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Juvemania: Koopmeiners vittima di un equivoco tattico, servono spiegazioni

Cristiano Corbo
27 minuti fa
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Due volti e mille sensazioni. E partiamo dai primi: come s'incastrano Douglas Luiz e Teun Koopmeiners in questa Juventus? Possono davvero coesistere? Avranno tempo, modo, spazio per rendersi utili in questa squadra?

Sono tre domande esistenziali, per i giocatori e per la squadra in cui teoricamente giocherebbero. Dunque tre domande che a fine gennaio, quando metà stagione è finita da un pezzo, non avrebbero proprio senso di esistere. E invece, l'enigma resta. Anzi: è più di uno. Fa a botte con la necessità di giocatori di qualità e restituisce una risposta monca, a metà, poco più di un'intuizione. A Locatelli e Thuram non si può rinunciare, ai due "talenti più puri" - mettiamola così - invece sì. E comunque uno sembra davvero di troppo.

Se ne sono dette tante, a tratti persino troppe, ma quelle su Teun Koopmeiners spesso sono sembrate giuste. Anche in Belgio sono parsi evidenti due fattori. Il primo: c'è un grosso equivoco di natura tattica, poiché la libertà che Thiago concede a Koop è inversamente proporzionale alla sua libertà mentale. Quel "mettersi in difficoltà per i compagni" è sicuramente un atto di purissima generosità, e il tecnico non può non apprezzarlo, ma per la Juve vuol dire anche non avere con la giusta lucidità uno dei giocatori potenzialmente più decisivi. Si può trovare un compromesso, in fondo.

Il secondo: c'è pure un altro equivoco, ed è di tipo psicologico. Koop non sarà l'overperformante di Bergamo, non sempre comunque, ma non è nemmeno un giocatore da errori banali in pochi metri. Resta un top. Uno forte. Con soluzioni. Dove sono finite?

La sensazione - naturalmente, stando al di fuori - è che Thiago quasi non voglia porsi il problema. Che il tema sia solo merce per giornali. Che una sua funzione, Koop, alla fine ce l'abbia pure. E che nel suo girovagare sia persino vitale per questa squadra. Una preghiera, allora: ce lo spieghi, ancora una volta e magari un po' meglio. Perché non è vero che con l'olandese sia stato tutto nero, con il Milan s'è visto un grigio che sembrava bianco, e quando è uscito dalle giocate banali ha provocato persino un gol.

Quello è il Teun che tutti vogliono vedere. E che in fondo manca. Un giocatore dalle soluzioni estemporanee e sempre con la testa alta, non un maratoneta senza una meta.

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