Getty Images
Lazio, è caos per la trasferta con l'Ajax. Fabiani: "Robe da terzo mondo"
- 7
I FATTI - Il sindaco, il questore e il capo della procura di Amsterdam hanno deciso ieri di vietare l'accesso a tutti i tifosi laziali nella capitale dei Paesi Bassi, nel giorno della partita Ajax-Lazio. "I tifosi romani non sono i benvenuti in città", si legge nella nota diramata dalle autorità olandesi. Parole shockanti, che hanno mandato su tutte le furie tanto i sostenitori biancocelesti quanto la stessa società. La decisione inoltre è stata presa senza alcuna comunicazione ufficiale da parte della Uefa e senza il coinvolgimento del club ospitante. Si tratta di un provvedimento di ordine pubblico motivato, si legge sempre nella medesima nota, dal pericolo che possano manifestarsi "espressioni razziste e antisemite, con relativi disordini causati da estremisti di destra". Il problema è che già dal giorno prima i biglietti per il settore ospiti erano stati messi in vendita e in poche ore 2600 persone ne avevano già acquistato uno. Senza contare voli e alberghi prenotati in largo anticipo, visto che non c'erano stati preavvisi che la trasferta sarebbe stata vietata. "Una gestione da Terzo Mondo", ha tuonato oggi il ds della Lazio Fabiani in conferenza stampa a Formello, spiegando che la società si sta muovendo per cercare di tutelare i propri tifosi.
LE PAROLE DI FABIANI - "Ieri sera non appena trapelata la notizia, ho parlato con il presidente Lotito e il segretario generale Calveri e siamo rimasti basiti da questa situazione. E non è la prima volta. Già nella sfida contro il Twente i nostri tifosi sono stati segregati nei loro hotel come se fossero agli arresti domiciliari. Io considero Amsterdam una città aperta, come Roma, per questo mi voglio rivolgere alle autorità calcistiche, nello specifico la UEFA: è bene che fin da subito, prima di stabilire i calendari, si chiamino i sindaci di ogni città dove giocano le squadre che paertecipano alla competizione e si chieda loro quali ostacoli e criticità possano incidere sulle sfide europee. Sembra di essere difronte a un reato a consumazione anticipata. Adesso cosa diciamo ai tifosi che hanno speso soldi fra hotel, biglietti e volevano magari ammirare la città? Questa ordinanza, mi chiedo, se proprio la si voleva fare, non poteva essere emanta prima? I biglietti sono stati messi in vendita il 13 e il sindaco dov'era? Su Marte? Ora noi stiamo interpellato tutti gli organi, anche l'ambasciata; ma pare che il sindaco di Amsterdam abbia più potere di un decreto statale. Di fatto sta praticamente sospendendo il trattato di Schengen impedendo l'accesso a cittadini europei in un paese comunitario!"
DOPPIO PESO - Il direttore sportivo della Lazio ha denunciato inoltre una disparità di trattamento nei confronti del club biancoceleste: "Bisogna farla finita, la Lazio non è figlia di nessun dio minore. Se c'è qualcuno che fa qualcosa di sbagliato è giusto che paghi. Ma non riesco a digerire questo tipo di ordinanza. Quando noi andiamo in Europa veniamo controllati più volte, mentre è capitato di avere tifosi di altre squadre con picconi e pale. La cosa che dispiace a tutti, a tutto il mondo Lazio, è che solentemente noi veniamo presi di mira. Ed è intollerabile, vogliamo avere gli stessi diritti delle altre squadre. I comportamenti dei singoli non possono penalizzare tutti, comprese le famiglie che hanno prenotato per passare il weekend e per visitare la città. Siamo veramente basiti, anche perché il dato significativo è che se avevano in mente questa limitazione, lo potevano fare prima di mettere in vendita i biglietti".
PRECENDENTI - Le autorità di Amsterdam hanno inoltre avanzato, come ulteriore motivazione alla base della decisione do vietare la trasferta, i precedenti casi di violenze verificatesi in occasione di Ajax-Maccabi Tel Aviv, legati allo scontro politico (oltre che bellico e religioso) sulla questione israelo-palestinese. Visto quindi che nella tifoseria laziale, come ormai noto, esistono alcune frange - largamente minoritarie rispetto alla totalità dei sostenitori, ma comunque significative - già protagoniste in passato, anche recente, di episodi di violenza, razzismo e antisemitismo, dentro e fuori gli stadi, in Italia e in Europa, gli olandesi questa volta hanno deciso di agire in maniera drastica: "La guerra in Medio Oriente ha portato nell'ultimo anno sempre maggiore rabbia, paura e polarizzazione politica. La nostra priorità è monitorare e mantenere l'ordine pubblico, la sicurezza e la tranquillità". A riguardo ancora Fabiani ha dichiarato: "Le provocazioni di antisemitismo e razzismo sono ignobili. Ma noi come società non facciamo politica; non facciamo nulla che non riguardi il calcio giocato e per questo rivendichiamo gli stessi diritti delle altre società. Io credo che la UEFA debba farsi sentire. Questo è un provvedimento imbarazzante, una vigliaccata. Non faccio dietrologia e ripeto, puoi anche vietare una trasferta, ma lo fai prima di mettere in vendita i biglietti. Questa scelta penalizza la Lazio come società a livello di immagine, oltre che i propri calciatori e la propria tifoseria".
