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    Juventus, eredità Agnelli, i legali di Elkann: 'Da 20 anni una madre perseguita i suoi figli'

    Juventus, eredità Agnelli, i legali di Elkann: 'Da 20 anni una madre perseguita i suoi figli'

    Non è solo una saga legale, la vicenda sull’eredità di Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli morta nel 2019, ma una disfida familiare, che vede coinvolti la figlia Margherita Agnelli contro i suoi figli, in primis John Elkann, amministratore delegato della Exor. 

    "In sintesi - scrive il pool legale che assiste John Elkann, come riporta Corriere.it - c’è una mamma che perseguita, da più di 20 anni, in tutte le sedi giudiziarie, facendo anche ampia pubblicità sulla stampa, i suoi genitori e tre dei suoi figli, che non hanno altra responsabilità salvo quella di essere stati gli unici ad aver assicurato alla nonna cura, assistenza e dedizione fino all’ultimo giorno. È quindi ovvio il dispiacere e il dolore personale per essere bersagli di accuse che hanno una simile provenienza".

    Elkann, nipote dell’avvocato e presidente di Exor, è indagato in concorso per "dichiarazione fraudolenta con altri artifici" dalla Procura di Torino, ed è difeso da un team legale composto dagli avvocati Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re. "L’inchiesta in corso - scrivono gli avvocati in una lunga nota, riportata da Corriere.it - nasce da un esposto di Margherita Agnelli. L’esposto, di cui non si conosce ancora l’esatto contenuto, è l’ultimo di una lunga serie di iniziative giudiziarie che Margherita Agnelli ha esercitato da ormai venti anni in Italia e all’estero. Tutte queste iniziative hanno lo scopo di disconoscere sia le chiare volontà dell’avv. Giovanni Agnelli, prima, e di Donna Marella Caracciolo, dopo, sia addirittura gli stessi accordi sottoscritti dalla medesima Margherita Agnelli con la madre Marella nel 2004, accordi che le hanno permesso di beneficiare di un ingente patrimonio a valere sull’eredità del padre".  

    È ancora, scrivono i legali: "È utile sottolineare che Margherita Agnelli, ritenendo evidentemente critica e incerta la sorte delle attività imprenditoriali di suo figlio e della sua famiglia d’origine, ha deciso nel 2004 di monetizzare la sua parte, salvo poi cercare paradossalmente di beneficiare di un accrescimento patrimoniale ulteriore derivante dal successo del piano di rilancio della Fiat, al quale non ha contribuito in alcun modo, ma di cui, come madre, dovrebbe gioire ed essere orgogliosa essendone stato il figlio l’artefice principale". "Il metodo e gli obiettivi di Margherita Agnelli - sottolinea ancora il team legale - sono quindi sempre gli stessi: contesta tutto, arriva perfino a rinnegare gli accordi sottoscritti pur di non riconoscere le volontà dei suoi genitori, che anzi sono stati i primi ad essere accusati di condotte penalmente, civilmente e moralmente illecite". 

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