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Juvemania: inizio da incubo, ma Pirlo merita fiducia. Di società e dirigenza le colpe di un eventuale fallimento
Il 2020 sta per finire ed è tempo di bilanci in casa Juventus. L’anno più difficile della storia del calcio dai tempi del dopo guerra, per via della pandemia Covid-19 che ha devastato le nostre vite, sta per volgere al termine. La squadra bianconera si ritrova (alla sosta di campionato per le feste) con un ritardo clamoroso dalla vetta, un distacco che non subiva in queste proporzioni da oltre 20 anni. Un vero inizio da incubo, diciamolo. Solo questi numeri spiegano l’evidente ridimensionamento ed indebolimento della squadra juventina negli ultimi anni nonostante l’arrivo di Cristiano Ronaldo nell’estate del 2018. Gli esoneri di Allegri prima e di Sarri poi non hanno fatto altro che minare le certezze in casa bianconera, riducendo persino i trofei conquistati rispetto alle stagioni precedenti. Non si può vincere per sempre, questo è evidente, ed è anche normale arrivare prima o poi alla fine di un ciclo, seppur straordinario. Quello che non è normale, assolutamente, è il rapporto inversamente proporzionale tra il monte ingaggi cresciuto in maniera smisurata negli ultimi anni e il valore tecnico/tattico della squadra diminuito invece in modo evidente. E’ qui il problema della Vecchia Signora, è qui che bisogna puntare il dito.
FIDUCIA IN PIRLO - Troppo facile prendersela con Pirlo, un allenatore nuovo, ambizioso, di belle speranze ma che ancora non ha l’esperienza tantomeno la tempra per reggere la tensione di allenare un team dove arrivare secondi equivale ad un fallimento o quasi. Ha bisogno di tempo, probabilmente molto tempo, una sola stagione quasi sicuramente non basterà per fare il tirocinio. La Juventus ha tutto questo tempo a disposizione da concedergli? Questa è la domanda giusta da porsi. Evidentemente sì, altrimenti non avrebbe allontanato Allegri per prendere Sarri nel 2019 tantomeno avrebbe esonerato Sarri per puntare su un totale esordiente del mestiere lo scorso agosto. Diciamolo, nessun top allenatore avrebbe accettato di allenare la Juventus negli ultimi due anni, soprattutto alla luce del mercato confusionario di Paratici delle ultime sessioni. Pirlo in tal senso è quindi la scelta più intelligente, la più sensata. Costruirsi un “Guardiola” in casa laddove arrivare ad un “Guardiola” già pronto è praticamente impossibile. Bene, fiducia in Pirlo quindi e giuste critiche, che lo aiutino a crescere, quando necessarie. Ma se la stagione, soprattutto in campionato, non dovesse essere raddrizzata e riportata sui binari che competono ad un top team come la Juventus nessuno punti il dito contro l’allenatore bianconero, perlomeno non in prima battuta. Prima di arrivare alle sue responsabilità, ci sono quelle della società, di Paratici, di Nedved, di alcuni calciatori, anche titolari, ormai evidentemente “bolliti”.
In questa scala Andrea Pirlo occupa l’ultimo gradino, il più basso; basti pensare che già due anni fa Allegri invocava una rivoluzione perché la vecchia guardia era ormai finita ma la dirigenza pensò bene (o male, dipende dai punti di vista…) di allontanare lui invece. E lo stesso ha fatto anche con Sarri la scorsa estate con evidenti risultati peggiorativi davanti agli occhi di tutti. Niente è ancora definitivamente perduto, anzi. La Vecchia Signora, sulla carta, ha tutto per rimontare in Campionato e fare ancora bene, se non benissimo, in Champions League. Mai dare per morta la Juventus. L’importante è lasciar lavorare Pirlo ed avere il coraggio di proteggerlo sempre, indirizzando le eventuali responsabilità altrove (come giusto che sia), nel caso le cose non dovessero andare come sognato nel momento del suo ingaggio.
@stefanodiscreti
FIDUCIA IN PIRLO - Troppo facile prendersela con Pirlo, un allenatore nuovo, ambizioso, di belle speranze ma che ancora non ha l’esperienza tantomeno la tempra per reggere la tensione di allenare un team dove arrivare secondi equivale ad un fallimento o quasi. Ha bisogno di tempo, probabilmente molto tempo, una sola stagione quasi sicuramente non basterà per fare il tirocinio. La Juventus ha tutto questo tempo a disposizione da concedergli? Questa è la domanda giusta da porsi. Evidentemente sì, altrimenti non avrebbe allontanato Allegri per prendere Sarri nel 2019 tantomeno avrebbe esonerato Sarri per puntare su un totale esordiente del mestiere lo scorso agosto. Diciamolo, nessun top allenatore avrebbe accettato di allenare la Juventus negli ultimi due anni, soprattutto alla luce del mercato confusionario di Paratici delle ultime sessioni. Pirlo in tal senso è quindi la scelta più intelligente, la più sensata. Costruirsi un “Guardiola” in casa laddove arrivare ad un “Guardiola” già pronto è praticamente impossibile. Bene, fiducia in Pirlo quindi e giuste critiche, che lo aiutino a crescere, quando necessarie. Ma se la stagione, soprattutto in campionato, non dovesse essere raddrizzata e riportata sui binari che competono ad un top team come la Juventus nessuno punti il dito contro l’allenatore bianconero, perlomeno non in prima battuta. Prima di arrivare alle sue responsabilità, ci sono quelle della società, di Paratici, di Nedved, di alcuni calciatori, anche titolari, ormai evidentemente “bolliti”.
In questa scala Andrea Pirlo occupa l’ultimo gradino, il più basso; basti pensare che già due anni fa Allegri invocava una rivoluzione perché la vecchia guardia era ormai finita ma la dirigenza pensò bene (o male, dipende dai punti di vista…) di allontanare lui invece. E lo stesso ha fatto anche con Sarri la scorsa estate con evidenti risultati peggiorativi davanti agli occhi di tutti. Niente è ancora definitivamente perduto, anzi. La Vecchia Signora, sulla carta, ha tutto per rimontare in Campionato e fare ancora bene, se non benissimo, in Champions League. Mai dare per morta la Juventus. L’importante è lasciar lavorare Pirlo ed avere il coraggio di proteggerlo sempre, indirizzando le eventuali responsabilità altrove (come giusto che sia), nel caso le cose non dovessero andare come sognato nel momento del suo ingaggio.
@stefanodiscreti