
Juventus, "I cambi non mi sono piaciuti": i bersagli, Tudor a muso duro e un segnale preciso al mercato
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I BERSAGLI – La prima domanda che vien da porsi è: con chi ce l’aveva Igor Tudor? L’allenatore croato ha messo nel mirino i subentrati nella sfida contro il Lecce di sabato sera, coloro che avrebbero potuto e dovuto contribuire a blindare il risultato e a non permettere la reazione poi avuta dalla squadra salentina guidata da Marco Giampaolo. Difficile capire con esattezza se ci fosse un riferimento particolare nei vari cambi effettuati da Tudor, ma la sensazione è che fosse un discorso generale legato a un’ultima fase di match che non ha pienamente soddisfatto la filosofia del tecnico croato.
I SUBENTRATI – Ma entriamo nel dettaglio, chi è subentrato contro il Lecce? Lasciando stare – non per demeriti, ma per una mera questione di minutaggio – Nicolò Savona, entrato solamente nel recupero al posto di Kenan Yildiz, le sostituzioni di Tudor sono state: Andrea Cambiaso, Timothy Weah, Randal Kolo Muani e Francisco Conceicao. Tutti ingressi che hanno effettuato delle prestazioni non propriamente memorabili, per usare un eufemismo. Nessuno dei tre, infatti, ha inciso in maniera tangibile e positiva sulla partita e, anzi, hanno abbassato il livello prestazione e il baricentro della formazione bianconera. Anzi, a dirla tutta, non è esente da qualche colpa l’esterno azzurro sulla rete di Baschirotto.
ANALISI E NUMERI – E a dare un’occhiata ai dati, diventa tangibile capire i motivi dello sfogo di Tudor: fra tutti e 4 i sostituti, le statistiche parlano di soli 3 duelli vinti su 13, di un solo dribbling riuscito, di ben 15 palloni persi e di 2 conclusioni tentate verso lo specchio della porta salentina. Un insieme di numeri che focalizzano e fotografano la situazione analizzata da Igor Tudor nel corso del post partita. Un apporto insufficiente per un leader come il croato che chiede sacrificio e che impone un diktat di un calcio aggressivo, verticale e intenso. E di intensità, nei rispettivi giocatori subentrati, Tudor ne ha captata ben poca.
GESTIONE – Allo stato attuale dei fatti, tutti e 4 i sostituti entrati con il Lecce non sono considerati dei titolari o delle pedine inamovibili nel nuovo scacchiere disegnato da Igor Tudor. Il croato è stato chiaro, tuttavia: la differenza la fa il campo, ogni minuto disputato deve essere giocato al massimo delle proprie possibilità. L’importante è che ognuno fornisca delle garanzie che siano identiche rispetto ai propri compagni di squadra. Ma di segnali convincenti, allo Stadium contro il Lecce, ce ne sono stati ben pochi. Spetterà a loro dimostrare di valere l’attenzione di Tudor, pronto a concedere nuove occasioni se verrà convinto dall’impegno fornito ogni giorno alla Continassa.

A MUSO DURO IN SPOGLIATOIO - Un concetto che Igor Tudor, come riporta La Gazzetta dello Sport, ha sottolineato anche negli spogliatoi nell'immediato post partita, pronunciando un discorso chiaro e diretto nei confronti dei subentrati: Tudor, pur parlando all'intera squadra (le sue frasi possono tornare utili a tutti), ha evidentemente bacchettato - con molta trasparenza - Weah, Cambiaso, Conceiçao e Kolo Muani. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, con l'allenatore che ha specificato e ha ribadito la necessità di restare concentrati e centrare il traguardo della qualificazione alla prossima Champions League.
FUTURO - Ma tutto ciò cosa vorrà dire per il futuro e per il mercato che si avvicina? Cambiaso, lo sappiamo, ha mercato in Premier League e se il Manchester City rinnovasse il proprio interesse con un’offerta che si avvicini a quota 50 milioni, potrebbe far vacillare la posizione di Giuntoli e della dirigenza piemontese, soprattutto in caso di mancato accesso in Champions League. Weah, per disciplina, duttilità e contratto, fa senz’altro parte dei pensieri della rosa del futuro della Juventus. Le sue caratteristiche si sposano anche con il piano tattico di Tudor, ma l’americano dovrà alzare il livello e tornare imprescindibile. Discorso diverso per Conceicao e Kolo Muani, entrambi in prestito (da Porto e PSG) e cui il futuro dipende da queste ultime settimane. Se il portoghese sembra essere maggiormente escluso dalle rotazioni – sul suo profilo ci sono i maggiori dubbi, dopo un avvio scoppiettante: il destino si dirigerebbe verso un addio e un ritorno in Portogallo per cercare una nuova destinazione -, ecco che il centravanti francese può giocarsi le sue chance per vedere il prestito da Parigi rinnovarsi, ridiscutendo i termini e la durata dell’accordo. Ma servirà tornare in forma come le prime tre presenze ufficiali, servirà tornare al goal, servirà fornire segnali importanti. Tudor si aspetta che anche i subentrati si adattino alla sua nuova Juventus.
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Effettivamente, 5 cambi, neanche uno entrato con la testa giusta. Quando dice che in panchina c'è...