Talk Juve Beccantini a CM: 'Conte stile Trap, Agnelli giraudeggia'
Ultimo appuntamento del 2011 con Talk Juve. A chiudere i conti dell'anno bianconero, ai microfoni di Calciomercato.com, ci pensa Roberto Beccantini, che, dopo aver affrontato il tema Calciopoli nella prima parte dell'intervista (pubblicata settimana scorsa), ora dice la sua su Andrea Agnelli, Beppe Marotta, Antonio Conte e sulla squadra.
Cosa le piace di più della Juventus di Antonio Conte?
"L'idea di gioco, l'umiltà che lo ha spinto a cambiare modulo in base alle caretteristiche dei giocatori, la filosofia di un calcio che non sia soltanto muscolo, la personalità che emerge sempre, nel bene e nel male".
E cosa le piace meno?
"La gestione dei cambi - in alcune occasioni, almeno - il rapporto gol/occasioni, la rinuncia quasi sistematica a Quagliarella. Sette pareggi sono tanti. La manovra, a volte, sembra sin troppo sofisticata, elaborata. Ora che in difesa i conti cominciano a tornare, bisogna dedicarsi alla fase d'attacco: va snellita, e resa più incisiva. Dio mio, com'è facile pontificare dall'ufficio... E se dico che manca l'Ibrahimovic della situazione, so di scoprire l'acqua calda. Pazienza, lo dico lo stesso".Il paragone Marchisio-Tardelli è irriverente o ci può stare?
"Ci può stare. Marco era formidabile anche in marcatura, il calcio è cambiato, Claudio non dovrà mai misurarsi con un Keegan o un Maradona: beato lui. O sfortunato lui? Mah, a me non sarebbe dispiaciuto confrontarmi con satanassi del genere".
E Conte, assomiglia di più a Lippi o a Trapattoni?
"Per come si agita in panchina, al Trap. Per come vede il calcio da grande, e in una Grande, aspettiamo almeno fino a giugno".
Un voto a Marotta come direttore generale?
"Sette".
... e un voto a Marotta come uomo mercato?
"Facendo la media del primo e del secondo, cinque".
E Andrea Agnelli? Dopo un anno e mezzo di presidenza, qual è finora il bilancio?
"E' un presidente molto giovane, si sta facendo le ossa. Gli piace 'giraudeggiare'. Settimo posto, niente Europa: il bilancio tecnico non può essere, per ora, positivo. Certo, sul piano economico e a livello tecnico, ha ereditato macerie".
Come ha valutato la comunicazione relativa all'addio di Del Piero a fine anno?
"Non l'avrei fatta, ma non l'ho trovata né scandalosa né irriguardosa. In fin dei conti, era una non-notizia. Si sapeva già da tempo che questo sarebbe stato l'ultimo anno del capitano. L'Italia resta un Paese ad altissimo tasso emotivo".
Mercato: un campione che sogna di vedere in bianconero?
"Leo Messi, che discorsi".
Pronostico secco: come si piazzerà la Juventus in questo campionato?
"In agosto, avevo scritto che sarebbe arrivata sesta. Oggi che, dopo Udine, è imbattuta e prima con il Milan, strafavorito nella corsa allo scudetto, credo che l'obiettivo possa diventare il podio. Varrebbe la Champions, sarebbe un'impresa".
2.fine