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    La 'gaffe' del Verona su Mascetti è il manifesto di una società diventata ormai sempre più arida

    La 'gaffe' del Verona su Mascetti è il manifesto di una società diventata ormai sempre più arida

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Non si tratta semplicemente di una questione legata alla forma. C’è invece un problema di sostanza nella “gaffe” imperdonabile commessa dal Verona ieri al Meazza con la quale è stata mortificata la figura di un suo uomo-simbolo come Mascetti, scomparso due giorni prima. L’ex giocatore e poi dirigente della società veneta aveva speso tantissimo della sua vita per lavorare sodo e bene pur di portare l’Hellas a vertici sportivi persino inimmaginabili come, per esempio, la conquista di uno scudetto al tempo in cui era la Juventus a fare da padrona.
    Ebbene il minimo che ci si attendeva dai giocatori del Verona era quello di vederli scendere in campo con intorno al braccio la fascia nera per onorare la memoria di un galantuomo per la serie “era uno di noi”. Ciò non è accaduto è, naturalmente, la cosa è stata notata e sottolineata con disappunto tanto da spingere il presidente Setti a chiedere ufficialmente scusa davanti alle telecamere.

    Il massimo dirigente dell’Hellas ha tentato di giustificare la ”gaffe” con motivazioni  maldestre che hanno reso la toppa peggiore del buco. Ha detto: “Abbiamo scordato la valigetta con dentro le fasce in albergo”. Una svista rimediabilissima prima che si iniziasse la gara con l’invio di un pony express a ritirare la suddetta valigetta o al limite provvedere con un rotolo di adesivo nero dalla più vicina cartoleria. Infine Setti ha chiuso aggiungendo danno al danno in questo modo: “Chiedo scusa nel nome della società a tutti i tifosi veronesi”. Scuse che, semmai, andavano inviate al cielo dove si trova il buon Mascetti.

    Naturalmente esiste una lettura più allargata e più approfondita per questo ”caso” legato al comportamento etico e al rispetto per le affettuose lontananze. Il Verona, in questa narrazione, rappresenta soltanto l’occasionale punta di un iceberg molto più esteso sotto la superficie del grande oceano umano e sociale. Sempre più distratti, indifferenti e impegnati a osservare il dito piuttosto che la luna siamo diventati così aridi da scordare che è l’amore a far muovere il sole e le altre stelle.
     

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