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    L'Atalanta comanda il gioco, il Milan è immerso nella mediocrità

    L'Atalanta comanda il gioco, il Milan è immerso nella mediocrità

    • Giancarlo Padovan
    L’Atalanta va matematicamente in Europa League (e probabilmente finirà quinta), il Milan resta aggrappato al sesto posto, mantenendo un punto di vantaggio sulla Fiorentina e, ove mai battesse il Sassuolo, sull’Inter (attualmente a meno quattro). Non è ancora tempo di dire che la lotta per l’Europa di scorta si sia rianimata, ma se non altro adesso è chiaro che i rossoneri hanno il futuro nelle proprie mani, mentre all’Inter (e ai viola) vincere sempre potrebbe non bastare.

    Atalanta-Milan è stata una bella partita, molto influenzata dalla tattica. Il Milan ha difeso a cinque (anche se Kucka, a destra, ha faticato), cercando di frenare le corse dell’Atalanta e di ripartire negli spazi. Troppo poco per pensare di vincere e, forse, anche poco per credere di passarla indenni. Vero che, nel primo tempo, di occasioni limpide l’Atalanta ne ha avute poche, ma vero anche che quando ci sono state hanno portato in fretta al gol. Del resto, l’Atalanta ha comandato il gioco, accelerando a piacimento e cercando puntate profonde alle spalle dei rossoneri.

    La realtà è una sola: questa Atalanta è di gran lunga superiore al Milan e il fatto che sia scaturito un pareggio è frutto più del caso (il tiro di Deulofeu è stato deviato da Masiello e il catalano è partito da una netta posizione di fuorigioco) che del gioco degli uomini di Montella.

    L’unica imputazione (molto relativa) da elevare all’Atalanta è realtiva alla tenuta. Siamo a fine campionato e la squadra sente la fatica, corre sempre per novanta e passa minuti, però spesso non è lucida e qualche volta fatica a ripartire. E’ successo nella parte centrale del secondo tempo e questo atteggiamento ha incoraggiato il Milan ad attaccare, seppure in modo confuso e disorganico. Molta, come sempre, la qualità immessa da Suso, vasta la combattività di Lapadula (suo il passaggio a Deulofeu), sufficiente il contributo del rientrante Montolivo. Ma dove il Milan ha fatto meglio è stato in difesa, con Zapata e Romagnoli a distinguersi negli anticipi.

    Purtroppo per il Milan, la sofferenza è discesa dagli esterni (vedi il gol) e in qualche uno contro uno del Papu Gomez con l’omonimo Gustavo. Un lancio di Cristante (43’) ha pescato il Gomez atalantino al di là della linea difensiva milanista. Il Papu avrebbe dovuto battere subito, anticipando Donnarumma. Invece ha tardato un attimo di troppo, permettendo al portierone rossonero di coprire quasi l’intera porta e di respingere la battuta. Neanche il tempo di dolersi per l’occasione mancata che il Papu si è rifatto. Sullo scatto a sinistra di Spinazzola, l’ha servito di precisione, favorendone l’attacco dello spazio. Spinazzola è arrivato sul fondo e poi ha crossato forte addosso a Donnarumma, già proteso in tuffo. Maligna la carambola che gli ha fatto sfuggire la palla, consegnandola al piede fremente di Conti per il suo ottavo gol in campionato. L’errore di Donnarumma va sottolineato, anche perché raro. Proprio per questa ragione, però, è da elogiare Conti. Primo, perché da sinistra va a stringere al centro quasi si trattasse di una punta. Secondo, perché non dà mai nulla per scontato.

    Il Milan, poco o per nulla consistente nel primo tempo, ha impiegato appena 17 secondi della ripresa per accarezzare il possibile pareggio. Merito di Kucka che ha messo in mezzo un cross basso, la palla ha attraversato tutta l’area di porta fino ad essere colpita, fuori dallo specchio, da Pasalic. L’Atalanta avrebbe potuto allungare in due circostanze: con un tiro di Cristante (3’),  sventato da Donnarumma a mani aperte, e con una sassata di Kessie, deviata ancora una volta da un prodigioso balzo di Donnarumma. Poi più Milan che altro, ma con un grande disordine sotto al cielo. Ci è voluto Deulofeu, in fuorigioco, per lucrare un punticino che fa tanto classifica, ma lascia il Milan immerso in una mediocrità che, un girone fa, sembrava poter rifuggire.

    @gia_pad

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