Lazio, lunedì il progetto del Flaminio in Campidoglio: ecco quanto costerà il nuovo stadio
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LA STRUTTURA - Chi ha già visionato il rendering (tra essi l'assessore allo sport Alessandro Onorato) assicura che si tratti di un progetto di qualità e valore indiscutibili. I nodi principali su cui si gioca la partita della fattibilità o meno dell'opera sono l'aumento della capienza, da 24mila a 50mila spettatori, le coperture degli spalti e l'ampliamento dei parcheggi. In particolare su quest'ultimo punto ci sarebbe un piano per unificare le piazzole di sosta con quelle già esistenti nei pressi dell'Auditorium Parco della Musica. Si creerebbe così un unico spazio, che in ogni caso richiederebbe una revisione della viabilità e dell'urbanistica; ma nulla che appaia insormontabile, secondo gli addetti ai lavori. Le linee originali dell'opera realizzata dall'architetto Nervi, per la quale sussistono dei vincoli storico-artistici, verrebbero mantenute intatte da questa ristrutturazione del Flaminio, delle piscine e delle palestre comprese al suo interno. Fuori invece è prevista la realizzazione di una struttura che ospiti ristoranti, negozi e un museo della storia biancoceleste.
CONCORRENZA - Ci sono comunque anche altri enti interessati allo Stadio Flaminio. La Lazio dovrà battere la concorrenza di Cassa Depositi e Prestiti e della Roma Nuoto. Proprio quest'ultima ha recentemente presentato al Comune tutte le carte, oltre al progetto completo, per richiedere l'assegnazione della struttura al fine di riqualificarla. Al Campidoglio attendono l'arrivo della documentazione da parte di tutti coloro che hanno manifestato la volontà di investire sul rilancio dell'impianto, sito nell'omonimo quartiere capitolino; poi la giunta comunale prenderà una decisione definitiva. In ogni caso, da parte delle istituzioni della Capitale c'è la volontà di risolvere una volta per tutte la situazione di degrado nella quale attualmente versa il Flaminio. La priorità - fanno sapere da Palazzo Senatorio - andrà ai privati (tra cui la Lazio), altrimenti, se i progetti non troveranno seguito, sarà direttamente il Comune di Roma, di fatto tutt'oggi proprietario della struttura, ad occuparsene.