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    Laziomania: Pedro è un simbolo, grazie ancora Mourinho! Tavares al top in Europa

    Laziomania: Pedro è un simbolo, grazie ancora Mourinho! Tavares al top in Europa

    • Alessandro De Felice
    Tutte le condizioni per lo psicodramma sportivo. La serie positiva; la pausa alle porte; l’aria di festa all’Olimpico; l’avversario alla portata; il gol subito dopo pochi minuti e lo svantaggio; il rigore del sorpasso fallo. Gli ingredienti del ‘delitto perfetto’ c’era proprio tutti. Questa volta, però, l’epilogo per la Lazio è stato diverso. Quella contro l’Empoli sembrava la più classica delle partite perse a sorpresa negli ultimi anni dai biancocelesti, messe apposta nel calendario per far inciampare i biancocelesti sul più bello e interrompere un buon momento dal punto di vista dei risultato e (di conseguenza) del morale. Questa volta no! La Lazio di Marco Baroni sa osare e raccoglie i frutti del rischio portando a casa tre punti che valgono il terzo posto in classifica. Una sorta di incantesimo spezzato e tabù interrotto e un segnale forte, fortissimo, che i capitolini lanciano non solo agli altri ma anche a se stessi e all’interno dell’ambiente biancoceleste.

    La vittoria contro i toscani ha un peso specifico elevatissimo, per quanto concerne questo avvio di stagione e quello che poteva essere uno dei primi crocevia dell’annata, perché rappresenta col punto di rottura col passato. A differenza di quanto fatto finora, Baroni punta sulla continuità in campionato e ha ancora una volta ragione lui. La squadra gioca un calcio scintillante, i cambi sono azzeccati e i tre punti in tasca. Uno scenario che oscura anche i (pochi, a dire il vero) lati negativi del pomeriggio romano. Tra questi spicca il quinto gol subito nei primi 15 minuti dalla Lazio, che va ancora una volta in svantaggio. Un dato che testimonia quanto l’approccio difensivo negativo sia qualcosa che va ben oltre la casualità. Un aspetto su cui il tecnico deve certamente lavorare durante la sosta. Ma d'altronde, non potrebbe essere già tutto sistemato dopo tre mesi di lavoro. 

    A far parte di quel reparto c’è anche lui, ‘treno’ Tavares, che colleziona assist con una facilità disarmante. Il portoghese sale a quota 5 in altrettante gare in Serie A, piazzandosi alle spalle del solo Bukayo Saka in Europa per servizi vincenti nei top 5 campionati. Dai suoi piedi nasce il pari di Zaccagni, con un colpo di testa sull’assist delizioso dell’ex Arsenal, e sempre da lui parte l’azione travolgente che porta al calcio di rigore conquistato da Dia e fallito da Castellanos. Nuno Tavares conferma ancora una volta di poter essere il ‘game changer’ di questa Lazio, colui che quando si accende può davvero svoltare la gara dei biancocelesti.

    Valentin Castellanos ringrazia vivamente. Se è vero che non è dal particolare di un calcio di rigore che si giudica un giocatore, ma dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia, non sarà il penalty fallito a cambiare le impressioni sul Taty. Di certo il gol di Pedro più cambia le prospettive, rete arrivata proprio su imbeccata di Castellanos. L’ex Girona mostra con chiarezza di vivere un buon momento: corre, lotta, calcia in porta, serve assist. Di fronte a lui, però, trova un Vasquez che è in stato di grazia e gli dice no in occasione del rigore e non solo. Nel complesso, però, la prestazione di Castellanos è positiva, con l’argentino che continua a mostrare la sua importanza per questa squadra non solo dal punto di vista finalizzativo. il Taty dimentichi il rigore sbagliato e la domenica a bocca asciutta: se la squadra vince è anche merito suo.

    Come dicevamo, però, Taty deve ringraziare Pedro, un ‘ragazzino’ di 37 anni che entra con la voglia e l’ardore di uno alle prime presenze nonostante un curriculum incredibile. Romagnoli sottolinea che “se ha vinto quello che ha vinto, un motivo c’è”, Baroni consigli i suoi a osservarlo “anche quando si allaccia gli scarpini”. Di certo, lo spagnolo garantisce una dose di classe infinita e di leadership fondamentali in questo gruppo. Non a caso Baroni ha fatto di tutto per confermarlo, quando sembrava destinato a tornare in Spagna la scorsa estate. Nel giro di quattro giorni segna due gol dalla stessa zona di campo, ma con i due piedi, due reti importantissime per la Lazio. Da campione vero, quale è, ma ancora affamato e con lo spirito di un ragazzino. Un’icona non solo per una carriera straordinaria e per un palmares incredibile, ma anche per quell’entusiasmo e quella ‘garra’ che trasmette ancora oggi, a 37 anni suonati.

    Un ulteriore segnale del lavoro straordinario che sta facendo Baroni, un tecnico che riesce a coinvolgere tutti e far sentire ogni elemento della sua rosa fondamentale per questa squadra. Un lavoro tutt’altro che semplice, ma che consente alla Lazio di trovare l'asso dalla manica nel momento di difficoltà, quando non sembrano più esserci risorse per arrivare alla vittoria. È proprio lì che la forza del gruppo e i campioni come Pedro, non certamente titolare ma molto più che una semplice alternativa, salgono in cattedra e consentono alla squadra di conquistare la vittoria. E pensare che arrivò alla Lazio scartato dalla Roma e da un Mourinho che in quell'occasione non fu proprio - come dimostrano i fatti - lungimirante...

    Il grande ostacolo della Lazio è ancora una volta il calendario. No, non per le gare ravvicinate, i troppi impegni a fronte di una rosa non all'altezza, ma al contrario per la sosta per le nazionali che obbliga i biancocelesti a fermarsi sul più bello, dopo quattro vittorie consecutive, propri quando la squadra sembra essere arrivata ai giri giusti del motore e di saper gestire gli impegni ravvicinati. Con la speranza che queste due settimane possano servire a riposare e lavorare nel quartier generale di Formello, per ripresentare al nuovo tour de force con lo stesso entusiasmo e la stessa alchimia. 

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    Spiritolibero967
    Spiritolibero967

    Sul goal preso non sono d'accordo. Vero che è stato preso nei primi minuti ma è anche vero che Pr...

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