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    Juvemania: Mascherano, i limiti di Kovacic e la missione di Nedved

    Juvemania: Mascherano, i limiti di Kovacic e la missione di Nedved

    • Andrea Bosco
    "Ma è vero che lo state trattando?". L'uomo seduto a tavola era stato "diretto" con il biondo commensale che gli sedeva accanto. "Sì- rispose il biondo- l'Inter aveva un solo fuoriclasse. E adesso è a Madrid. E ci stiamo provando". Non so se le cose a quella cena siano andate proprio così. Ma so - per certo- che il contenuto è stato quello che ho descritto. Mateo Kovacic alla Juventus? L'ipotesi sta girando da una settimana. E l'amico Gianluca Minchiotti ha spiegato alcuni motivi di questo interesse. Io ne aggiungo altri. Kovacic piace sia a Nedved che a Paratici, che lo seguiva fin dai tempi in cui il giocatore militava nella Dinamo Zagabria. Sia ad Allegri suo convinto estimatore.

    KOVACIC: UNA OPPORTUNITA'

    Mateo Kovacic può rappresentare una opportunità di mercato. La Juventus ci sta provando per alcuni motivi. Voci di corridoio (alle quali non so quanto credito dare) parlano di uno stop più lungo del preventivato per Marchisio dopo l'infortunio al ginocchio. Da qui la necessità di trovare un suo sostituto. In organico c'è Hernanes che la Juve vorrebbe cedere (ma il giocatore nicchia) e c'è Lemina concupito pare (ma non ho riscontri) da Ranieri. Ci sarebbe anche Mandragora. Ma il primo è ritenuto ancora inaffidabile nella lettura della fase difensiva. Il secondo arriva dalla serie B. Farà il ritiro con la Juve e poi si vedrà. Ergo serve una alternativa. Kovacic non è un regista e non è un trequartista. Sa fare la mezz'ala. Una alternativa – per Allegri- a Khedira, i cui muscoli sono notoriamente di cristallo.

    PRESTITO CON "DIRITTO"? 

    La Juventus vorrebbe Kovacic in prestito annuale con diritto di riscatto. Il Real Madrid sarebbe ben contento di liberarsi dell'ingaggio del giocatore, ma vorrebbe un "obbligo" di riscatto. I Blancos per Kovacic avevano pagato 35 milioni all'Inter. Vorrebbero rivendere a 28. La Juventus, a quanto mi risulta ha proposto, 20  più bonus. Sarebbe un affare Kovacic? Al netto del suo impiego in campo se Allegri ha rivitalizzato Cuadrado è possibile lo faccia anche con Kovacic. Il croato è uno che al pallone da del tu. Ma finora ha  mancato di maturità e di continuità. Forse non ha trovato il giusto allenatore, forse neppure la giusta collocazione in campo. Forse non ha trovato lo spogliatoio adatto. O magari la società adatta. Resta sempre un mistero il fatto che un giocatore magari fallisca in un posto e poi faccia faville in un altro.

    GOMES SI ALLONTANA 

    Ma perché Kovacic? Perché la Juventus sta vedendo sfumare il sogno Gomes il cui cartellino ogni giorno sale di prezzo. E sul quale dopo gli Europei presumibilmente si scatenerà un'asta selvaggia. Ora Kovacic potrebbe essere l'alternativa a Gomes. Non a Pjanic, per ottenere il quale senza sborsare cash la clausola (come da regolamenti) la Juve si dovrà disporre ad una cessione eccellente. Il nome è quello di Zaza, oggetto del desiderio anche da parte del Milan in una eventuale operazione De Sciglio. Se Marotta riuscirà a trattenere Morata, è possibile che Zaza finisca sul mercato. Possibile, non probabile, perché avendo la Juve dal West Ham una offerta di 30 milioni per il centravanti della Nazionale, caso mai farebbe prima a vederlo in Inghilterra aggiungendo 8 milioni ed esercitando per Pjanic la clausola corrispettiva. In ogni caso non al Milan che avrebbe proposto uno scambio alla pari per De Sciglio.


    MASCHERANO: SOLO JUVE 

    Direte: ma né Kovacic, né Pjanic risolverebbero il problema del regista basso. Vero. Nonostante il Barcellona faccia muro per Mascherano, il giocatore se ne vuole andare dal Barça. La Juve reputa che alla fine i catalani dovranno arrendersi alla volontà del giocatore. Da parte mia posso assicurare- secondo le mie fonti – che se Mascherano si muove, lo farà solo con rotta verso Torino. Ma torniamo a Kovacic. Non bastassero le difficoltà che ho esposto, il suo nome ha scatenato una vera rivolta sul web da parte dei tifosi. 

    TIFOSI IN RIVOLTA 

    Non lo vogliono, lo reputano un giocatore non adatto, in molti minacciano di stracciare l'abbonamento o di non rinnovarlo, tutti temono un Hernanes bis. E Mateo non è che abbia avuto una grande idea, esponendo le difficoltà avute con Mancini, chiosando nel finale: "Sono interista. Con Mancini non torno. Milan e Juve, mai dire mai". Ora come funzioni l'orticaria dei tifosi quando si tratta del pianeta Inter è noto. Kovacic dovrebbe saperlo. Il fatto poi che abbia espresso gradimento sia per una società che partecipa alla Champions che per una che non figurerà la prossima stagione in Europa, dimostra lo stato emotivo del giocatore. Al quale va riconosciuta una trasparenza e una onestà rare nel mondo del calcio. Ma nel mondo del calcio, a volte è necessario dire qualche bugia. Insomma un Kovacic magari "fischiato" fin dall'inizio non sarebbe il massimo per una società decisa a puntare su di lui. E' vero che i tifosi si conquistano con le prestazioni e con i gol. Ma Kovacic non sembra essere dal punto di vista caratteriale una roccia. E alla Juve c'è già un Profeta che non ha saputo predire il suo futuro. 

