Kristcic: |'Tumore sconfitto grazie a Samp e famiglia'
Domani, venerdì 11 gennaio 2013, in chiaro su Premium Calcio alle ore 23.00 ritorna "La tribù del calcio", la rubrica curata da Paolo Ziliani per i veri appassionati di pallone.
Nella puntata di domani un’intervista esclusiva a Nenad Kristcic. Il centrocampista serbo della Sampdoria che, a dispetto della giovane età, ha già dovuto affrontare esperienze drammatiche come la guerra nella ex Jugoslavia e una brutta malattia: “Ho vissuto la guerra del 1999 – racconta Krsticic –, la ricordo bene. Per fortuna ne siamo usciti vivi. Spesso non andavamo a scuola per paura delle bombe, ma a giocare a pallone ci andavamo sempre. Ero già nelle giovanili dell'Ofk Belgrado e il calcio era l'unica mia speranza. Non sapevo dell’interessamento della Sampdoria, quando avevo 18 anni: era fine agosto 2008 e mi chiamarono in sede dicendomi che la Samp mi aveva acquistato. Era venuto a prendermi Fabio Paratici, il braccio destro di Marotta.”
A proposito della malattia, Kristcic ricorda: "Mi ruppi il menisco nel novembre 2008: avevo dolore ma non gli davo molta importanza. Poi un giorno il professor Baldari e lo staff medico della Samp mi dissero che dovevo sottopormi a degli esami. Sentivo un dolore persistente alla pancia, non mangiavo, non stavo in piedi. Il 24 dicembre mi portarono in ospedale: non parlavo bene l'italiano e lo capivo meno. Soltanto dopo seppi che avevo una malattia molto brutta e che tutti temevano che mi rimanessero pochi giorni di vita. Durante le feste natalizie tornai a casa, ma stavo male e così Baldari mi fece rientrare d'urgenza a Genova, dove iniziai a fare la chemioterapia. Mi incitavano, mi dicevano che ce la dovevo fare, ma in realtà sentivo che erano tutti molto preoccupati: capivo che la mia carriera di calciatore era finita. C'era un'altra partita da vincere. E ben più difficile”.
Partita che dura un anno e che il centrocampista serbo vince: “La mia famiglia e la Samp mi sono sempre stati vicini – dichiara Kristcic –, non mi hanno mai fatto sentire solo. Ho reagito molto bene al primo ciclo di chemio, anche se quando ho realizzato quel che stava accadendo ho avuto paura. Ma mi sono aggrappato al pensiero del calcio e ai miei sogni di calciatore. Ho combattuto un anno. A gennaio 2010 sono tornato in campo con la Primavera. Ricordo ancora il profumo dell’erba e l'abbraccio dei compagni. Sono ritornato più forte. Ero un trequartista che contrastava poco, oggi sono un duro che non toglie mai la gamba. Sono più forte nella testa e se un calciatore è forte nella testa, lo è ovunque. Non ho mai mollato e non ho mai pensato di arrendermi. Oggi quando sento che un calciatore è stressato, sorrido. In campo non puoi avere paura, non si può aver paura del calcio. Ho superato una guerra e battuto un linfoma. Per me il calcio è vita.”
Infine, a proposito delle soddisfazioni calcistiche, Kristcic dichiara: “Domenica abbiamo vinto in 10 sul campo della Juventus. E Mihajlovic lo scorso ottobre mi ha convocato in Nazionale. Ricordo che ero in campo con i miei compagni e mentre eravamo a centrocampo spuntò un dirigente e mi disse che era arrivata la convocazione per la Nazionale serba. Un altro sogno si era avverato. E dico grazie alla Samp: da qui non vorrei più andare via. Sogno un futuro con questa maglia e con la maglia della Serbia.”