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    Sampmania: la più bella della stagione

    Sampmania: la più bella della stagione

    • Lorenzo Montaldo
    Fermi tutti: se è uno scherzo, un trucco, un inganno, beh allora non smettete. Continuate pure. Di qualunque cosa si tratti, sappiate che non eravamo più abituati a quetare per più di quindici giorni con la Sampdoria. Era tanto, tanto tempo che i blucerchiati non vincevano due partite di fila: c'era ancora D'Aversa, sembra un'era geologica fa. 

    Ieri abbiamo visto la più bella Samp di stagione. Grintosa, pulita, compatta e organizzata. Soprattutto, abbiamo constatato una squadra ulteriormente migliorata rispetto a quella, già positiva, ammirata con il Palermo. La settimana scorsa, in una trasmissione genovese, avevo detto che un risultato positivo a Modena (avrei firmato per il pareggio) avrebbe fatto assumere contorni totalmente diversi alla sconfitta con il Sudtirol. Adesso possiamo ridimensionare anche il tonfo in Trentino: quello del Druso non era più 'il solito Doria', se mai è stato un inciampo in un cammino che conta 4 risultati utili nelle ultime 5 partite, di cui 3 vittorie. La squadra di Pirlo, nell'ultimo mese, ha affrontato 4 formazioni saldamente aggrappate alla zona playoff, e ne ha battute 3. Non è un caso, proprio per niente. 

    La trasformazione però origina da Parma: quel giorno, Pirlo ha tolto un attaccante rimpolpando il centrocampo con l'aggiunta di un uomo nel cuore nevralgico dell'azione. Pian piano, il mister ha trovato la quadra sul reparto mediano, assestandosi sull'asse Kasami-Vieira-Yepes, monumentali anche ieri, e chiedendo ai trequartisti un lavoro sporco intenso e costante in fase di pressione sull'uscita palla avversaria. Borini ed Esposito hanno fatto qualcosa di immenso ieri: sono rimasto particolarmente colpito soprattutto dall'attaccante scuola Inter. Sostengo da tempo che il suo ruolo naturale non sia quello del centravanti, ma piuttosto della seconda punta. Da trequartista, ha fatto ancora meglio del previsto.

    Il risultato macroscopico di questi accorgimenti è sotto gli occhi di tutti: porta inviolata contro Cosenza, Palermo e Modena, 1 gol subito a Parma e Ascoli, e 3 con il Sudtirol (di cui uno su rigore inesistente e uno in contropiede a partita praticamente conclusa). Prendendo solo le ultime cinque partite, la Sampdoria sarebbe terza per punti totalizzati, alla pari proprio con il Modena, e potrebbe contare su una delle migliori difese del campionato, con 4 reti al passivo. Ecco, oggi di spunti per sorridere ce ne sarebbero tantissimi: l'ennesima buona prestazione di Stankovic, la gigantesca gara dei centrocampisti, De Luca dimostratosi finalmente prezioso e utile alla causa, Esposito che si sblocca... abbiamo l'imbarazzo della scelta.

    E' la prima volta da oltre due anni e mezzo che accolgo la sosta non con sollievo, ma con fastidio. Mi sarebbe piaciuto ritrovare il Doria in campo già sabato, di fronte allo Spezia. Sprecare questa risacca positiva, l'umore alle stelle e le ritrovate certezze adagiandosi su due settimane senza campo sarebbe sacrilego. Spero di tutto cuore che ciò non accada. Certo, i problemi della Sampdoria non sono svaniti. Togliamocelo dalla testa. Per questo motivo, vorrei dedicare le ultime due righe del Sampmania all'intervista rilasciata in settimana dal ds Mancini: francamente, sentir parlare del "rispetto per chi lavora", e di una dirigenza "stanca delle critiche" e del continuo "parlare di rischio esonero" mi fa sorridere. Perché se la Samp (che comunque al momento è quindicesima in Serie B, non terza) è riuscita a mettere la testa fuori dalle sabbie mobili - la testa, non tutto il corpo - lo deve di sicuro a Pirlo e giocatori, ma molto probabilmente anche all'ovattato e sereno ambiente genovese, inteso come tifoseria e pure stampa. In qualunque altra piazza, il contorno sarebbe ben diverso.

    Quindi per piacere cerchiamo di mantenere coscienza di dove siamo e di quali rischi abbiamo corso, corriamo e correremo. Evitiamo tutti le sparate, perché davvero siamo arrivati ad un passo dal baratro, con un piede a penzoloni nel vuoto, e abbiamo guardato giù verso l'abisso. Se non abbiamo compiuto l'ultimo passettino, il merito è della maturità di tutte le componenti dell'Unione Calcio Sampdoria. A partire da quelle esterne.

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