    NEDVED IN MISSIONE 

    Mentre sto licenziando queste righe, Nedved è in Sudamerica per vacanza e per la Coppa. E lo è anche per lui, il Gesù del Palmeiras. Il Bayern spinge, ma la Juve ha il progetto più interessante - come spiegato in altra puntata, per quanti detengono il cartellino del giocatore. Insomma, la Juve non molla. E se Jesus sarà juventino sarebbe il quarto brasilero in meno di un anno ( Alex Sandro, Rogerio, Matheus, nel caso Jesus). A margine, Nedved incontrerà anche Angelici. Per Bentancur (troppo invadenti Inter e Benfica con inserimenti destinati a fallire causa opzione Juve con prezzo fissato a 9,4 milioni e da esercitare entro il 2017) e anche per spiegare al presidente del Boca che quel suo pupillo Guido Vadalà, nella Primavera di Grosso ci ha messo volontà, sudore e qualche calcio di rigore. Troppo poco per farne un giocatore da oltre tre milioni di euro l'anno per un biennio. Al netto della creatività finanziaria per consentire la partenza di Tevez, la punta ex Boca arrivava con la fama dell'implacabile goleador. Vista la sua media realizzativa, in Italia deve essere arrivato il cugino. 

    CON  LA MAGLIA DELLA SPAL 

    Finalino con la Primavera sconfitta ai rigori in finale di Campionato dalla Roma. Di quella  formazione, tre (Romagna, Cassata e Favilli) sono in partenza per Ferrara destinazione Spal neo promossa in seri B. Prestiti secchi ad assaggiare il calcio dei grandi. Andrò a vederli. L'ultima volta che sono entrato in quello stadio, mio papà  imprenditore edile che lavorava a Rimini con la sua azienda nelle colonie della Sade, mi stringeva forte la mano. A lui il calcio non piaceva ma gli avevano regalato due biglietti di tribuna per Spal–Juventus. Vidi la maglia bianconera, con calzoncini e calzettoni neri, un centravanti dai capelli dorati che seminava avversari e tirava smartufle di inaudita violenza. Il suo nome era: Giampiero Boniperti. In uno stadio, non avevo  mai messo piede, fino a quel momento. Ci saranno state quindicimila persone. Ma a me sembravano un popolo in trance per quanto urlavano, agitando  bandiere e sciarpe, Dai popolari si tiravano reciprocamente oggetti. Sempre inveendo. Segnò  un danese,  Karl Hansen, neppure  cugino del più celebre John che giocava con il numero 10.

    Ha iniziato a giocare, tesserato  in una società di terza categoria al Lido che si chiamava Adriatica. Mi colpì l'esiguità dell'impianto rispetto a quello estense. E il terreno maledettamente duro. Ero magro e nonostante il mio metro ed ottanta (roba alta per quei tempi) la mia elevazione non era un gran che. E visto che mio sinistro era loffio, l'allenatore alla fine di ogni allenamento mi diceva: "Un'ora di muro col sinistro". Una rottura di palle indescrivibile. Col tempo migliorai. Quanto alla cattiveria, quella, l'avevo imparata  al campiello, dove se non vuoi soccombere devi imparare a difenderti. Ma in mezzo al campo me la cavavo con la geometria, e di fiato avevo tanto . Segnavo pochi gol, 4-5 al massimo, in stagione. Ma mese dopo mese imparai ad essere preciso sulle punizioni. E quel demonio di allenatore che di notte faceva il croupier al Casino di Venezia e senza permesso,occasionalmente, a quello di PortoRose, mi insegnò davvero tanto. Non capivo- col mestiere che faceva - come potesse essere sempre puntuale agli allenamenti. Da quel pomeriggio, protagoniste Spal e Juventus, è Madama la squadra che preferisco. Devo a quella gara la mia passione per il calcio. Tornerò in quello stadio per vedere come i giovani della Juve se la caveranno.

    IL DESTRO DI BONIPERTI 
      
    E per tornare,  magari,per qualche minuto, ragazzino. La vita è più celere di una partita di calcio. Sfuma  in una notte brava, tra abbracci con persone che mai rivedrai. Niente accomuna più della solidarietà sportiva. I tifosi sono tanti, Ma per quei 95 minuti di tensione, amarezze e gioie, sei uno, Uno solo con migliaia di voci diverse. Sono simili i gesti, simili le delusioni. Bandiere al vento all'inizio. Arrotolate se perdi. Perché quando perdono, quelli sul campo ti tolgono l'onore. Andrò a Ferrara come in pellegrinaggio. A 16 anni mi vantavo di aver un destro come quello di Boniperti. I compagni mi chiamavano Omega, perché arrivavo sempre per ultimo. In classe, agli allenamenti, alla messa, in refettorio. Solo in una occasione ero tra i primi davanti ai cancelli: quando al sabato si tornava a casa. Leggendo la notizia del prestito dei tre primavera di Grosso, ho ricordato cose che avevo rimosso. Come un gobbetto  minuscolo intagliato su un piccolo pezzo d'avorio. Me lo aveva donato una mia zia, sorella di mia mamma. "Ti porterà fortuna" – disse. Lo sono stato? Complessivamente sì. Mi prendo il 20% di merito. Il restante è tutto della Dea.

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