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La Juve più bella dell'anno spaventa l'Inter e avverte tutti
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Inzaghi gioca la partita che aveva preparato: per vincere, ma come sempre senza rischi. Va sotto, si rialza subito, ma non cerca mai davvero il colpo del k.o., aspetta piuttosto che siano gli altri a sbagliare. Allegri però non sbaglia mai, i suoi giocatori nemmeno. Finisce 1-1 ed è giusto così, diciamolo in modo chiaro e netto.
Nel primo tempo, il più bello, la Juventus gioca a fisarmonica: sta alta quando vuole ed è capace di chiudersi davanti alla rocca di Szczesny quando serve. Tutt’altra cosa, per dire, rispetto a Bergamo o Firenze, ma c’è anche da considerare che l’Inter non è la Fiorentina o l’Atalanta, attacca sì, ma soprattutto ragiona. E Allegri le risponde come il bravo studente che ha studiato la lezione. Gran primo tempo bianconero, senz’altro il migliore di tutta la stagione. Già diverso il secondo tempo, più simile alla solita Juventus, quella del primo non prenderle. Ma davanti c’è l’Inter e chi ha fatto in altro modo è finito presto a casa con le ossa rotte. Vero Pioli?
Dopo quasi 3 mesi senza gol, Vlahovic non poteva che segnarne uno meraviglioso. Comprensibili la sua rabbia e la sua voglia di rivincita così palesemente mostrate in mondovisione. Ruba palla a Dumfries sulla riga di metà campo, lancia Chiesa sulla sinistra e corre in mezzo all’area, per raccoglierne l’invito al tiro. Piatto destro sulla difesa nerazzurra troppo schiacciata (De Vrij colpevole) e Sommer impallinato come un tordo.
Non è una ripartenza il pareggio di Lautaro, ma una poderosa accelerazione che parte dal portiere, coinvolge Dumfries e Barella, un tocco ciascuno, l’ultimo per Thuram che s’invola sulla destra, vanamente inseguito da Bremer, che non ha il coraggio, la forza o semplicemente il tempo per cercare l’intervento. Centro rasoterra per Lautaro, bravo lui e pollo Gatti a farsi anticipare, palla in buca d’angolo e distanze ristabilite.
In avvio di secondo tempo, Thuram non scarta il cioccolatino di Mkhitaryan, ma s’incarta al momento di calciare a botta quasi sicura. Poteva essere il gol che costringeva Allegri a calare la maschera e per una volta a giocare attaccando, invece è stato invece il monito a chiudersi ancora di più davanti al fortino di Szczesny e guai a rischiare. Solo qualche folata in contropiede, ed è un peccato, perché Vlahovic sembrava in serata come mai quest’anno, mentre Chiesa era come in azzurro il migliore di tutti. Generoso e instancabile, fino all’ultima goccia.
Il primo a uscire è Nicolussi Caviglia, acerbo e timido in mezzo al campo, dopo un paio di palloni persi che anche loro potevano costare cari alla Juventus. Poi il solito balletto di dentro e fuori fra già ammoniti e stanchi e claudicanti. Dentro anche Cuadrado, che i tifosi dell’Inter non amano ancora e che quelli della Juventus dimostrano invece già di disprezzare a suon di fischi e insulti a ogni tocco di palla. Buon per lui che non ne tocchi poi tante.
@GianniVisnadi
IL TABELLINO
Juventus-Inter 1-1
Marcatori: pt 27' Vlahovic (J), 33' Lautaro Martinez (I).
Assist: pt 27' Chiesa (J), 33' Thuram (I). Juventus (3-5-2): Szczesny; Gatti, Bremer, Rugani; Cambiaso, McKennie, Nicolussi Caviglia (16' st Locatelli), Rabiot, Kostic (44' st Alex Sandro); Chiesa (34' st Milik), Vlahovic (34' st Kean). A disp. Perin, Pinsoglio, Huijsen, Yildiz, Iling-Junior, Miretti, Nonge Boende. All. Allegri.
Inter (3-5-2): Sommer; Darmian, De Vrij, Acerbi; Dumfries (25' st Cuadrado), Barella (43' st Frattesi), Calhanoglu (38' st Asllani), Mkhitaryan, Dimarco (25' st Carlos Augusto); Lautaro Martinez, Thuram (43' st Arnautovic). A disp. Di Gennaro, Audero, Sensi, Klaassen, Bisseck, Agoumé, Stabile. All. Inzaghi. Arbitro: Guida di Torre Annunziata.
Ammoniti: pt 11' Cambiaso (J); st 30' Cuadrado (I), 34' Kostic (J).