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    Juvemania: squadra senza identità e dannosa per sé stessa. Thiago Motta si gioca tutto in 4 partite

    Juvemania: squadra senza identità e dannosa per sé stessa. Thiago Motta si gioca tutto in 4 partite

    • Cristiano Corbo
    Adesso c’è da rimboccarsi le maniche, mentre tutto intorno assume un colore sempre più fosco. La Juventus, ormai da settimane, sembra camminare sul filo sottile di una crisi mai del tutto esplosa, ma sempre presente. Con la seconda sconfitta stagionale, il quadro diventa più chiaro: non è tanto il numero di sconfitte a preoccupare, quanto l’impressione di un’autosabotaggio costante, una fragilità che si manifesta nei pareggi e nella difficoltà a chiudere le partite.

    La Juventus di oggi non è solo scarica; è anche dannosa per sé stessa. Ogni errore pesa il doppio, ogni occasione mancata sembra scavare un solco più profondo. Se c’è una partita che meglio rappresenta questa situazione, è stata Milan-Juve. Una gara che ha mostrato con estrema chiarezza i limiti e le contraddizioni di questo gruppo: giovane e pieno di potenziale, ma incapace di esprimere la forza che potrebbe avere. Tra ciò che la squadra è e ciò che potrebbe essere, c’è un abisso che sembra crescere ogni settimana.

    L’esperienza della Supercoppa Italiana a Riad, con la sconfitta contro il Milan, lascia una lezione amara ma importante: la necessità di una presa di posizione netta da parte dell’intero ambiente. Thiago Motta, la dirigenza e la squadra devono ammettere che esiste un problema. Questo è il primo passo, imprescindibile, per invertire la rotta. Ignorare i segnali significherebbe rischiare di perdere ulteriore terreno in un campionato dove la concorrenza è più agguerrita che mai.

    Juvemania: squadra senza identità e dannosa per sé stessa. Thiago Motta si gioca tutto in 4 partite

    Qui non troverete analisi tattiche o critiche ai cambi di Motta. Non è questione di un errore specifico o di una gestione sbagliata: il termine che descrive tutto è uno solo, autosabotaggio. È il tipico comportamento di una squadra senza un’identità forte, incapace di reagire nei momenti difficili. Di chi è la colpa? Non conta. Conta solo trovare una soluzione.

    E ora si entra nel cuore della stagione, con gennaio che si profila come il mese più complicato per la Juventus. Non c’è tempo per rimuginare sugli errori; all’orizzonte ci sono sfide che non lasciano spazio a esitazioni. Si parte tra una settimana con il derby contro il Torino, una partita che è molto più di una semplice gara di campionato. Poi, la trasferta a Bergamo contro l’Atalanta, sempre un campo ostico e soprattutto quest'anno, seguita dal big match contro il Milan in casa e, per concludere, un’altra trasferta infernale contro il Napoli.

    Quattro partite in cui si decide tanto, forse tutto. Una serie di sfide che metteranno alla prova non solo la qualità tecnica della squadra, ma soprattutto la sua solidità mentale. Perché è qui che la Juventus deve dimostrare di aver imparato qualcosa. È qui che deve iniziare a costruire un’identità chiara e una continuità di rendimento, senza la quale il rischio di una stagione anonima è più che concreto.

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