
Juventus, riflessioni su Thiago Motta. Per la dirigenza ha avuto grossi limiti in questa stagione
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COSA PESA - Nel bilancio della dirigenza, pesa soprattutto questa settimana gettata alle ortiche: in 7 giorni la Juve ha smarrito ancora la propria identità, prima nel tumulto di Eindhoven, poi nella partita più surreale della stagione. Contro le riserve dell'Empoli e con la formazione titolare, i bianconeri non sono riusciti a superare un avversario esageratamente alla portata. E' stato un calo fisico? Sì, certo. Però pure mentale. Non è un caso che Thiago abbia per la prima volta - e aspramente - criticato l'atteggiamento dei suoi. Non l'aveva mai fatto, si era limitato fino a quel momento soltanto ad aspetti tecnici e tattici. Stavolta ha parlato di "vergogna", perché è un punto di non ritorno.
NON SODDISFATTI - Nell'idea della dirigenza bianconera, Thiago ha avuto grossi limiti di gestione. E a lui si imputano principalmente due elementi. Numero uno: non è stato in grado di reggere il peso di una squadra dal triplice impegno settimanale. Numero due: la lettura delle partite, che va dalle scelte di formazione iniziale e passa naturalmente per i cambi. La sensazione generale è che, insieme alla squadra, sia pure il tecnico a dover crescere. In atteggiamento, situazioni e letture. Soprattutto, nelle relazioni interne: fino alla fine Motta sta provando a ritrovare quell'alchimia che a Bologna gli sembrava qualcosa di mistico, che in uno spogliatoio come quello bianconero non ha invece trovato.

VALUTAZIONI IN CORSO - Pertanto, le valutazioni sono in corso e - nonostante le smentite di rito - è plausibile che nella pancia dello Stadium ci sia stato già un primo confronto tra Thiago e la dirigenza, anche solo per un check, anche solo per avere una spalla con cui fare riflessioni più profonde. Naturalmente, tutto internamente, senza dare credito a prime ed estreme voci. Non c'è il sentore che il progetto Motta possa saltare da un momento all'altro. C'è evidente imbarazzo per come siano andate le cose, ma il toto-nome, ecco, non è una margherita sfogliata nelle segrete stanze di Cristiano Giuntoli.
DA SOLO, DI NUOVO - Di sicuro, fa riflettere il fatto che quella di Thiago sia nuovamente l'unica voce levata al cielo dello Stadium, mentre tutto intorno regnava ancora il silenzio. Non ha parlato post partita Cristiano Giuntoli, e nella settimana in cui si richiedeva una parola da parte della dirigenza; non ha parlato Maurizio Scanavino, riflesso della proprietà. Non ha parlato nemmeno Gianluca Ferrero, il presidente di questo club. Thiago è stato evidentemente lasciato da solo, a prendersi le luci abbaglianti della disfatta, in un momento anche per lui di dolore. Come di confusione. Nessuna protezione, nessuno scudo. Sembra tutto così emblematico.