L'Athletic e la magia del San Mames: a Bilbao il tempo si è fermato
IDENTITA' - Il nuovo impianto, ultramoderno, figlio dei tempi che corrono e delle necessità economico-commerciali, non ha più i seggiolini corrosi dal tempo, ha perso lo storico arco (per la quale à stata fatta, inutilmente, più di una petizione in sua difesa) e da fuori sembra davvero uno stadio e non un capannone di periferia, ma continua ad essere la massima espressione di un'identità, quella basca, che va vissuta in prima persona per essere veramente capita. Il nuovo San Mames non è solo quel classico catino dove i tifosi sono il dodicesimo uomo in campo, è la casa dell'Athletic, a Bilbao una religione, la proiezione dell'Euksal Herria (Paese Basco), l’orgoglio e il senso di appartenza di essere baschi.
CAMBIA VOLTO - “Ciò che rende storico uno stadio non è la sua architettura, ma quello che lì dentro succede. Il San Mamés non ti lascia mai solo, parla con i suoi calciatori, ti tende la mano per non lasciarti cadere”, disse qualche anno fa Marcelo Bielsa, ex allenatore dell'Athletic, ora sulla panchina del Marsiglia. A Bilbao è sorprendente quello che succede dentro ma anche fuori il San Mames, dove si respira calcio come in pochi posti al mondo. Quando gioca l'Athletic, la città si ferma e si colora di rosso e bianco. Tutti con la maglietta, tutti la con la sciarpa, tutti pronti ad urlare "Aupa Athletic!". E se trovate ancora qualche anziano che si avvicina per raccontarvi le imprese di Pichichi, Iribar o Zarra non sorprendetevi. A Bilbao il tempo si è fermato.