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    'E l’utopia divenne concretezza': Tricella e Marangon ricordano Mascetti, gentiluomo del pallone

    'E l’utopia divenne concretezza': Tricella e Marangon ricordano Mascetti, gentiluomo del pallone

    • Michele Antonelli
    In più di un momento c’è un’intersezione di ricordi. "Era un gentiluomo silenzioso. Sempre pronto ad ascoltare, conosceva il calcio come pochi". Roberto Tricella e Luciano Marangon, capitano ed esterno sinistro del Verona scudetto, ricordano Emiliano Mascetti, bandiera in campo e poi ds gialloblù, come un compagno di viaggio. Insieme a lui, hanno condiviso una parte di carriera e una delle cavalcate più avvincenti dell’ultimo quarantennio di calcio italiano: "La costruzione di quel sogno fu merito suo. Mattone dopo mattone, diede concretezza all’utopia"

    COMPAGNI DI STANZA - Dopo anni passati a comandare difese in Serie A, Roberto Tricella ha cambiato vita e oggi opera nel settore immobiliare. Classe ’59, a Verona ha conosciuto il calcio dei grandi: "Con Mascetti ho condiviso l’inizio della mia avventura, andata a coincidere con la fine della sua. Era l’estate del ’79, dopo le giovanili nell’Inter passai all’Hellas per la prima stagione da professionista. La squadra era appena retrocessa in B, l’allenatore era Fernando Veneranda, ‘Ciccio’ era il capitano. Aveva 36 anni, per venti giorni condividemmo la camera nel ritiro di Pinzolo". Una preparazione particolare: "Estenuante, basterebbe ripensare alle mattinate con round di dieci ripetute sui 1100 metri per essere stanchi (ride, ndr). Dopo pranzo dritti a letto, dormivamo quasi fino a sera. Per farci cenare, a momenti si doveva buttare giù la porta…". 

    COSTRUIRE UN SOGNO - "Negli ultimi giorni di quel ritiro, si stirò al polpaccio e iniziò un’annata complicata, con qualche acciacco di troppo. Alla fine fu costretto a smettere". Lasciando il segno: "È stato uno dei giocatori più importanti del club. Ordinato, elegante, bello da vedere. E un dirigente attento e competente, sui suoi anni da ds all’Hellas si snoda il capitolo più importante della storia della squadra". Lo scudetto conquistato nel 1985. Un sogno partito da lontano, quasi in silenzio. "Cominciammo a crederci a campionato inoltrato. Fu una magia, ma non venne fuori per caso". 

    PREMI… A RATE - Aneddoto dopo aneddoto, Tricella riempie il suo racconto: "All’inizio della stagione 1984-85, io, Volpati e Fontolan andammo a parlare dei premi partita con lui e gli altri dirigenti". Sindacalisti della squadra: "Ottenemmo una serie di bonus, sarebbero scattati ogni tot di punti fatti. Ai nostri compagni non sembrò una gran conquista, ma ‘Ciccio’ e il ragionier Rangogni, allora ad del club, ci rimasero a pensare. Erano gli uomini dei conti, con un occhio sempre al bilancio. Fiutarono il pericolo". Questione di esperienza. "Viste le cifre raggiunte dopo l’ultima vittoria con l’Avellino, furono costretti a rateizzare". 

    RICORDI DALLA FASCIA - Luciano Marangon è un altro degli uomini della cavalcata tricolore. Ex terzino sinistro classe ’56, oggi vive a Ibiza e gestisce locali sulla spiaggia. I ‘ragazzi dell’85’ hanno un gruppo Whatsapp che ha permesso a tutti di restare in contatto con il passare degli anni: "È lì che è arrivata la notizia. Un messaggio di Gigi Sacchetti alle 7 del mattino ha cambiato la giornata e l’umore di tutti. Noi dell’Hellas siamo ancora una famiglia, anche allora fu questo il nostro segreto". 

    TRATTATIVE - Nel ricordare il "suo" ds, Marangon tocca due momenti: "L’arrivo a Verona e l’addio, dopo tre stagioni a cento all’ora. Nell’estate dell’82 fu una trattativa quasi comica, Mascetti mi acquistò dopo la promozione in A, ma Giussy Farina, mio presidente a Vicenza, aveva da poco comprato il Milan e avevo un accordo verbale con lui nonostante la retrocessione in B dei rossoneri". Poi, lo scherzo del destino. "Le dinamiche del mercato sono imprevedibili, arrivò la proposta del Verona per la A. Farina mi consigliò di sparare una cifra alta per non far partire la trattativa, ma Mascetti ascoltò e mi accontentò. Mi convinse con garbo, presentando il progetto del club con mister Bagnoli. Un vero visionario. Nelle ultime ore della sessione di trasferimenti firmai con loro". La scelta giusta per entrare nella storia. "E chi se la dimentica la festa con i 20.000 tifosi in piazza Bra…". 

    ALTRE STRADE - Una professionalità, sottolinea Marangon, andata sempre di pari passo con l’umanità: "Noi calciatori sapevamo di poter contare su di lui per qualsiasi cosa. Confronti, consigli, pareri. Dimostrò la sua intelligenza anche quando le nostre strade si separarono. Dopo la vittoria del campionato, arrivò la chiamata dell’Inter. Io stavo benissimo a Verona, ma mi disse di andare senza problemi. Sarebbe stato un passo importante per la mia carriera". Un saluto, non definitivo. "Poi ci incontrammo in diverse occasioni. Nel 2009, ’Ciccio’ fondò con Bagnoli, Nanni e Maddè l’Asd Ex Calciatori Hellas Verona Onlus, impegnata in iniziative di solidarietà. Un modo per dare una mano a chi ne aveva bisogno, restando sempre tutti insieme". 


     

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