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Juventus in crisi, tutti gli errori di Giuntoli: da Vlahovic a Danilo, nel mirino le scelte di mercato e gestione
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GIUNTOLI SOLO AL COMANDO
Come premessa all'elenco degli errori, partiamo da un errore da imputare alla società, e del quale Giuntoli tutto sommato è una vittima. L'errore, opinabile ovviamente come tutte le altre valutazioni che qui proporremo, è quello di aver messo un solo uomo al comando, senza un equilibrio di poteri nell'area sportiva. Giuntoli infatti lavora insieme a dirigenti che nella loro vita hanno maturato un'esperienza totalmente estranea al mondo del calcio, e parliamo del presidente Gianluca Ferrero e dell'ad Maurizio Scanavino. Fatte le dovute proporzioni, è una situazione che ricorda la fase in cui il ds Alessio Secco lavorava con il presidente Giovanni Cobolli Gigli e l'ad Jean-Claude Blanc, uomini scevri da esperienze calcistiche. Ben diversa la situazione nella quale ai piani alti della Juventus lavoravano solo uomini di calcio: Bappe Marotta, Fabio Paratici e Pavel Nedved, insieme al presidente Andrea Agnelli.
VLAHOVIC E VICE-VLAHOVIC
Passiamo quindi agli errori che, secondo noi, ha commesso Giuntoli. Il primo ha a che fare con Dusan Vlahovic, in una duplice accezione: 1) aver portato pericolosamente il serbo a un anno e mezzo dalla scadenza (giugno 2026), senza esser riuscito a rinnovare il contratto (o senza aver ceduto il giocatore); 2) non aver acquistato un vice Vlahovic, affidandosi all'inaffidabile Arek Milik, storicamente vittima di ripetuti infortuni. La situazione prodotta da queste scelte adesso è delicata: Vlahovic, fra l'altro in difficoltà tecnica, non rinnova, con il rischio di arrivare in estate a una situazione simile a quella vista nel 2024 per Federico Chiesa. In più, ora la necessità di acquistare un vice Vlahovic è diventata un'emergenza.
DOUGLAS LUIZ
L'acquisto di Douglas Luiz, per il quale ci sono voci sull'interesse di due club della Premier League, rischia di diventare un clamoroso flop. Dal punto di vista tecnico e caratteriale il brasiliano non ha trovato alcun tipo di feeling con Thiago Motta (che era d'accordo con l'operazione?) e dopo sei mesi dal suo arrivo a Torino resta un oggetto misterioso, fra l'altro lautamente pagato. Il rischio, se Giuntoli non riuscirà a portare a termine una cessione che permetta alle casse bianconere di rientrare dai soldi spesi in estate (28 milioni di euro all'Aston Villa, più le cessioni di Enzo Barrenechea e Samuel Iling Junior ai Villans, per un'operazione complessiva da 50 milioni di euro), è quello di trovarsi di fronte a un nuovo caso Arthur, che ancora pesa sulle casse bianconere.
DANILO E I DIFENSORI CHE MANCANO
La gestione del caso Danilo ha destato e desta molte perplessità. Capitano della Juventus di Allegri, il brasiliano è stato fin dall'estate messo ai margini del nuovo progetto bianconero, per poi finire fuori rosa e sul mercato a gennaio. Da una parte, si può opinare in linea di principio sulla qualità del trattamento riservato a Danilo, dall'altra, più concretamente, c'è anche una valutazione che riguarda direttamente il mercato. Con Gleison Bremer infortunatosi il 2 ottobre e Juan Cabal ko a novembre, ci si chiede che senso abbia mettere fuori rosa anche Danilo (forse sarebbe servito in Supercoppa?), senza ancora avere in mano almeno un sostituto fra i tre difensori sopracitati.
PERIN E DI GREGORIO
Come abbiamo già avuto modo di scrivere qualche settimana fa, al netto del valore tecnicamente alto di entrambi i portieri, Michele Di Gregorio e Mattia Perin, fa discutere la scelta di Giuntoli di aver speso una cifra importante sul mercato per un portiere (Di Gregorio), avendone già uno dello stesso livello in casa (Perin), ma rimanendo con evidenti buchi nella rosa in altri ruoli. In altri temini: non valeva la pena spendere 20 milioni per un vice Vlahovic?
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