del Lille.
Sembra essere la parola fine a questa storia e invece non sarà così. Dopo il pari in Scozia del suo Portogallo, Rafa Leao è reduce da una doppia prestazione – la prima contro la Polonia – in cui si rivede quel giocatore capace di trascinare con le sue accelerazioni e generare pericolo per le difese avversarie. L'attaccante ne parla in questi termini: “Quando sono qui sento il sostegno di tutti. Anche l’allenatore ha molta fiducia in me. L’allenatore mi ha chiesto profondità e uno contro uno e di fare il meglio che posso. Fondamentalmente, fare il mio gioco per creare opportunità”. Difficile non fare riferimenti a quanto a Leao venga richiesto attualmente dal Milan e da Fonseca. Il campo e solo quello può dare le risposte del caso ma la domanda a questo punto sorge spontanea: cosa ci regalerà il prossimo capitolo della saga tra Fonseca e Leao?