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    La Stampa - Roma, Lina Souloukou voleva Modesto e Palladino

    La Stampa - Roma, Lina Souloukou voleva Modesto e Palladino

    • Redazione CM
    Emergono nuovi dettagli sull’esonero di Daniele De Rossi dalla Roma, arrivato nella giornata di ieri  con il comunicato ufficiale pubblicato dal club giallorosso prima di affidare la guida tecnica della prima squadra a Ivan Juric. All’indomani della decisione del club giallorosso, che ha sollevato un polverone a Trigoria e in tutto l’ambiente giallorosso, numerosi retroscena sull'ambiente giallorosso sono stati portati alla luce, e in particolare sui rapporti tra l'ex allenatore e la CEO Lina Souloukou, che sembravano essere logori da tempo. Il clima tra proprietà, dirigenza e l'ormai ex tecnico era ormai teso da tempo e ha portato alla ribaltone di ieri.

    DYBALA - Tra le cause della discordia ci sarebbe l’utilizzo di Paulo Dybala. Secondo La Repubblica, l’amministratore delegato Lina Souloukou avrebbe cercato di limitare l'utilizzo della Joya, suggerendo a De Rossi di farlo giocare meno per evitare che l’argentino raggiungesse le 14 presenze richieste per far scattare il rinnovo automatico del suo contratto.

    PALLADINO - La Stampa ha rivelato che già durante l'estate la dirigente greca avrebbe voluto sostituire De Rossi con Raffaele Palladino, attuale tecnico della Fiorentina. La Souloukou non sarebbe mai stata convinta di confermare De Rossi alla guida della squadra e, sempre secondo La Stampa, aveva manifestato alla proprietà del club, la famiglia Friedkin, le sue riserve. 

    MODESTO - Palladino non era l’unico nome sulla lista di Lina Souloukou. La CEO aveva in mente di portare a Roma anche il direttore sportivo François Modesto, con cui aveva collaborato all’Olympiacos. Il francese era stato scelto dalla greca per raccogliere l’eredità di Tiago Pinto, che ha lasciato il club giallorosso a partire dal 1° febbraio scorso.

    PROPRIETÀ - Nonostante la pressione della Souloukou, i Friedkin hanno scelto di rinnovare la fiducia a De Rossi, decisione che avrebbe fatto infuriare l’amministratore delegato. Niente da fare per la greca, che ha dovuto accettare la scelta della proprietà, pur senza sostenerla pienamente.

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