La Fiorentina non fa mai gol, ma per Commisso la cessione di Vlahovic è un grande colpo
INESPERIENZA - Il primo problema della squadra di Vincenzo Italiano è legato alla mancata conoscenza (inevitabile) dell’allenatore e della stragrande maggioranza dei suoi giocatori del doppio impegno campionato-coppa. Italiano non ha ancora 100 panchine di Serie A e appena 5 di Coppa, anche da giocatore è stato in squadre di secondo piano sempre escluse da tornei internazionali. Graduare formazioni, allenamenti, impegni, viaggi, infortuni, appannamenti ogni tre giorni è un lavoro assai più complesso che programmare una partita a settimana. Il tecnico viola, probabilmente unico al mondo fra i suoi colleghi, ha pensato di strabiliare cambiando 9 giocatori tutti in una volta, la prima a Empoli (0-0 con 20' con un uomo in più e altri 12' con due uomini in più: prestazione grigia) e non contento anche a Udine (sconfitta e partita pessima dei viola). Questo per dirsi comunque soddisfatto a fine gara per aver già schierato tutti gli uomini dell’organico. Ma l’obiettivo non può essere quello, l’obiettivo sono le prestazioni e i risultati che, ribaltando la formazione con 9 giocatori nuovi, restano sogni più o meno irrealizzabili. Possiamo sbagliare, ma il prossimo anno Italiano non farà più quell’errore.
DISCONTINUITA’ - Peraltro la Fiorentina è l’unica formazione italiana ad aver già giocato 5 (e non 3) gare europee, visto che è partita dai play-off di Conference League vinti col Twente, quando sembrava un inizio incoraggiante. Invece è cominciata proprio con gli olandesi la stagione degli alti e bassi. Riassumiamola rapidamente in ordine cronologico: 3-2 faticoso (grazie alla papera di Radu al 97') con quasi un’ora con un uomo in più contro la Cremonese, 2-1 in casa col Twente con un’ora fatta molto bene, 0-0 a Empoli (come già citato), 0-0 in Olanda con un atteggiamento tattico maturo (tre occasioni nitide in contropiede), 0-0 in casa col Napoli (risultato eccellente e prestazione buona), sconfitta (1-0) a Udine (come sopra), 1-1 in casa con la Juve (forse la migliore prestazione dei viola, col rigore finito sul palo di Jovic), 1-1 in casa con il Rfs Riga che si trova al 285° posto nella classifica Uefa (una mezza vergogna), sconfitta (2-1) a Bologna in una gara che dire modesta sul piano tecnico è poco (era la prima del dopo-Sinisa, in panchina c’era Vigiani), sconfitta (3-0) a Istanbul contro il Basaksehir (secondo tempo da arrossire di vergogna), vittoria tranquilla (2-0) sul Verona, sconfitta a Bergamo (1-0 per l’Atalanta), vittoria (3-0) a Edimburgo contro gli Hearts in una partita ben giocata di fronte a una squadra povera di gioco, infine le 4 labbrate dalla Lazio di ieri sera. Discontinuità, si chiama così.
NON FA GOL - Ma il problema più serio resta quello del gol. La Fiorentina non segna. Aveva un bomber da oltre 20 gol a campionato ma l’ha venduto alla Juventus e Rocco Commisso, ogni volta che parla, definisce quella cessione un grande colpo. Nelle ultime due stagioni, Vlahovic a parte, ha avuto come centravanti Kokorin (mai visto), Piatek (forse il migliore...), Cabral (bocciato di recente da Italiano) e Jovic che ha sbagliato a raffica gol incredibili come a Enschede, contro la Juve (su rigore), contro la Lazio (due volte davanti al portiere). Per questa ragione (per disperazione...) Italiano ha schierato anche Kouamè centravanti, ma il suo ruolo è quello dell’esterno. Giovedì la Fiorentina giocherà in coppa al Franchi contro gli Hearts in una partita che deve vincere per arrivare almeno seconda e conquistare l’accesso agli spareggi della Conference League, lunedì la trasferta di Lecce contro due ex viola, l’allenatore Baroni e il diesse Corvino, e poi l’Inter. Se il campionato, col 13° posto, è a forte rischio anonimato (vivacchiare, che brutto verbo per Firenze), almeno in Coppa qualcosa può ancora fare.