LE REAZIONI DALL'ITALIA - La questione, prima ancora che sportiva, è divetanta dunque un caso politico. A sostenere la battaglia della Lazio a tutela della propria immagine oltre che dei propri sostenitori, sono arrivate anche le parole del Ministro dello Sport Abodi: "È veramente molto sconveniente, ritengo che sia stata una mancanza molto grave. Non mi piace generalizzare, mi sembra che il sindaco di Amsterdam non sia testimone disinteressato di ciò che è successo pochi giorni fa. Esprimersi in quella maniera nei confronti dei cittadini italiani, e farlo preventivamente generalizzando, non è nelle regole dei buoni rapporti. Non faremo passare la cosa come fatto di cronaca. Siamo in contatto con il nostro ambasciatore ad Amsterdam, penso che farò anch'io una telefonata al collega olandese che è stato molto garbato nei confronti degli italiani". A queste affermazioni ha fatto eco anche il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il quale tramite il proprio ufficio stampa ha diramato una nota ufficiale. Nel testo si legge: "Il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha chiamato questo pomeriggio al telefono la sua omologa di Amsterdam, Femke Halsema, a seguito del divieto annunciato dalla Sindaca di vietare la trasferta ai tifosi della Lazio, in occasione della partita contro l’Ajax il prossimo 12 dicembre. Pur comprendendo i timori seguiti alle recenti violenze e al clima creatosi ad Amsterdam, dopo la partita dello scorso 7 novembre, il Sindaco ha voluto rassicurare Halsema che la stragrande maggioranza dei tifosi laziali non ha alcun legame con posizioni antisemite, razziste e violente e che le azioni di una piccola minoranza di tifosi non può consentire alcuna generalizzazione. Gualtieri ha anche specificato alla Sindaca che la società guidata dal presidente Lotito è una società sana ed è da sempre fortemente impegnata ad emarginare queste frange estremiste che danneggiano l'immagine della squadra e della città, un fenomeno purtroppo presente in tante tifoserie calcistiche. Il Sindaco, pur rispettando la decisione di Halsema, si è anche detto disponibile a qualunque forma di collaborazione, qualora potessero emergere disponibilità a rivedere la decisione presa anche per tutelare le migliaia di tifosi della Lazio che hanno già speso soldi per organizzare la trasferta. Il colloquio tra i due sindaci si è svolto con toni cordiali ed amichevoli".
LE REAZIONI DALL'OLANDA - In questa vicenda, come detto, la società dell'Ajax non è stata tirata in ballo da nessuno e non ha voce in capitolo nella decisioni. I tifosi del club olandese però hanno solidarizzato con i laziali: ritengono infatti che la decisione delle autorità di Amsterdam sia un'ingiustizia. Con una nota pubblicata sui social l'associazione dei supporters olandesi ha dichiarato di opporsi apertamente alla paura e ai divieti collettivi per i tifosi (in trasferta): "Per usare un eufemismo, non siamo soddisfatti di questo divieto. Il divieto di trasferta per i tifosi dimostra una mancanza di conoscenza e di empatia. L'Ajax ha già combattuto a lungo contro il divieto di trasferta per i tifosi della Real Sociedad in questo mese. Ci auguriamo che i tifosi di qualsiasi club si uniscano a noi nell'opporsi a qualsiasi divieto. Vietare l'ingresso ai tifosi non dovrebbe mai essere normale”. Stando alle reazioni che si possono leggere su diversi account social, in parecchi dall'Italia avrebbero già deciso di andare comunque in Olanda per seguire la squadra: anche se non verrà concesso loro di andare allo stadio, nessuno - soprattutto in queso momento particolarmente positivo per la Lazio - vuole far mancare il proprio supporto alla squadra di Baroni.
Commenti
(7)Scrivi il tuo commento
L’unica soluzione è non presentarsi ad Amsterdam. È vero perderemmo 3-0 a tavolino, la società pe...