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    La buonanotte di Bernardini: il  Dio Eupalla di Brera perdoni gli ultras perché non sanno quello che fanno

    La buonanotte di Bernardini: il Dio Eupalla di Brera perdoni gli ultras perché non sanno quello che fanno

    • Marco Bernardini
    La buonanotte sono gli ultras. Le tribù del calcio che hanno ricominciato a mettere in scena i tradizionali copioni della stagione. Cambiano  i tempi, gli interpreti e lo stesso gioco. Loro no. Peggiorano. Confondono il sacro con il profano, miscelano la passione con l’odio, vivono in un mondo dove usare la testa è un optional. Probabilmente non sanno quello che fanno e che dicono. E forse solo per questo quel che Gianni Brera, di cui in questi giorni si celebra il centenario della nascita, definiva il Dio Eupalla li perdonerà.

    Intanto i risultati restano demoralizzanti. La curva interista inneggia compatta al “fratello” balordo spacciatore di stupefacenti. Poi, con un accostamento vergognoso, invoca i nomi di gente per bene come Lele Oriali, Gigi Simoni e Sinisa Mihailovic.  Gli ultras della Juventus si scatenano sui social e ricoprono di palta Antonio Conte perché ha osato festeggiare la vittoria della squadra che allena anziché mostrare indifferenza. Ora quegli stessi oltranzisti bianconeri, in caso di vittoria sul Napoli, dovrebbero insultare il “napoletano di merda” Sarri se farà festa dopo aver battuto la sua ex squadra del cuore. O no? Certamente che no. Ma la foresta ultras non appartiene a questo mondo. Buonanotte e fate sogni colorati.

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