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Juvemania: il dopo Pirlo è già iniziato
TRA GLI EROI DI BERLINO E QUESTA ITALIA C'E' UN ABISSO - Tra la generazione che trionfò a Berlino e quella attuale c'è un canyon ampliato dalle scelte dissennate di Federazione e Lega: troppi stranieri scarsi, relativo investimento sui vivai, incapacità di capire che le seconde squadre - ad esempio - sarebbero una manna per far maturare i pochi giovani talenti che il calcio italiano sforna.
Emerge anche una contraddizione. Sarebbe ingeneroso attribuire ad Antonio Conte responsabilità che non ha. All'ex allenatore della Juventus la Federazione ha chiesto dopo il naufragio patito in Brasile di qualificarsi per l'Europeo. Nonostante lo (scadente) spettacolo offerto finora e al netto degli infortuni che hanno condizionato le scelte del Ct , va dato atto a Conte di essersi ben posizionato per il conseguimento del risultato.
Ad altri toccherebbe la "rivoluzione". Ma visibilmente con i gattopardi Tavecchio, Lotito, Abodi, Macalli, Galliani non vai lontano. Il discorso è lungo, i "buoi" da tempo sono usciti dalla stalla. Imperversa la cura del "particulare" e Guicciardini è diventato l'unico mantra al quale affidarsi.
CONTE SI QUALIFICHI, POI CAMBI TUTTO, PUNTANDO SU VERRATTI - Una volta conseguito l'obiettivo minimo, Conte dovrebbe - a mio parere - affidarsi comunque a scelte coraggiose. Ad esempio mutando radicalmente la disposizione tattica e osando. Osare significa innovare. E innovare significa avere un progetto.
Una squadra di calcio da sempre abbisogna di certezze, in almeno 4 ruoli: portiere, centrale di difesa, regista, centravanti. Ora appare surreale che il miglior giovane regista italiano (che ben ha figurato in questi anni anche a livello europeo nel suo club) , vale a dire Verratti, non sia ancora il fulcro della Nazionale che verrà . Certo, Verratti non è Pirlo e mai lo sarà. Ma è un regista affidabile, uno sul quale costruire l'identità di una squadra. In difesa vorrei vedere all'opera in coppia Romagnoli- Rugani: sono i migliori - nel ruolo - tra le nuove leve. E in attacco con Gabbiadini (o Destro) centravanti vorrei vedere due ali vere: il Faraone, quel Bernadeschi dalle leonardesche intuizioni. E con loro, in alternativa, Berardi e quel Florenzi che è la cosa più simile ad un "tornante", come un tempo si chiamavano le ali (alla Di Livio) che "rientravano".
La strada non può essere che questa. Prendendo, ovviamente, qualche rischio: anche la critica (ipercritica) dovrebbe prenderne atto. La botte dà - al momento - questo vino. E come recita il proverbio: "Presto e bene , mai avviene".
IL DOPO PIRLO E' ALL'ORDINE DEL GIORNO ANCHE IN CASA JUVE - Parlavo di Verratti. Non è solo un dilemma della Nazionale. Il "dopo Pirlo" è anche una questione juventina. Marchisio ha dimostrato di poter occupare egregiamente quella posizione. Ma non è il suo ruolo. Di un "vice Pirlo", la prossima stagione, la Juventus dovrà dotarsi. E sarebbe un peccato (inavvicinabile - per ora - Verratti) che Madama lasciasse andare quel Baselli dalle spiccate caratteristiche di metronomo. Radiomercato assicura che Milan e Inter sono - al momento, sull'atalantino - meglio posizionate. Ma la Juve ha da giocarsi la carta Boyake: ammesso che Marotta, Paratici e Allegri credano alle potenzialità del giovanotto. Ci pensino, comunque: nel ruolo, anche all'estero, non c'è grande abbondanza .
RISPOSTA 1: SU GIOVINCO - Devo, per concludere, due risposte dalla scorsa settimana. La prima a chi ha storto il naso per l'ipotesi di una cessione a gennaio di Sebastian Giovinco. Stato dell'arte: Calciomercato.com da tempo sta suggerendola. Tre giorni dopo Juvemania, Tuttosport ha sparato in prima pagina il probabile divorzio. E a precisa domanda, Marotta ha detto: "Se Sebastian e Cairo mi chiedono la cessione, se ne può parlare". Personalmente reputo che Allegri avrebbe dovuto dare più spazio a "questo" Giovinco. Ma l'allenatore è lui: tendo a fidarmi della sue valutazioni.
RISPOSTA 2: SU CONTE E BALOTELLI - Rispondo infine al signor Guglielmo Arturo. Nella vicenda Conte-Balotelli, nessuno ha certezze. Ma alcuni indizi fanno riflettere. Per esempio quelle scarpette (corredate di discutibili scritte) dello sponsor (identico per Conte e Balo) pronte un minuto dopo la convocazione. Le scuole di pensiero sono innumerevoli. E tutte percorribili. Tendo a pensare che Conte sia stato pressato dalla Federazione per la convocazione di Balo. Immagino che il calvinista Conte abbia ingoiato suo malgrado il rospo per "ragion di stato" contravvenendo al suo credo: "Prima l'uomo, poi il calciatore". Credo anche che il Balotelli - al netto della pubalgia fulminante che l'ha fatto tornare a Liverpool - ripreso in tuta in mezzo al campo con l'immancabile cellulare all'orecchio, abbia fornito a Conte la conferma che Balo è ingestibile all'interno di un gruppo organizzato. Un vero peccato: la modestia degli Immobile, Zaza, Pellè, fa e farà di Balotelli un immancabile, stabile rimpianto. Ci scommetterei.