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  • La Samp cambia sede, il ricordo: 'Mantovani mandava fiori a tutti nel palazzo, Vialli entrò in ginocchio e...'

    La Samp cambia sede, il ricordo: 'Mantovani mandava fiori a tutti nel palazzo, Vialli entrò in ginocchio e...'

    Con la nuova sede della Sampdoria, si chiude un'era per i blucerchiati. Chi ha attraversato varie epoche della società, e di conseguenza anche varie sedi e presidenti, è la storica segretaria del club genovese, Pinuccia Sardella. "Entrai nel 1975, come centralinista, in ufficio eravamo 3-4. Dopo i primi anni con Lolli Ghetti iniziò l'era di Paolo Mantovani" ha raccontato a Il Secolo XIX. "Il clima era familiare, la sede era davvero casa. Si organizzavano cene. C'era lo studio del dottor Chiapuzzo che visitava i calciatori".

    Tanti gli aneddoti di quegli anni: "Ogni sera passavano i giocatori con le famiglie. Lombardo e Cerezo erano delle macchiette, Mancini più riservato, Vialli estroverso. Ricordo quando Luca si presentò camminando in ginocchio ed entrò così nell'ufficio di Mantovani per chiedergli di non essere ceduto". "Esilarante anche quando Mantovani e Borea fecero sentire la Boskov Dance a Vuja, ridevano come matti" prosegue la Sardella. "Sul terrazzo presentavamo i campioni, con Francis si bloccò via XX. Come per la fila alle biglietterie per le gare di Coppa. Mantovani per farsi perdonare dei disagi, mandava fiori a tutti nel palazzo".

    A proposito di Mantovani, la storica segretaria ha un aneddoto da raccontare: "Un mesetto prima della sua scomparsa si presentò di sera, eravamo pochi. Mani in tasca, entrò nel suo ufficio, osservava, poi si soffermò sui trofei. "Presidente, ha bisogno?". "No, grazie. Guardo". Poi andò via lentamente per le scale. "Presidente la aspettiamo, quando viene?". Alzò la mano per salutarmi ma non mi rispose, aveva il magone".

    Dopo Mantovani, cambio la sede, situata a Palazzo del Melograno: "Bellissima, con gli affreschi, enorme, pure troppo. Lì i giocatori venivano ancora spesso, penso a Mihajlovic e signora ma i tempi stavano cambiando. Dagli stipendi consegnati a mano con gli assegni, si passò agli accrediti. C'era l'ufficio di Filippo Mantovani, che scovava talenti nel mondo. Enrico avrà fatto degli errori, ma per troppa fiducia, amava moltissimo la Samp. E negli ultimi tempi, ricordo le contestazioni".

    Con Riccardo Garrone, nel dicembre 2002, il trasferimento a Corte Lambruschini: "Meno affascinante ma più moderna, funzionale. Ricordo l'ufficio di Marotta, la sala trofei. Quando arrivava Cassano si riconosceva dal vocione ma mi voleva bene. Poi non dimenticherò mai il giorno dell'arrivo di Ferrero, fu scioccante, le facce incredule, uno stacco così netto per chi aveva vissuto l'era-Mantovani. Poi nel 2016 sono andata in pensione".

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