AFP/Getty Images
Lazio, Reja si confessa a 360°: 'Io, i tifosi, Lotito e il mercato'
'Questa squadra ha bisogno prima di tutto di trovare un assetto importante: il portiere, due centrali difensivi, un centrocampista importante e una punta, poi attorno si possono trovare soluzioni con dei giovani - ha precisato Reja -. Bisogna comunque trovare giocatori di un certo spessore. Un conto è far parte di una squadra provinciale, dove magari c'è meno apprensione e la possibilità di attesa; a Roma invece ti giudicano subito e devi avere giocatori di grande personalità e che abbiano già un po' di esperienza. Qui la critica ti taglia subito, un nuovo arrivato con aspettative importanti sbaglia un paio di partite e può trovarsi in difficoltà, anche avendo delle qualità può essere condizionato nel rendimento. Perché servono giocatori di qualità ma anche di personalità. De Vrij? Per quel che è considerato a livello internazionale, sicuramente è un giocatore che ha fatto vedere cose interessanti. Ha 22-23 anni, pertanto mi sembra che sia un profilo giusto. Questi sono i giocatori che dovrebbero venire alla Lazio, anche se adesso non so a che punto siano le trattative, se sia stato chiuso o meno. Il ragazzo adesso andrà ai Mondiali, bisognerà vedere anche come si comporterà: è un giocatore consistente fisicamente, con buoni doti tecniche, è bravo con la palla al piede e sbaglia poco gli appoggi. Sul piano difensivo non lo so ancora, bisogna vederlo dal vivo e non posso dare dei giudizi, però mi dà l'impressione di essere un giocatore di buon livello'.
'Le critiche nei miei confronti? Ci sono più o meno in tutte le società, è normale che avvengano, basta che siano costruttive: qui a Roma, invece, ho sentito critiche in malafede - ha proseguito il tecnico -. Se è una critica giusta va fatta, altre non l'accetto. Roma è anche questo. Ma reggo l'ambiente: i fischi ci sono ogni volta che si sente il mio nome, perché mi dicono che ho sbagliato con i tifosi. Io vorrei sapere quando ho commesso questo errore. Qualcuno forse mi ha messo delle parole in bocca che io non ho mai detto. Alcuni giornalisti hanno scritto la verità, altri hanno travisato. Il risultato uscito è quello di un'immagine di me negativa nei confronti dei tifosi. Ma per quanto mi riguarda io sono molto soddisfatto di quello che ho fatto a Roma negli anni. Contano i risultati, le chiacchiere se le porta via il vento. Contatti con altre società? Alcuni li ho, come ogni volta che finisce il campionato, ma attualmente sono impegnato con la Lazio. Ho un vincolo contrattuale, e dunque non accetto altre situazioni, poi nel futuro si vedrà. Simone Inzaghi al mio posto? Lo conosco, ha lavorato bene. Come Bollini, che meriterebbe più considerazione, visto che viene da tre anni nel settore giovanile eccellenti. Ha fatto crescere questi ragazzi e Inzaghi ha raccolto i frutti, dando continuità a questo progetto. Con i giovani ha fatto bene, il discorso è diverso quando però si allena una prima squadra: i giocatori sono molto più maturi. Mi auguro, qualora un giorno dovesse arrivare Inzaghi, che si immedesimi subito nel ruolo, che si distacchi un po' dai giocatori visto che ha smesso poco tempo fa. Il carattere conta. Lui è così e lo sarà anche tra dieci anni, cambia l'esperienza. Ma se resta Reja restano tutti: rimane Bollini, rimane Inzaghi. E anche i big, come Candreva, Lulic... Un mio futuro dietro la scrivania? Non lo so ancora, non posso ipotecare il futuro. La mia esperienza in panchina può essere ancora utile e io mi sento ancora in condizione. Mi sembra di essere apprezzato, soprattutto per quanto riguarda i giocatori della Lazio e quelli che ho avuto prima. Basta vedere negli ultimi dieci anni: è un aspetto fondamentale, perché ti regala la forza di andare avanti e credere in quello che fai'.
A proposito del mercato, Reja ha concluso: 'Marchetti ha un contratto con la Lazio. Ha avuto una stagione vissuta con grande difficoltà dal punto di vista fisico: quando sono arrivato aveva prima problemi alla schiena, poi alla coscia, poi all'inguine. Gli ho detto che è proprio sfigato (ride, ndr). Poi abbiamo trovato Berisha, che ha fatto benissimo. Ha dimostrato di saper reggere bene la categoria. Con Federico ci sono stato un paio d'anni, pertanto ha la mia simpatia e soprattutto la mia grande considerazione. Nel primo anno che sono andato via ha fatto alcune parate importanti contro alcune squadre. Ha salvato il risultato e avrà portato a casa una decina di punti solo lui. Ha avuto lì l'apice della carriera, quest'anno è stato solo un po' sfortunato. Dopo Buffon c'era lui... Radu? Lui è qui da parecchio tempo... Con me al primo anno ebbe tanti problemi dal punto di vista fisico. Se l'avessi avuto al massimo saremmo andati sicuro in Champions. Anche quest'anno, quando mi sono inventato Lulic terzino, o altre situazioni con Cavanda a sinistra, non trovavo mai l'assetto giusto e cambiavo continuamente. Radu mi dava garanzie con i quattro dietro, con lui sono arrivati tanti punti. Ci tiene tanto alla Lazio, perché si sente parte del progetto e sente molto il clima derby: se lo toccano in quella partita è capace di farsi buttare fuori dopo cinque minuti. Questo è Radu, e questi sono anche gli aspetti positivi di lui. Perché ci crede, si immedesima in questa Lazio: quando vive queste cose ha dei rendimenti molto alti ed è un grande giocatore'.