Juvemania: Giaccherinho e super Marotta
Ci sono due personaggi che rendono bene l'idea della Juventus 2011-12, silenziosa e, finora, vincente. Al di là dei grandissimi meriti di Conte, della rinascita di Buffon, della luce data alla squadra da Pirlo, della sicurezza di Barzagli in difesa, del boom Marchisio, ci sono anche Emanuele Giaccherini e Beppe Marotta.
Il primo è un po' il simbolo della compattezza, della duttilità e dell'umiltà della rosa bianconera di quest'anno. Per permettere ai Pirlo e ai Buffon di brillare, è necessaria anche una schiera di giocatori alla Giaccherini: adattabile a più ruoli, sempre pronto alla chiamata del mister, sia da titolare che partendo dalla panchina, mai una polemica. Fra i 'giaccherini' della Juventus ci sono anche Vidal, Estigarribia e, più di tutti, Pepe. E come loro, con la stessa versatilità, sarà anche l'ultimo acquisto bianconero sul mercato, Martin Caceres.
Già il mercato. E qui arriviamo al secondo personaggio del nostro titolo, Beppe Marotta. Quello che stiamo vedendo all'opera in questa stagione è il fratello del primo Marotta juventino. Il primo parlava tanto e spesso non raggiungeva gli obiettivi dichiarati, il nuovo Marotta invece parla poco, lavora a fari spenti e porta a casa i giocatori che si era prefissato di regalare a Conte. Certo, dal punto di vista giornalistico era molto meglio il vecchio Marotta (un titolo c'era sempre), ma da tifoso mi tengo stretta l'ultima versione.
Giaccherini (o Giaccherinho, come lo ha ribattezzato Conte) e Marotta: anche questa è Juve.